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PENSIERI E PAROLE IN LIBERTA Palermo “tra le grandi”, ma non per tutti

di Benvenuto Caminiti Ha la palpebra pendula, lo sguardo a… mezz’asta, si chiama Giuseppe (il cognome non me lo ricordo ma se mi sovviene in tempo ve lo dico) ed è fiorentino o.

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di Benvenuto Caminiti Ha la palpebra pendula, lo sguardo a… mezz’asta, si chiama Giuseppe (il cognome non me lo ricordo ma se mi sovviene in tempo ve lo dico) ed è fiorentino o giù di lì. Non si capisce come sia finito in un consesso di “scienziati del calcio” come quelli di “Controcampo”, accanto a personaggi di notevole spessore come Bettega, Paparesta e Marino; che titoli possa vantare per dire la sua sul campionato, visto che io frequento da quasi mezzo secolo tutte le arene calcistiche, televisive e non, senza averlo mai non dico visto ma neppure intravisto. In verità l’avevo notato in una delle puntate precedenti per i suoi sempre maldestri tentativi di essere spiritoso, senza averne lo smalto. Insomma, lui tentava di far battute epocali ma gli uscivano solo gemiti e sussurri, così che nessuno sorrideva alle sue “amenità” né tanto meno rideva. E poi, che dire della sua sapienza calcistica, quella che in estrema sintesi dovrebbe sfoggiare uno che va a “Controcampo” come opinionista, al fianco di gente come Bettega e Marino? Mi chiedevo e mi chiedo: quali titoli ha costui per salire, lautamente pagato, su quel palcoscenico e non ho saputo darmi una risposta, né sinceramente ci tengo poi tanto ad averla. Dico solo che il suddetto si è, ahimè, imposto alla mia attenzione per la sua glabra ( ed insistita) ironia su Zamparini: glabra perché disossata, ovvero senza sostanza, insistita perché mirata sempre al medesimo obiettivo, quello delle proteste del presidente rosa nei confronti del “Palazzo”. Anche ieri, pur sapendo di essere fuori tema, lui ci è tornato sopra e, mentre si discuteva garbatamente dei meriti del Palermo e delle pene della Roma, lui s’è infilato a sorpresa per dire: “Ma che è, stavolta Zamparini non si è lamentato degli arbitri?”. Il tutto ridacchiando sotto i baffi come stesse parlando di un poveraccio in preda ad una sorta di fissazione: quella contro gli arbitri. Qualcuno purtroppo gli ha fatto eco (non ho percepito chi) aggiungendo: “Certo che no, ha vinto 3-1!”. E lui, sfoderando il suo sorriso in bianco e nero, ne è sembrato molto soddisfatto come a dire: “Ah, la pensate anche voi come me? Non se ne può più di uno che sa solo lamentarsi…”. Come se a lamentarsi degli arbitri sia solo Zamparini ma non è così tant’è vero che ieri qualcuno ha cercato il pelo nell’uovo a proposito della performance di Brighi e... l’ha trovato e, quasi esultando, ha annunciato: “Brighi, ad inizio partita, doveva ammonire Bovo per fallo su Totti e non l’ha fatto! Brutto errore, la partita, chissà, poteva cambiare!”. Inaudito! Quando Banti, nella partita contro il Milan, ne combinò di tutti i colori a danno del Palermo, non notai altrettanta severità nei commenti degli opinionisti di “Controcampo”, a cominciare dal simpaticissimo Giuseppe. Per fortuna in scena c’era anche Paolino Di Canio, uno che di certo non le manda a dire e, soprattutto, quando sente pronunciare il nome di Totti, vede rosso come il toro davanti alla banderilla del torero. E’ saltato su per correggere, com’era sacrosanto, l’assunto precedente: “Hai ragione ma Brighi subito prima e subito dopo quell’intervento di Bovo su Totti non ha ammonito Mexes per due falli consecutivi su Pastore: si parla sempre di uniformità di provvedimenti e Brighi questo ha fatto. Magari sbagliando entrambe le volte, ma in assoluta buonafede!”. Insomma, neppure davanti ad un autentico capolavoro, qual è stata la prestazione di ieri dei rosa contro la Roma, i signori delle tivvù nazionali riescono a dare a Cesare quel ch’è di Cesare, preferendo arrampicarsi sugli specchi pur di non affermare a chiare lettere ciò che per altro è ormai lampante se non lapalissiano: e cioè che tra le grandi del campionato se c’è la Roma, se c’è il Napoli, se c’è la Juve e – udite udite , visto che sono appaiati in classifica - se c’è l’Inter, non potete non metterci il Palermo. Che, tra l’altro, gioca il miglior calcio della serie A e che, se a gennaio inserisce un paio di innesti adeguati, può perfino ambire ai massimi traguardi. Non dico quali ma sono certo che l’avrete già individuati. Intanto, godiamoci questa magnifica squadra, generosa e spettacolare. Sempre, anche nella giornata di luna non proprio splendente di Pastore perché gli subentra lo stupendo Ilicic ed il Palermo ugualmente si illumina d’immenso. Lo sloveno, autentica perla del mercato rosanero, col suo sinistro prensile arpiona i palloni più difficili e li addomestica trasformandoli o in assist al bacio o in tiri micidiali. Il tutto mentre gli invidiosi si mangiano il fegato per avere sborsato barche di milioni puntando su nomi altisonanti, relegati alla fine in panchina. Ed invece, quindi, di magnificare l’acume di Zamparini, il suo raffinatissimo fiuto calcistico per aver portato in rosa a prezzi modici supercampioni come Cavani, Kiaer, Pastore ed Ilicic, i suddetti “signori delle tivvù” si accaniscono solo sul fronte “proteste e rivendicazioni”, anzi ci marciano sopra con un sarcasmo davvero irritante. Che è forse l’unica spiegazione del mistero-Giuseppe quale opinionista a “Controcampo”. Ahinoi! P.S. Mi dispiace veramente ma il cognome di Giuseppe proprio non me lo ricordo.