Di Roberto Puglisi, coordinatore redazione Livesicilia La trasformazione è compiuta. Maurizio Zamparini, da presidente di una squadra di calcio, è diventato fenomeno di costume. Il Foglio di sabato gli dedica una fotona a tutta pagina, a corredo di un pezzo complessivo dal titolo: Quelli che i soldi li buttano. Scrive Beppe Di Corrado: La passione per il pallone lha portato in una terra dove avrebbe potuto sviluppare il suo vero business, quello dei centri commerciali ( ). Il pallone è un mezzo, la follia dei suoi conti economico-finanziari serve ad alimentare aziende che, invece, sono sane. E una lucida analisi sulla maionese impazzita. E Zamparini ci sta bene, visti i recenti fatti di cronaca. Ci sta, appunto, come luovo che impazzisce e manda allaria la maionese. A riguardo, esistono due note e consolidate scuole di pensiero filosofiche. La prima. Zamparini vulcanico (sic), uno spiritello folle tra le rughe di un capitano daffari. Un umorale. Un passionale. Uno che prende per il bavero il senso comune e lo strattona. E la decalcomania che piace a tutti. Piace ai giornalisti e sai che pacchia poter contare su uno così, quando titoli e argomenti latitano. Basta comporre il numero e il presidente risponde sempre per avere una gustosa fetta di carne da collocare in apertura. Piace a tantissimi tifosi, a coloro che seguono la pista della forza, le orme del potente. Non è una critica. E la fotografia di una porzione di Palermo. Dopo Zamparini il diluvio, è la cantilena. Potrebbe pure essere. La Serie A la storia sportiva dei campionati ce lo insegna non è un diritto divino per il blasone. E il frutto di una intelligente trama economica. Certo, resta da spiegare loriginale acume di chi tiene a libro paga troppi tecnici, in un portafoglio solo, per quanto capiente. Seconda scuola di pensiero. Zamparini è un furbo di tre cotte. Lirruenza è un abito, la maschera di un personaggio che cela il volto esatto della personalità. E il legame che tiene avvinto un presidente al suo popolo questa sapiente messa in scena della follia. Gli umili vi si riconoscono, nelle proprie rabbie, nelle bizze contro il sistema. E che importa se è uno che si intarsia a perfezione nellorganicità dellandazzo a denunciarne i torti. Sono i tempi della forca e della ghigliottina. Sono i giorni del purché si gridi . I toni alti, poi, sono leve di comando. Addomesticano con uno sbuffo i giornalisti che, a Palermo, sono addomesticati già in felice autonomia. Tengono sulla corda la platea rosanero con il reiterato me-ne-vado-no-rimango. Il nostro non tralascia i colpi di scena. Ogni tanto chiama comparse in forma di sceicco nel suo teatrino delle marionette. Mica per sempre. Appena appena per loretta necessaria a far sollazzare i bambini. Tutto verace? No affermano gli autori e simpatizzanti della seconda ideologia ricordatevi la maschera, la finzione. Zampa è un cinico sostengono che intride le sue intenzioni sincere di specchi. Il riflesso ti acceca. Questo ritratto, per echi, in bianco e nero, soffuso di chiaroscuri, non ha la pretesa di spiegare il mistero Zamparini, affascinante punto di domanda del nostro evo, in mancanza di meglio. Forse, ha ragione Di Corrado, nellidentità del patron convivono laccorto aziendalista e il bambino con le sue voglie bimbe. Così, il percorso e irregolare. Insomma, non cè speranza di venirne a capo. Tanto il pallone ricomincia a rotolare, con la sua santità, con la sua capacità di levigare torti e ragioni in nome di un sogno a buon prezzo. E Zamparini lo sa. Ci conta. Lo sanno pure il bambino ruzzolante e ladulto esperto che si dice gli rappezzino lorlo di unanima inquieta.
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RITRATTO IN BIANCO E NERO Il presidente Maurizio Zamparini
Di Roberto Puglisi, coordinatore redazione Livesicilia La trasformazione è compiuta. Maurizio Zamparini, da presidente di una squadra di calcio, è diventato fenomeno di costume..
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