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PENSIERI E PAROLE IN LIBERTA ROSSI RISPONDE CON I NUMERI A ZAMPARINI

di Benvenuto Caminiti “Sono arrivato qui a metà novembre del 2009 e il giorno dopo mi avete già chiesto un bilancio! Ma per i bilanci ci vuole un periodo congruo … ecco, un.

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di Benvenuto Caminiti “Sono arrivato qui a metà novembre del 2009 e il giorno dopo mi avete già chiesto un bilancio! Ma per i bilanci ci vuole un periodo congruo … ecco, un anno è un periodo congruo … Oggi, quindi, sono pronto per presentarvi quel bilancio …”. Dopo avere snocciolato una serie di numeri, conclude così: “Carta canta, non c’è scampo!”. Delio Rossi replica a modo suo alla raffica di esternazioni del presidente, talune delle quali assai critiche nei suoi confronti. Replica con il consueto stile e la logica stringente della persona leale e chiara come il sole ch’egli è. Al di là di tutto, perfino dei numeri, i soli a non mentire mai. Espone e chiarisce il bilancio della sua annata in rosanero con una ferreo rigore logico, senza voli pindarici e mai sottraendosi alle domande dei cronisti, neanche alle più scontate, che poi sono le più pericolose, quelle che nascondono sempre un tranello. Ne vien fuori, prepotente ed inattaccabile, la sua filosofia di maestro di vita, oltre che di calcio: ”Per costruire un progetto ci vogliono anni di sacrifici, per distruggerlo basta un attimo! Pensate ad una casa: per tirarla su ci vogliono mesi di lavoro; per buttarla giù basta una pala meccanica!”. Pillole di saggezza, scampoli mai banali della sua filosofia di uomo che ha tre regole nella vita, che sono tanto o nulla, a seconda dei punti di vista: il tutto con quella sua ironia sottile che ti attraversa il cervello come una scossa elettrica e si va ad adagiare nel mezzo del tuo cuore. E pensi: “Che persona squisita è costui: anche quando mi dà del cretino, sembra che mi faccia un complimento!” Gli hanno appena chiesto se il bilancio che ha tracciato è una maniera per rispondere alle critiche di Zamparini: “No, non lo è perché io credo in tre cose: la prima è il lavoro, la seconda è il lavoro, la terza è il lavoro. Quando ho accettato la proposta del presidente Zamparini, sapevo, conoscendolo, a cosa andavo incontro e mi sono ripromesso di non replicare mai pubblicamente alle sue esternazioni …”. E una domanda ancora, sembra semplice se non addirittura banale ed invece è insidiosa, è uno scorpione con il veleno tutto nella coda: “Mister - gli vien chiesto – ma può succedere che a sciogliere il suo rapporto col Palermo sarà lei e non il presidente?” Rossi fa una smorfia, gli capita di rado di incassare un colpo, lui che dialetticamente non teme niente e nessuno; stavolta però il suo sorriso pudico, che non lo abbandona mai diventa per un lungo istante un ghigno, come a dire: “Ma guarda un po’ che razza di domande?”. Ma è un attimo, poi si ricompone, rimette al posto suo il sorriso di sempre, quello del gentil signore e risponde così: “Ma, attenzione perché voi state facendo un errore di fondo: tra me e il Presidente non c’è una gara, né una sfida; entrambi lavoriamo per lo stesso obiettivo, che è il bene del Palermo solo che ci esprimiamo in maniera del tutto diversa … Tutto qui!”. Rispondere sempre e comunque, perfino senza rispondere : qui sta il segreto dell’arte di Delio Rossi, allenatore di lunga leva, malgrado l’età relativamente giovane, perché lui ha cominciato ad allenare che era ancora … un ragazzo. Ed ha capito che, oltre al lavoro recitato tre volte e nelle sue pieghe più segrete, bisogna anche saperne parlare. Meglio possibile. E lui anche qui è un maestro. La domanda più originale, fuori tema, insomma, la fa, tra tanti, il cronista d’antan, quello coi capelli tutti bianchi e tanti campionati rosa sul groppone che gli altri possono solo sognarseli. Gli chiede se il presidente ogni tanto sbarella perché geloso di lui, della sua popolarità. Del fatto, insomma, che lui gli ruba la scena. Domanda insidiosa come una biscia, che ti scivola in seno e non te n’accorgi nemmeno; domanda che solletica l’amor proprio, la vanità che è in noi tutti, nessuno escluso. Ma lui la dribbla come un Pastore delle migliori giornate, tipo derby per intenderci, e replica così: “Non lo so (ed il suo sorriso per una volta si fa dolce come il miele) … posso parlare solo per me ed io non vado in giro per la città e per televisioni … Io e non cerco giornalisti ed interviste … Ma una cosa la so ed è che la gente non va presa in giro …”. Signori, che risposta! Come quella che dà a chi gli chiede lumi sui due nuovi sloveni, Kurtic e Andelkovic: “So solo che hanno aperto il conto in banca e fatto il codice fiscale.. Per il resto fatemeli vedere all’opera!”. O l’altra riguardante la dichiarazione del presidente circa presunti contrasti di campo tra Ilicic e Pastore: “Sono propenso ad escluderli, perché in campo parlano la stessa lingua, quindi …”. Ed infine l’ultima gemma, quella che chiarisce il suo punto di vista circa le possibilità di scudetto di Napoli e Palermo, cui ha fatto cenno di recente lo stesso Zamparini a proposito di un’intervista sul tema dell’allenatore napoletano: “Non mi costerebbe nulla dire che anche il Palermo, come il Napoli, è in lizza per scudetto e Champions ma sarebbe solo una presa in giro. Io preferisco lavorare per ottenerli gli obiettivi e parlare, magari, solo dopo…”. Ah, dimenticavo: la conferenza stampa di fine anno di Delio Rossi, come brevemente accennato all’inizio, fa seguito ad una serie di numeri e cifre, parte integrante del suo bilancio annuale come allenatore del Palermo. Questi: 66 punti ottenuti nel 2010, dietro solo Roma e Milan e a pari merito con l’Inter, campione d’Italia; 66 gol, migliore attacco insieme al Milan; 26.95, età media più bassa della Serie A dopo l’Udinese; 8 esordienti in serie A, 11 in Europa League; 5, prima convocazione in Nazionale; il Palermo, la squadra con meno espulsioni e unica squadra di Serie A senza un rigore a favore nel presente campionato. Ed infine, 7 punti in Europa League, come Napoli e più di Samp e Juve.