di Benvenuto Caminiti Mi ci arrovello da una vita ed ancora non mi do pace: basta una sconfitta ed il popolo rosanero precipita nel pessimismo più cupo. Eppure dovrei capirlo, sono tifoso anchio, quando il Palermo perde soffro anchio; mi dispero, mi pongo mille domande, mi chiedo dove sè sbagliato, faccio e rifaccio la formazione, i cambi in corsa, arrivo perfino a cambiar modulo una due tre volte, ma non arrivo mai a sfasciare tutto e rimetter tutto in discussione. Perfino la bravura di Delio Rossi, perfino il valore di giocatori come Liverani e Miccoli, universalmente riconosciuti come i leader indiscussi della compagine rosanero. Insomma, non arrivo mai a rinnegare me stesso. Ed invece gli altri tifosi, quasi tutti gli altri (le eccezioni, si sa, confermano la regola) non hanno il minimo pudore a rimangiarsi tutto il bene elargito a piene mani fino al giorno prima. Ricordate i concerti in sol maggiore suonati senza freni dopo il trittico di vittorie con Lazio, Juventus e Livorno? Ricordate le sonatine, dolcissime sonatine, melodiose sonatine (incantatrici più del flauto per il serpente che esce fuori dal cesto) per i gol di Miccoli alla Juve ed al Livorno, gol decisivi che ci hanno proiettato al quarto posto, buono per la Champions? Ricordate loro e lincenso profuso a piene mani sul capo di Delio Rossi, definito demblée il migliore allenatore del campionato, senza se e senza ma, un vero mago, così allimprovviso, come una scoperta dellAmerica ed invece lallenatore riminese bravo lo è da sempre, i risultati li fa da sempre, dai tempi della Salernitana, dellAtalanta, passando per il Lecce, la Lazio, per finire, oggi, col Palermo. Nessuna sorpresa, quindi, nessuna scoperta dellAmerica: lallenatore è un fior di professionista che lavora sodo, che conosce i mille segreti del mestiere e sa metterli in pratica come si deve. Uno dei segreti più importanti è quello di mettere ciascun giocatore nelle condizioni migliori per rendere al meglio e lui lo ha fatto. Guardate Nocerino. Guardate Bovo. Guardate Pastore. Guardate Cassani. Guardate Balzaretti. Guardate Migliaccio. Guardate lintera squadra, insomma, che è poi quel che conta, nel senso di gruppo di calciatori che giocano uno per tutti e tutti per uno, comè naturale che sia nel calcio, che è appunto, fra tutti i giochi, il gioco di squadra per eccellenza. Dallalto (consentitemelo per i miei quasi sessantanni di milizia rosanero tra i tifosi) della mia esperienza, dopo gli irresistibili peana delle settimane scorse ho temuto fortemente - forse più del dovuto e forse no - che il troppo miele, quello zucchero sparso a piene mani su tutti i giocatori e su alcuni in particolare (leggi Miccoli, Nocerino, Kjaer) avrebbe potuto esaltare la loro autostima al punto da considerarsi quasi imbattibili. E, alla vigilia di una trasferta impervia come quella di Udine, quella sensazione non mi lasciava per niente tranquillo. Ma così non è stato, perché proprio i tre che ho appena nominato, Miccoli, Kjaer e Nocerino, sono stati fra i più brillanti al Friuli di Udine, offrendo una prestazione più che dignitosa. Infatti la sconfitta - sacrosanta e meritata, diciamolo, senza giri di parole - è maturata al termine di una partita, cominciata male per la mediocre prestazione offerta da Blasi e Liverani e finita peggio per la miracolosa deviazione in angolo di Handanovic al 90 su zampata di Bertolo, che ci avrebbe portato al 3-3. A Udine si è perso perché i bianconeri di Marino sono unottima squadra, che concluderà in crescendo, come lanno scorso (quando ci scavalcò in classifica sul filo di lana) il suo campionato; perché il trio offensivo dellUdinese è tra i più forti della serie A; perché il gioco del Palermo dipende tutto da Liverani, che per rendere al meglio ha bisogno dei due-mastini-due che gli fanno piazza pulita attorno, ovvero Nocerino e Migliaccio e questultimo con lUdinese non cera. Anzi, peggio perché al posto suo e con i suoi compiti cera Blasi! Ma con tutto ciò, pur con tutte le critiche possibili ed immaginabili, non mi sognerei mai di intaccare il valore di giocatori come Liverani, come Cavani, come Balzaretti, come Cassani, che ieri al Friuli non hanno certo dato il meglio di sé. E, sopra tutto, non mi sognerei mai di mettere in dubbio, neanche per un istante, un allenatore come Delio Rossi, allenatore di raffinata sapienza calcistica, capace sì di commettere i suoi bravi errori, ma capace pure di prendere una squadra senza capo né coda e darle una precisa identità di gioco, in virtù del quale passa dal sestultimo posto al quarto ed è in lotta, come mai nella storia, per la Champions. Non mi sognerei mai di mettere in discussione un giocatore come Liverani, non solo perché un sostituto lui non ce lha, non ce lha mai avuto, ma perché se il Palermo vuol giocare il suo calcio, quello che Rossi gli ha insegnato, non può prescindere dalle geometrie e, perché no, dallestro di Liverani, dalla sua capacità di giocar di prima e velocizzare il gioco e creare la superiorità numerica (si dice così, quando lattaccante si ritrova solo davanti alla porta avversaria?). E per finire, non mi sognerei mai di rimettere in discussione un campione come Miccoli soprattutto allindomani di gol strepitosi come quelli alla Juve ed al Livorno, sol perché questanno non ha ancora segnato su punizione
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PENSIERI E PAROLE IN LIBERTA Depressione rosanero, da dieci a cento in pochi secondi
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