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PALERMO, QUALCOSA È CAMBIATO. IACHINI VINCE E CONVINCE.

di Leandro Ficarra Beppe Iachini non ha la bacchetta magica. Non era plausibile attendersi radicali evoluzioni tattiche e mirabilie sul piano del gioco. Contava solo vincere, nell’esordio del.

Mediagol8

di Leandro Ficarra Beppe Iachini non ha la bacchetta magica. Non era plausibile attendersi radicali evoluzioni tattiche e mirabilie sul piano del gioco. Contava solo vincere, nell’esordio del neo tecnico rosa al “Barbera”, al cospetto di un avversario abbordabile e dopo due sconfitte consecutive con relativo esonero di Gattuso. Il Palermo ha vinto, in modo netto e perentorio. Tre a zero ad una Juve Stabia modesta, vittima di una strutturale fragilità difensiva e falcidiata da una serie di assenze significative. Nonostante i pochi giorni di lavoro, Iachini ha già sparso tracce del suo imprimatur, intraviste, seppur a sprazzi, nel corso del match. Variazioni sostanziali di matrice tattica, non tanto nel modulo, il rombo, che Gattuso aveva già proposto con alterne fortune, ma nell’interpretazione dello stesso e nella scelta degli uomini. Per la prima gara del nuovo corso, il tecnico ex Siena ha varato un 4-3-1-2 caratterizzato da alcune novità rispetto alla precedente gestione. Identica la linea difensiva, con Morganella e Daprelà esterni, Andelkovic che rilevava un acciaccato Munoz affiancando Terzi al centro della linea. Mossa chiave, l’ inserimento del talento scuola Roma Verre in mediana sul centrosinistra, con Barreto vertice basso e Bolzoni intermedio di destra. L’ex Siena, al debutto in rosa ha conferito ritmo e qualità alla manovra, cambiando passo e cucendo le trame con personalità e snodi in verticale. In linea generale, l’atteggiamento del centrocampo è parso diverso, con la linea che ha cercato di pressare più alta ed i due intermedi, Verre e Bolzoni , a fungere da incursori tra le linee stabiesi in cerca dell’inserimento. Di Gennaro, trequartista designato, veniva spesso incontro a fare l’elastico, provando ad impreziosire la costruzione con il suo sinistro morbido, sgravando Barreto dall’impostazione. Ciò ha permesso di vedere uno sviluppo della manovra leggermente più organico, nuove opzioni di giocata, trame offensive più armoniose, con Abel e Dybala sovente sollecitati in verticale e decisamente più legati al resto della squadra. Nulla di eccezionale, sia chiaro, ma cenni di coralità ed incisività tangibili, complice anche la modestia, a tratti imbarazzante, della compagine gialloblu nell’applicazione della fase difensiva. Ogni qualvolta i rosa verticalizzavano, marchiani errori, individuali e di reparto, mettevano regolarmente gli uomini di Iachini davanti a Calderoni. Con maggiore cinismo in fase di conclusione, il punteggio avrebbe potuto assumere proporzioni ben più vistose. Qualcosa di diverso, nell’interpretazione tattica e nell’idea di sviluppo delle tracce di gioco , si è colto. Il passaggio nel finale al 5-3-2, che in fase di possesso diventava 3-4-1-2, con Verre spostato trequartista, è un saggio di come il tecnico voglia conferire duttilità al modulo ed alla collocazione dei suoi interpreti. Tali considerazioni vanno chiaramente circoscritte alla gara odierna, e l’efficacia di certi correttivi andrà suffragata nel medio termine in presenza di test più probanti. Gli aspetti da migliorare sono ancora molteplici: rapidità nella circolazione della sfera, lucidità in sede di rifinitura e finalizzazione, trame fluide sulle corsie. Anche nel vittorioso match odierno certi difetti si sono manifestati puntualmente. Il valore sul piano psicologico di questa vittoria è comunque notevole, in quanto dona slancio al nuovo corso e consente di guardare al futuro con un minimo di ottimismo in più. Dopo il vantaggio firmato Di Gennaro, bravo a risolvere un flipper in area su azione susseguente da corner, i rosa avrebbero più volte potuto raddoppiare. Abel confezionava un comodo assist per Dybala, ma il sinistro dell’argentino veniva deviato da Calderoni. Lo stesso attaccante uruguaiano timbrava il palo a botta sicura su clamorosa amnesia della retroguardia stabiese. Quindi Vitale sfiorava il pari per i campani, ma Andelkovic salvava sulla linea a Sorrentino battuto. Nella ripresa ancora Vitale metteva i brividi chiamando Sorrentino ad una prodezza, sulla ribattuta Ghiringhelli ribadiva in rete ma in chiara posizione di off-side. Di Gennaro coglie il palo a porta vuota prima di lasciare il posto a Pisano. Il Palermo mutava assetto tattico passando alla difesa a tre, con Daprelà terzo centrale, Pisano e Morganella esterni alti, Verre trequartista dietro le due punte. Proprio una verticalizzazione del giovane ex Siena propiziava il rigore con annesso raddoppio di Abel. Troianiello fa rifiatare un applauditissimo Verre. C’è tempo per l’ennesima magia di Lafferty che rileva Dybala e concede ulteriore saggio delle sue doti balistiche: destro a giro telecomandato, su punizione dai venti metri, e palla all’incrocio dei pali. La ciliegina sulla torta di un debutto da incorniciare per Beppe Iachini. Il tecnico marchigiano possiede esperienza, acume tattico, e personalità per focalizzare vizi e virtù di questa squadra. Serviranno tempo e lavoro per acquisire identità definita e gioco funzionale alle attitudini dei singoli, ma la prova odierna costituisce certamente un confortante primo passo.