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PALERMO, SEMAFORO ROSSO STOP A CARPI, MA QUANTA RABBIA.

di Leandro Ficarra Forse annoiato dallo spettacolo modesto offerto dai ventidue interpreti sul terreno di gioco del “Cabassi”, il signor Candussio da Cervignano , direttore di gara della.

Mediagol8

di Leandro Ficarra Forse annoiato dallo spettacolo modesto offerto dai ventidue interpreti sul terreno di gioco del “Cabassi”, il signor Candussio da Cervignano , direttore di gara della sfida tra Carpi e Palermo, decideva intorno alla mezzora della ripresa di ergersi a maldestro protagonista della gara, segnandone inesorabilmente indirizzo ed epilogo. Il Palermo perde partita e primato, ma cosa ben più grave, Iachini sarà costretto ad inventarsi la formazione che affronterà la Ternana a causa del pesante strascico disciplinare che ha caratterizzato questa infausta trasferta in Emilia. Il tecnico marchigiano, contro i rossoverdi, dovrà infatti rinunciare agli squalificati Munoz e Barreto, ammoniti nel primo tempo, oltre a Daprelà e Milanovic espulsi nella ripresa. Dopo due terzi di match avari di contenuti tecnici ed emozioni, l’arbitro riusciva nell’impresa di avvelenare il clima tra i contendenti del match, maschio ma leale, con una serie di decisioni cervellotiche. Dopo aver allontanato Giorgio Perinetti dalla panchina in chiusura di prima frazione, Candussio, nella ripresa, assegnava, su segnalazione del collaboratore di linea, un rigore alquanto discutibile per un fallo di mani involontario di Daprelà su controllo di Concas. Quindi comminava il secondo giallo, con conseguente espulsione, all’esterno sinistro svizzero, sancendo l’inferiorità numerica dei rosa. Non pago, cacciava Iachini, reo di disperarsi, in maniera apparentemente composta, all’interno della sua area tecnica. Memushaj trasformava il penalty che risulterà decisivo per il successo degli uomini di Vecchi. Lo show del fischietto di Cervignano, però, non finiva qui. L’incredibile festival del cartellino rosso in casa Palermo mieteva altre due vittime: il segretario organizzativo Salvatore Francoforte, ed il centrale serbo Milan Milanovic che veniva sanzionato con l’espulsione per una manata sul volto dell’avversario. Scorrettezza chiara ma provvedimento a dir poco fiscale. Zero gol segnati, zero punti in dote, zero tiri in porta, tanto ardore, poco gioco. Quattro gialli e ben cinque espulsioni. Il bilancio del Palermo in questa trasferta di Carpi è disastroso. Molto male in termini di gioco ed incisività la squadra di Iachini, nettamente peggio il direttore di gara, che, con una performance disastrosa ed un atteggiamento indisponente nei confronti dei rosa, ha oggettivamente influito sul risultato finale. Detto questo, il Palermo di oggi non avrebbe meritato un risultato diverso. Per oltre un’ora ha avuto il pallino del gioco in mano, anzi tra i piedi, senza sapere cosa farsene. Il centrocampo operaio imbastito da Iachini, con Barreto , Ngoyi e Bolzoni, ha pressato ed aggredito in ogni dove, ma non ha mai proposto una bozza di fraseggio lineare e ragionato, come preventivabile per caratteristiche. Cattiva gestione della palla, circolazione lenta e farraginosa, nessuna sovrapposizione sulle corsie. Tema unico: lancio lungo e mal dosato dei centrali difensivi per le punte, Abel e Belotti, che non hanno, come è noto, peculiarità da pivot offensivo. Il Carpi così aveva vita facile con il suo blindato 4-5-1, disciplinato nella copertura degli spazi, aggressivo nel pressing, sistematico nei raddoppi. La compagine di Vecchi, ordinata, ma timida ed arroccata nel proprio fortino, proponeva il nulla, per atteggiamento e qualità, in fase offensiva. Abbiamo quindi assistito a più di settanta minuti di rude contesa agonistica, priva di acuti calcistici di rilievo, una performance di estrema mediocrità sul piano squisitamente tecnico, di cui il pari a reti bianche costituiva fedelissimo emblema. Fino al minuto 72, quando saliva in cattedra il signor Candussio, divenendo, suo malgrado, protagonista in negativo del match. Iachini conferma in avvio il 3-5-2, preferendo Milanovic a Terzi in retroguardia e Ngoy a Verre in zona nevralgica. Pisano e Daprelà stantuffi esterni, Barreto e Bolzoni intermedi, Abel e Belotti in avanti. Carpi chiuso a riccio, 4-5-1 serrato e prudente quello proposta da mister Vecchi. Si lotta molto, si costruisce poco o nulla. Il tentativo di saltare il centrocampo con approssimativi lanci lunghi dalle retrovie risulta infruttuoso. Abel e Belotti inseguono palloni impossibili, vengono sovrastati dai centrali emiliani. La palla gira poco e male, l’argine rosa in mezzo al campo filtra ma non costruisce. Esterni bassi più bloccati del solito, squadra rosa sfilacciata, manovra involuta. Una punizione di Barreto sfiora il palo, una rara verticalizzazione, sempre del capitano, pesca bene Belotti che calcia sul portiere in uscita. Tre gialli in dieci minuti in casa rosa sono oscuro presagio di quello che accadrà nella ripresa. Daprelà, Bolzoni e Barreto finiscono sul taccuino di Candussio, Perinetti direttamente negli spogliatoi. Iachini vuole sovvertire il torpore di idee del suo gruppo: in apertura di ripresa, dentro Lafferty per Ngoyi. Si passa al 3-4-3 con il nordirlandese boa, Abel e Belotti larghi sull’esterno. Altro giallo pesante: Munoz allunga la lista degli assenti nel match con la Ternana. Il Palermo si allunga ma non punge, Il Carpi prende coraggio. Di Gaudio salta Munoz e conclude a lato. Lollo calcia bene dl limite ma trova il corpo di Milanovic. Concas manca di un soffio l’appuntamento sotto misura su cross di Memushaj. Quindi l’episodio chiave: Concas prende il tempo a Daprelà tentando di scavalcarlo con una specie di sombrero, la palla impatta la mano del rosanero, da zero metri, in area di rigore. La distanza è ravvicinata, i tempi di reazione minimi per supporre la volontarietà. Candussio ed i suoi assistenti la pensano diversamente: rigore per il Carpi con tanto di doppio giallo ed espulsione per Daprelà. Memushaj realizza dagli undici metri e sigla il vantaggio emiliano. L’inizio della fine in casa Palermo: Candussio infierisce espellendo nell’ordine Iachini, il dirigente Francoforte ,ed il serbo Milanovic nel convulso finale. Il passaggio al 4-3-2, con gli ingressi di Verre e Lores, in luogo di Abel e Bolzoni, non muta la storia del match. Frustrazione e rabbia non partoriscono un guizzo vincente. Il fischio finale certifica lo storico successo degli emiliani e frena la corsa promozione dei rosanero.