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PALERMO, PARI E SOFFERENZA. AL “BRAGLIA” UN PUNTO E TANTE OMBRE

di Leandro Ficarra Novantacinque minuti di battaglia, lotta e sofferenza. Un trailer eloquente che illustra quanto sarà intricata e densa di colpi di scena la trama del campionato cadetto, in.

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di Leandro Ficarra Novantacinque minuti di battaglia, lotta e sofferenza. Un trailer eloquente che illustra quanto sarà intricata e densa di colpi di scena la trama del campionato cadetto, in cui il Palermo avrà l’onore e l’onere di recitare da protagonista. Il pareggio maturato al “Braglia” tra il Modena e la formazione rosanero ha un rilevante valore didattico per gli uomini di Gattuso, aspetto ben più significativo del mero riscontro numerico. Ardore agonistico, corsa e fisicità, spazi ridotti al minimo, quadratura ed accortezze tattiche di ogni sorta al cospetto della favorita del torneo. Questo il menù velenoso che tutte le compagini serviranno al club del patron Zamparini. Un menù a cui abituarsi in fretta, poiché rischia di risultare indigesto se sprovvisti della fame e della voracità necessaria. Via il fioretto e dentro di sciabola se si vorrà duellare alla pari con gli avversari per poi tramortirli con il pregiato talento dei propri stoccatori. La banda Gattuso percepita l’antifona non si è tirata indietro. Fin quando la condizione fisica l’ha sorretta, ha provato a calarsi nei ritmi e nei toni agonistici della categoria, manifestando però un palese disagio ad interpretare correttamente la gara. Non è stato un Palermo brillante ed incisivo, assistito dalla buona sorte nei momenti topici del match stava per essere premiato oltre i propri meriti,e, nel finale, stremato e poco lucido, ha rischiato di tornare a casa a mani vuote. Gattuso schiera la squadra con il consueto 4-2-3-1 , conferma in toto la linea difensiva vista contro il Verona, preferendo Andelkovic a Munoz al fianco di Terzi. Pisano e Daprelà a presidio delle corsie, Bacinovic e Bolzoni compongono la diga mediana. Tridente con Lores, Dybala e Stevanovic alle spalle di Lafferty. Novellino, tecnico capace e navigato, non cede alla tentazione di sfidare muso a muso il più quotato avversario. Quindi predispone un accorto 3-5-2 che in fase di non possesso è un chiaro 5-4-1. Linee strette e corte, grande densità in mezzo al campo e pressione costante sui portatori di palla. Il Modena lascia il pallino del gioco ai rosa, i centrali emiliani accorciano a turno raddoppiando i trequartisti e disinnescandone di fatto l’azione. Il Palermo gira la palla con pazienza ma a ritmo blando, fatica a trovare Dybala centralmente, non sfonda con Stevanovic, gli esterni bassi non sovrappongono col tempo giusto. La supremazia territoriale della banda Gattuso risulta sterile, Lafferty si sbatte ma resta spesso isolato, il solo Lores si accende a sprazzi, di occasioni vere neanche l’ombra. Anzi è il Modena a far sussultare il “Braglia” grazie al talento di Mazzarani, trequartista dal tasso tecnico decisamente superiore alla media della categoria. L’ex Novara, prima sfiora il palo con un sinistro radente , ben servito da Rizzo, quindi scuote la traversa con un tiro velenoso deviato da Sorrentino. Con la spinta di Garofalo, i tagli di Babacar, e le incursioni dello stesso Mazzarani, il Modena insiste molto sulla propria corsia di sinistra dove Pisano, non sempre puntuale e poco supportato in copertura da Lores, appare in chiara difficoltà. Da un corner contestato assegnato al Palermo, probabilmente inesistente, nasce il vantaggio rosa: Andelkovic svetta su parabola di Dybala e sigla il classico gol dell’ex in chiusura di tempo. Ti aspetti un Palermo che riordini le idee nell’intervallo e capitalizzi nella ripresa vantaggio e maggior caratura complessiva. Nulla di tutto ciò. Il Modena alza ritmi e baricentro ed il Palermo cede troppo l’iniziativa all’undici di Novellino. Lores, Dybala e Stevanovic calano vistosamente, Bolzoni e Bacinovic sono costretti agli straordinari in fase di copertura. Ben presto le forze vengono meno anche ai due gladiatori interni rosa, ed il Modena prende in mano centrocampo e redini del match. Mazzarani, ancora lui, coglie un altro legno a Sorrentino fuori causa, il Palermo barcolla, resiste ma non riparte più. Novellino mette dentro Surraco, Stanco e Rinaldini. Gattuso richiama Stevanovic per Di Gennaro, quindi Lores per Ngoyi passando al 4-1-4-1 per dare nerbo in zona nevralgica e reggere l’urto. Impresa riuscita fino ad una manciata di minuti dal termine. La pressione emiliana si fa avvolgente ed il Palermo è un po’ sulle gambe. Dybala lascia spazio a Troianiello. Imbeccato da un assist di Stanco, Signori si divora un rigore in movimento calciando in bocca a Sorrentino. Mazzarani, man of the match, stordisce Pisano, troppo morbido nell’occasione, e disegna una parabola con il contagiri per la testa di Surraco che pareggia il conto. Statici nell’occasione i due centrali, Sorrentino non esce, Daprelà tenta invano di stringere e chiudere la diagonale. Uno a uno e “Braglia” in trance agonistica, così come il Modena, che nell’extra time colleziona calci d’angolo e fa sudare freddo Rino Gattuso. Il risultato finale di parità conseguito all’esordio non è certo motivo di particolari riflessioni, la dinamica con cui è maturato e le criticità emerse nel corso del match devono comunque essere oggetto di attenta valutazione in prospettiva futura. Sorvolando sui sincronismi da rodare e la condizione imperfetta di alcuni singoli, dati fisiologicamente migliorabili in avvio di stagione, lo sviluppo della manovra al momento è laborioso e manca di fosforo e profondità. Lafferty è un terminale prezioso, ma le sue doti di sponda nel 4-2-3-1 risultano vane se i trequartisti non brillano nell’uno contro uno e nell’attaccare gli spazi. Contro formazioni cosi chiuse non sarà mai facile far breccia. Per valore e caratteristiche Il miglior Abel, mercato permettendo, ci sembra imprescindibile per conferire incisività e risolutezza in fase conclusiva. Se luruguaiano dovesse partire, serve a questa squadra un finalizzatore vero, di comprovata prolificità in categoria. Fino al due di settembre si potrà rifinire ulteriormente l’organico che, a nostro avviso, necessita ancora di qualche alternativa, sugli esterni bassi ed in mezzo al campo, complementare per caratteristiche agli effettivi attualmente a disposizione. Un paio di innesti che diano anche la possibilità a Gattuso di vagliare in corsa soluzioni tattiche alternative, senza disconoscere la bontà dell’identità di riferimento fin qui corroborata dal lavoro in Austria. Pur non dimenticando che il gruppo rosanero deve ancora avvalersi dell’apporto di elementi importanti per la categoria come Barreto e Munoz, e scoprire appieno talento e carisma di due big ancora poco utilizzati come Di Gennaro e Troianiello. La base è certamente buona, c’è modo e tempo per definirla, modellarla ed esaltarne le potenzialità collettive ed individuali. Urge, tuttavia, una rapida svolta mentale che siamo certi Gattuso riuscirà ad imprimere quanto prima. Tenendo bene a mente la lezione del "Braglia": umiltà, abnegazione, voglia di lottare, spirito di sacrificio. Se non si suda non si vince: benvenuti in serie B.