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“PENSIERI E PAROLE IN LIBERTA” Cavani è un fuoriclasse?

di Benvenuto Caminiti La vita è bella perché è varia, esemplare scampolo di saggezza antica, che non sfiorisce mai e che, applicato al mondo del pallone, diventa: il calcio.

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di Benvenuto Caminiti La vita è bella perché è varia, esemplare scampolo di saggezza antica, che non sfiorisce mai e che, applicato al mondo del pallone, diventa: il calcio è bello, il più bello sport del mondo, perché è vario; perché ognuno dice la sua, convinto di essere nel giusto. Di più: di essere l’unico depositario della verità. Così, all’indomani della strepitosa vittoria sulla Juve, ci tocca leggere di tutto e di più. Perfino che aver battuto Amauri e C. non è stata poi ‘sta grand’impresa, visto l’attuale stato di forma dei bianconeri. E non è tutto. S’è letto, detto e scritto pure che Cavani “continua a mangiarsi i gol; che gioca solo per se stesso, infischiandosene della squadra; che un altro al suo posto domenica sera avrebbe segnato almeno quattro gol; che a 22 anni e, dopo quasi tre che gioca nel Palermo, non è maturato per niente…”. Per fortuna si legge pure l’esatto contrario, sennò che piacere sarebbe: “Cavani è un fuoriclasse; Cavani gioca a tutto campo, difende, attacca e segna pure; Cavani è il nostro Rooney e presto diventerà più forte di lui”. Insomma, un’esagerazione tira l’altra. In positivo o in negativo, in pratica cambia poco o nulla perché questo è il fascino del calcio: poter dire con la stessa sicumera tutto ed il contrario di tutto. E passare sempre per un vero intenditore. Succede solo qui, nell’”irreale” mondo del pallone, che è un mondo a se stante, del tutto avulso dal resto della vita. E non vado oltre per non esagerare anch’io. Piuttosto, anche a me preme dire la mia su Cavani… Ci mancherebbe, lo fanno tutti… Sin dalla sua prima apparizione in maglia rosanero - ricordate il gol del pareggio con la Fiorentina, tiro al volo dal vertice alto dell’area di rigore e palla nel sette? – Cavani mi folgorò e non solo per la succitata prodezza balistica, quanto per la sua generosità, il suo prodigarsi in ogni angolo del campo ed esser poi puntuale ai confini del gol. Che - me ne resi conto successivamente - il più delle volte lui sfiorava solamente senza varcarli. Mi dissi: “ ‘Sto ragazzo corre troppo per arrivare lucido al gol, vuoi vedere che molti gliene faranno una colpa imperdonabile?”. Fui facile profeta, a dispetto dei 14 gol segnati nel corso della stagione. Come Miccoli, lui sì bomber designato della squadra. Ma c’è una cosa che mi tocca nel profondo, quando vedo giocare Cavani e, soprattutto, quando va in gol: lui alza le braccia al cielo con gli indici dritti puntati in alto, poi solleva la maglietta perché tutti leggano il suo messaggio: “Io amo Gesù”. Edinson è un “Atleta di Cristo” come Rubinho, e dedica ogni gol a Cristo, convinto com’è che Gli deve tutto il bello della vita. E non lo fa solo in campo, prodigandosi per se e per i compagni ma anche dopo, nelle interviste, quando dice grazie al Signore, è la prima cosa che fa, prima di parlare della partita. C’è Cristo nella sua vita, una fede che lo guida, gli indica la strada. Ed al quale lui dedica il meglio di sé, chiedendogli, però, solo la gioia d’un figlio: “Arriverà solo quando Lui vorrà…”. Sì, lo confesso, mi sono commosso: sarà perché ho i capelli bianchi e ne ho viste e sentite di tutti i colori in 50 anni e passa di calcio e calciatori, ma lui, Cavani, è un’altra cosa, è uno speciale, che sorride di quel suo sorriso imprigionato nell’apparecchio correttivo e dice cose “strane”; lui ringrazia il Signore, non se ne dimentica mai e, subito dopo, che “deve migliorare, che deve lavorare di più, che solo così il Palermo continuerà a vincere…”. Senza vantarsi mai, ma dividendo i suoi meriti con quelli dei compagni. Sempre.