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MONDIALE SUDAFRICA 2010 Da Berlino a Johannesburg, alle 14.00 lInaugurazione

Lultimo fotogramma è di quelli che non dimentichi per tutta la vita. LAdidas Teamgeist calciato dal piede sinistro di Fabio Grosso che va a morire nellangolo in alto a sinistra della porta.

Mediagol8

Lultimo fotogramma è di quelli che non dimentichi per tutta la vita. LAdidas Teamgeist calciato dal piede sinistro di Fabio Grosso che va a morire nellangolo in alto a sinistra della porta vanamente difesa da Fabien Barthez, e una macchia di maglie azzurre che si rovescia in mezzo al campo dello stadio Olimpico di Berlino per festeggiare un titolo mondiale sul quale nessuno, nemmeno i più inguaribili ottimisti, avrebbero scommesso un centesimo. Germania 2006 – Sudafrica 2010. Il volo da Berlino a Johannesburg è stato veloce. Quattro anni sono passati in fretta e da oggi il popolo che ama il calcio torna a vivere il suo mese di massima passione, per un evento che conserva il suo fascino nonostante tutto ciò che accade nel mondo. E unedizione che passerà alla storia ancora prima di cominciare, visto che è la prima che si svolge in Africa. Un giusto premio ad un continente che in questi ultimi ventanni ha fatto passi da gigante nel calcio e che foraggia con i suoi giocatori – alcuni dei quali veri fuoriclasse – i campionati di tutta Europa. Drogba e Etoo sono i due giocatori simbolo di questa crescita sportiva, che ora il Continente Nero vuole trasformare in crescita collettiva, mettendo le basi per un movimento che possa crescere anche in modo autonomo, esprimendo nazionali competitive. Unoperazione – giusto per capirci – ben diversa da quella che si tentò negli Usa nel 1994. Lì il tentativo di imporre il “soccer” agli americani fallì miseramente, visto che era impossibile superare la forza sportiva, mediatica e sociale delle leghe professionistiche di basket, hockey, football e baseball. Un Mondiale, quello del 2010, che per la prima volta si presenta ai nastri di partenza senza una favorita dobbligo, e allinsegna di un grandissimo equilibrio. Il Brasile-pigliatutto, infatti, pur rimanendo in cima alle preferenze di scommettitori ed addetti ai lavori, non presenta una stella di prima grandezza capace di catalizzare attorno a sé lentusiasmo del popolo verde-oro. Kakà è tormentato dalla pubalgia ormai da due anni, e Rubinho e Luis Fabiano non hanno il carisma di Ronaldo o Ronaldinho. Carlos Dunga ha costruito una formazione solida e pragmatica, sperando nella capacità del gruppo di esaltare i singoli e puntando sulla difesa. Curiosamente infatti, il Brasile questa volta può contare sul reparto arretrato più forte del mondo, con Julio Cesar, Lucio, Thiago Silva e Bastos. Laltra formazione che parte “in prima fila”, usando una metafora automobilistica, è la Spagna campione DEuropa, che vuole sfruttare al massimo la sua “generazione di fenomeni” cercando il primo titolo iridato della sua storia. Dietro Spagna e Brasile cè sicuramente lArgentina, che può contare – lei sì – su una rosa di fuoriclasse forse mai avuta prima. Messi, Higuain, Milito, Aguero, Rodriguez, Mascherano, Samuel sono i pilastri di una “albiceleste” che Maradona ha definito giustamente una Rolls Royce. Tanto da permettersi il lusso di lasciare a casa uno dei tre centrocampisti più forti del mondo: Cambiasso. Sta a lui ora trasformarla in Ferrari. Il concetto è chiaro: se lArgentina “gira” e riesce ad innescare le sue terrificanti bocche da fuoco, la coppa non potrà sfuggirle. Le altre sono lì, sornione, a giocarsi le loro carte: lInghilterra di uno straordinario Capello, lOlanda del trio delle meraviglie Robben-Sneijder-Van der Vaart, il Portogallo di “CR9”, la Germania che-comunque-tanto-alla-fine-ci-arriva-sempre, e la Francia di Domenech, uno che riesce nella difficile impresa di essere più antipatico di Mourinho. In ultimo lItalia di Lippi. La squadra campione in carica arriva in Sudafrica accompagnata da polemiche furenti fuori e da unapparente compattezza granitica del gruppo dentro. Lippi ha ieri sottolineato due cose importanti: che quattro anni fa lItalia non era considerata da nessuno, proprio come oggi, e che proprio per questo i giocatori hanno voglia di stupire. Le convocazioni del tecnico toscano hanno scontentato praticamente tutti – tranne i 23 prescelti – ma Lippi sostiene di avere le idee chiarissime, e che alla fine i detrattori avranno di che scusarsi. Tatticamente gli azzurri dovranno trovare un equilibrio che al momento sembra non esserci. La difesa è rabberciata tra vecchi ormai cotti (Zambrotta e Cannavaro) e giovani acerbi (Bonucci e Bocchetti), mentre le uniche certezze sono Buffon e Chiellini. Il centrocampo ha il solo De Rossi come punto fermo e poi le scommesse Montolivo, Palombo e Marchisio. In attacco, lunico reparto dove cè abbondanza, si attendono i gol di Di Natale e un miracolato risveglio di Gilardino. Insomma, le incognite sembrano apparentemente molto superiori alle certezze. Lippi ha detto provocatoriamente che nessuno di quelli che ha lasciato in Italia avrebbe potuto essere decisivo. Io personalmente non sono daccordo, e comunque, valeva la pena tentare. Mi attendo un torneo equilibrato, con squadre che mireranno prima a non prenderle e poi a fare spettacolo. Un occhio di riguardo andrà ovviamente ai nostri ragazzi rosanero Kjaer, Cavani e Pastore. I nostri tre giovani campioni hanno una chance unica per mostrare al mondo quanto valgono. Il pallone del mondiale (lo Jabulani) pare sia una specie di scheggia impazzita che farà ammattire i portieri. Gli arbitri, Rosetti in testa, sono attesi da un compito improbo, dato che il loro operato verrà vivisezionato dalle decine di telecamere in HD che ormai la tecnologia mette a disposizione del pubblico televisivo. Lineffabile Joseph Blatter (che proprio ieri ha dichiarato che la Fifa – alla faccia della crisi – muove circa un miliardo di dollari) se ne frega e della moviola in campo non vuol sentir parlare. Speriamo che alla fine vinca chi davvero merita (meglio se lItalia) e che soprattutto la vittoria non sia offuscata da episodi dubbi. La Francia – ricordiamolo - è in Sudafrica grazie alla mano galeotta di Henry. Il mio pronostico è una finale Spagna-Argentina, con Inghilterra e Brasile semifinaliste e Olanda e Italia possibili “rompiscatole”. “Waka waka” amici, e buon Mondiale!!! Giuseppe DAgostino