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PASTORE: ecco tutta la sua verità detta ai fans

Per una volta intervistato dai suoi fans, il talento del Palermo, Javier Pastore, ha parlato a ruota libera delle sue aspettative, dei suoi sogni e di come vive il presente. La redazione di.

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Per una volta intervistato dai suoi fans, il talento del Palermo, Javier Pastore, ha parlato a ruota libera delle sue aspettative, dei suoi sogni e di come vive il presente. La redazione di Mediagol.it vi riporta l’intervista rilasciata dal campione argentino. Come ti sei sentito quando Maradona ti ha definito un maleducato del calcio? “E’ stata una cosa incredibile essere chiamato così da una persona come Maradona. Sono molto felice che lui confidi in me”. Ti piacerebbe giocare nel Napoli che fu di Maradona e che oggi è di Lavezzi, oppure nel Milan? “E’ un grande club che ha molta storia nel calco italiano e poi il Pocho Lavezzi è un gran giocatore non mi dispiacerebbe poter giocare con lui. Anche il Milan è un altro club con tantissima storia, vedremo”. E’ vero che sei fidanzato? “Sì è vero. Sono felice di stare con lei, mi fa stare bene e io faccio stare bene lei”. Dove pensi di dover migliorare? “Ho 21 anni, ho fatto ancora poco nel calcio, posso migliorare e mi piace potermi migliorare. Devo lavorare nello spazio corto per essere più incisivo”. Che ti manca dell’Argentina? “Molto. E’ chiaro che è il paese dove sono nato e cresciuto e dove ho passato tutta la mia infanzia. Mi manca tutto del mio paese: la mia famiglia e miei amici. Ma in Italia sto bene”. Che emozioni hai provato quando hai giocato a Torino e Roma? “E’ stata una sensazione meravigliosa. La gente ti applaude per come giochi anche se sei della squadra avversaria”. Pensi di rimanere molto in Italia? “Non lo so. Non so cosa mi riserva il futuro. Di sicuro a Palermo mi trovo molto bene poi in futuro si vedrà”. Perché hai lasciato il tuo numero 6? “Ho cambiato il 6 perché a mia madre piace il numero 27 che è il suo numero preferito e proprio per lei l’ho voluto cambiare”. Le emozioni e le motivazioni che incontri giocando a calcio? “Le emozioni sono tante e dovute al fatto che faccio un lavoro che mi piace e che mi permette di divertirmi. Le motivazioni sono altre: ho molta voglia di fare, sono sempre concentrato per vincere. Diciamo che la vittoria è la mia più grande motivazione”. Preferisci il gioco italiano più tattico o il gioco argentino che ti lascia più libero? “Il gioco argentino mi lascia più libero di giocare come voglio, ma devo dire che il calcio italiano e veramente bello. C’è molto tattica ma noi attaccanti siamo liberi di giocare in mezzo al campo”. Quando esulti fai la ‘L’ che significa? “L’ho fatto per mia sorella, che per l’appunto si chiama Lorena. Le avevo promesso che se avessi segnato le avrei dedicato il gol”.