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PENSIERI E PAROLE IN LIBERTA Le dimissioni di Walter Sabatini

di Benvenuto Caminiti L’ ”affair-Sabatini” mi ha colto di sorpresa al punto da lasciarmi senza parole. Per giorni. Ho ascoltato, ho letto, ho a mio modo indagato ed il risultato.

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di Benvenuto Caminiti L’ ”affair-Sabatini” mi ha colto di sorpresa al punto da lasciarmi senza parole. Per giorni. Ho ascoltato, ho letto, ho a mio modo indagato ed il risultato è stato davvero sconfortante perché tutto questo lavorio è servito solo a confondermi ancor di più le idee. Un sol pensiero – ma insistente - mi è passato per la testa e mi son detto: che peccato, che spreco di talenti, di energie, di lavoro cominciato ed, ahimè, ancora da finire. Chissà come e da chi. Perché adesso comincia il bello, ovvero il brutto della faccenda, di questa strana storia di amore (così noi la pensavamo) tra Zamparini e Sabatini, finita in malo modo con quest’ultimo che sbatte la porta e se ne va. Lasciandoci tutti di stucco. Toccherà al C.d.A. di oggi (venerdì 5 novembre, ndr) trovare la soluzione più idonea, ovvero la persona giusta in grado di sostituire Sabatini, non farlo rimpiangere, portare avanti il suo lavoro, a cominciare dal mercato di gennaio, che a questo punto si presenta cruciale per i prossimi destini rosanero. Sarà un lavoraccio, chiunque arriverà al posto di Sabatini, che non lascia un’eredità leggera. Tutt’altro. Lascia tanti onori ma anche tanti oneri. Pesanti come macigni. Perché – non dimentichiamolo – lui ha preso gente come Hernandez e Pastore, per non dire di Munoz, Ilicic e Bacinovic, pagati poco e già capaci di assicurare alla società rosanero una plusvalenza da record. Sarà in grado di fare altrettanto il suo erede? Noi tutti lo speriamo, a cominciare da Zamparini per non parlare dei tifosi, già in fibrillazione, come se non gli bastassero le quattro-sconfitte-quattro nelle ultime quattro partite! E si sa quanto i tifosi amino Zamparini, ma amano di più il Palermo e se lo vedono minacciato (da chicchessia, fosse pure il suo patron) da fatti e fattacci vari, insorgono e sbraitano, dimenticando in un baleno tutte le trascorse promesse d’amore. Insomma, le dimissioni di Sabatini (per quanto mai del tutto entrato nel cuore dei supporters rosanero) hanno fatto scattare un allarme: “Ma che sta succedendo al Palermo? - si chiedono in tanti, e non soltanto i tifosi da curva - Non solo perde tre partite i fila ma ci tocca pure sentire che Zamparini e Sabatini sono in rotta da mesi e non se le mandano certo a dire. Al punto che il diesse, stremato dalle furiose, interminabili lamentele del suo presidente, ad un certo punto sbatte la porta e ne va!". E quindi uno pensa: “Mischinu unni puitieva cchiù re parulazzi ro presirienti!”. E, magari, così facendo si fa un’idea sbagliata perché se è vero che Zamparini è un impulsivo, che non dovrebbe mai parlare dopo una sconfitta rosa (a maggior ragione dopo tre di fila!) è altrettanto vero, se non di più, che è pur sempre una persona leale, che dice in faccia quel che pensa anche se quel che pensa non sono rose e fiori. Insomma, per dirla tutta: immagino che il presidente una volta di più abbia delegato il suo diesse a far da tramite in certe faccende tra lui e l’allenatore e che, ad un certo punto, Sabatini si sia bruscamente tirato indietro. Giusto nel momento di maggior difficoltà, giusto al culmine di tre-partite-tre perse l’una dopo l’altra. Ora io qui non intendo schierarmi né da una parte né dall’altra (sbaglierei comunque, se lo facessi) non avendo le conoscenze necessarie per farlo, vorrei soltanto capirci qualcosa e, soprattutto, evitare giudizi sommari. Sia con l’uno che con l’altro. Eppure qualcuno lo ha fatto, beato lui che ha sempre le idee chiare e intravede sempre la verità, anche nei grovigli più intricati, come, ictu oculi, (a prima vista) mi appare appunto la “vertenza” Zamparini-Sabatini. Sicuramente due gentiluomini, magari l’uno più sanguigno ma – chi potrebbe affermare il contrario? – entrambi persone adamantine, incapaci di cercare alibi di cartapesta per spiegare le loro azioni. Così Zamparini, così Sabatini. Per questo io fortemente spero – come d’altronde ha confessato lo stesso presidente - che, passata la buriana, i due si ritrovino insieme; insieme a lavorare per le fortune del Palermo, come hanno fatto benissimo (ricordate la Champions League sfiorata l’anno scorso?) da due anni a questa parte. Precisamente, fino al primo novembre, che è giusto il giorno - guarda un po’ com’è strana la vita – in cui il Palermo compie 110 anni di vita: e si può sfasciare tutto proprio in occasione di una ricorrenza così bella? Io spero proprio di no, anche perché non oso immaginare cosa succederebbe dopo l’ennesima reprimenda del presidente all’indomani ( che dico? un minuto dopo il 90’) della prossima sconfitta del Palermo: senza lo schermo panoramico gigante, che di solito tra i due usava interporre Sabatini, la scena ce l’avremmo tutti davanti agli occhi. E con conseguenze certamente difficili da gestire ( e chissà fino a quando).