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PALERMO, TROPPE DELUSIONI Perché vuoi rovinare una grande storia damore?

Larticolo scritto sotto forma di lettera dopo Lazio-Palermo 2-0 dal giornalista di Live Sicilia, Roberto Puglisi. Il "destinatario" è il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini e il titolo.

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Larticolo scritto sotto forma di lettera dopo Lazio-Palermo 2-0 dal giornalista di Live Sicilia, Roberto Puglisi. Il "destinatario" è il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini e il titolo riassume con una domanda lo stato danimo di molti tifosi rosanero dopo le ultime vicende del club: "Perché vuoi rovinare una grande storia damore?". Caro Maurizio, Permettici, per una volta, di darti del tu. Il rapporto con noi (con i tifosi, con i giornalisti, con Palermo) si è fatto burrascoso, ma conserva un certo grado di intimità e affetto. In pubblico ci rivolgiamo a te con il “lei” di prammatica e saremmo tentati, negli ultimi tempi, di appellarti con un più distanziato “voi”. In privato, nel nostro cuore maledicente o benedicente, ti diamo del tu. Veniamo al dente che duole: stai rovinando la più grande storia d’amore degli ultimi cento anni. Andiamo con ordine. Nessun credente rosanero, nessun cronista, nessuno insomma può evitare di elencare lo sterminato elenco delle tue benemerenze. E dunque sia lode a Zamparini Maurizio, imprenditore estero, che ha preso le macerie rosanero, assediate da topi e miasmi e ne ha tirato fuori una bella casa. Dolce da vedere, confortevole da abitare. Ricordiamo la notte più magica: la luce splendente della promozione in serie A. Era buio, però bisognava andare in giro con gli occhiali da sole. Il sottoscritto si trovava in strada, con un taccuino che presto diventò inservibile. Davanti, uno spettacolo semplicemente non raccontabile da vocabolario umano. La felicità assoluta da toccare con le mani. Una cosa mai vista. La pensavano così pure i vecchietti di una casa di riposo, turbati e affacciati al balcone. Scelsero come interlocutore l’unico che indossasse la giacca nella baraonda. Domandarno: “E’ scoppiata la guerra?”. Risposi: “No, il Palermo in A”. Loro, i vecchietti, chiusero le tapparelle con un gesto indispettito. Si sentirono presi per i fondelli. L’idea del Palermo in A: inconcepibile, più strana della guerra. Tu, Maurizio, ci hai regalato il fiore che sportivamente non marcisce, con una promessa di durevole felicità. E che fai ora? Ti comporti come un fidanzato bizzoso, come colui che cerca il pretesto per litigare. Hai sempre cucinato a fuoco lento i tuoi allenatori. Quel Guidolin demolitore che ti ha incantato appena sette giorni fa era tuo, ti apparteneva, prima che tu lo costringessi a emigrare per coercizione e dileggio continuati. E Rossi? Un galantuomo, un grande allenatore. Guarda come lo hai trattato… Non provi un po’ di rossore, Maurizio? Sì, il suo Palermo prendeva troppi gol, eppure era una favola tenera, da leggere e diffondere. Esistono squadre perfette, Caro Presidente? Sai indicarci più di tre formazioni che non subiscano reti in eccesso o che non ne segnino poche? Lo zero a sette con l’Udinese è un capolavoro tuo, Mitico Emmezeta. Il prodotto logico e atteso di un allenatore in tilt e di un Palermo allo sbando, per tua massima responsabilità. Li hai distrutti tu, con le tue libere riflessioni spesso non rispettose dell’umanità di chi ti sta accanto. Tu dai cazzotti alle persone, magari per irruenza. E lasci i lividi. Sei convinto che esista liberalità di offesa, perché i soldi li metti comunque tu. Hai considerato con sprezzo un gruppo di onesti e bravi tifosi per una petizione di cui non hai compreso lo spirito e il fine. Era un appello sacrosanto all’unità, non un regicidio. Hai cacciato l’allenatore amato dalla gente, sostituendolo con un signore simpatico che, nel migliore dei casi, dovrà ricominciare. Tratti male i giornalisti a ogni piè sospinto, ormai. E solo la timidezza della stampa palermitana ti esime dal ricevere le risposte che spesso meriteresti. Stai rovinando la tua storia magnifica d’amore con Palermo. Attento, perché non c’è ritorno. Attento, Maurizio, questa è una città unica nel bene e nel male: più del risultato le interessano coerenza e dignità. Se Palermo ama qualcuno, gli dà l’anima senza chiedere nulla in cambio. Ma se smette di amare, se crede che sia giusto farlo, non si volta indietro, a costo di strapparsi il cuore.