senza categoria

LA NUOVA SFIDA DEL PALERMO Zamparini non ascolta i tifosi e cambia tutto Il nuovo obiettivo? Non far rimpiangere Delio Rossi, luomo dei record

Di Francesco Caruana Nella giornata di ieri si è conclusa l’era di Delio Rossi sulla panchina del Palermo. Stavolta però, al contrario di ciò che avvenne dopo lo 0-7 con.

Mediagol8

Di Francesco Caruana Nella giornata di ieri si è conclusa l’era di Delio Rossi sulla panchina del Palermo. Stavolta però, al contrario di ciò che avvenne dopo lo 0-7 con l’Udinese e l’infausta parentesi targata Serse Cosmi, ipotizzare un ritorno del tecnico romagnolo in rosanero è pura utopia. A nulla è valso essere arrivati ad un passo da una storica conquista della Coppa Italia, a nulla sono valsi i numerosissimi attestati di stima per Rossi da parte della squadra. A nulla, soprattutto, è valso l’amore sconfinato del pubblico del “Barbera” per mister Delio e le speranze dei tifosi di un accordo con il presidente Maurizio Zamparini, che ai più era parso impossibile sin dal ritorno del tecnico romagnolo sulla panchina del Palermo. L’incontro tra il patron e l’ormai ex tecnico non è servito a cercarlo quell’accordo, ma semplicemente a sancire la fine di una storia durata quasi due anni e il cui epilogo, come ha confermato anche il vicepresidente rosanero Guglielmo Miccichè ai microfoni di Mediagol.it, era già scritto. L’eventuale vittoria nella finale di Coppa Italia contro l’Inter non avrebbe cambiato le carte in tavola e avrebbe anzi aumentato ancor di più il rimpianto dei tifosi, perché alla base del divorzio tra Rossi e Zamparini non ci sono solo divergenze di natura tecnica. ROSSI-ZAMPARINI, UNA PARTITA A SCACCHI Quella tra i due protagonisti della vicenda che ha tenuto tutti con il fiato sospeso negli ultimi mesi è stata una partita a scacchi, in cui ad ogni mossa di uno corrispondeva il contrattacco dell’altro. Rossi ha più volte ribadito che per restare avrebbe voluto essere al centro del futuro progetto tecnico del Palermo, che in soldoni significa avere forte voce in capitolo di calciomercato; Zamparini ha risposto che mai nessun allenatore sarà al centro del progetto, mettendo al primo posto a pari merito la squadra, la società, i tifosi e il tecnico. Rossi ha dribblato le domande sul suo futuro, con le ipotesi Sampdoria, Roma e Genoa sempre più o meno attuali; Zamparini ha parlato alla stampa della sua ammirazione per Vincenzo Torrente, Gian Piero Gasperini, Giuseppe Sannino e Claudio Ranieri. Rossi ha sottolineato che, avendo a disposizione la squadra più giovane della Serie A, qualche battuta d’arresto dovuta all’inesperienza era da tenere in conto e fare meglio di quello che si è fatto sarebbe stato impossibile; Zamparini ha risposto che il tecnico avrebbe dovuto smetterla di essere ripetitivo, "perché Messi non ha 50 anni" e l’Arsenal "ha quattro giocatori di 21 anni" e fa grandi campionati. Rossi pretendeva stabilità per restare in Sicilia; Zamparini gli ha offerto un anno di contratto. Terminati gli impegni ufficiali della squadra, i due "avversari" hanno concluso la partita di scacchi nel modo più ovvio: Rossi via da Palermo, con buona pace dei tifosi rosanero. Un rapporto logoro, quello tra il patron friulano e il tecnico romagnolo. Proprio per questo motivo, la sua conclusione arrivata in questo momento ha degli aspetti positivi. Vediamo di analizzare quali. LASPETTO POSITIVO DELLA ROTTURA TRA ROSSI E ZAMPARINI Prima di tutto, non si poteva vivere per un’altra stagione da separati in casa. Troppe cose sono state dette (più da Zamparini che da Rossi, a onor del vero) e la squadra ne ha risentito in più di una occasione. Una delle poche chiavi di lettura logiche dell’insensato 7-0 inflitto dall’Udinese al “Barbera” ad una squadra capace, neanche 30 giorni prima, di dare notevole filo da torcere a “San Siro” all’Inter campione d’Italia e d’Europa e di sconfiggere tra le mura amiche la Juventus, è la tensione insostenibile che si respirava tra i giocatori rosanero per le continue esternazioni di Zamparini sul proprio tecnico. Tre giorni prima di quella gara maledetta, che ha sancito il primo esonero di Rossi, il patron aveva dichiarato di considerare Francesco Guidolin, prossimo avversario del Palermo, migliore del suo allenatore. Affermazioni che fanno male, destabilizzano l’ambiente e lasciano inevitabilmente scorie, come si è visto durante la parentesi Cosmi, in cui la squadra (se si eccettua la gara contro il Milan) sembrava psicologicamente spenta, alla faccia della scossa che avrebbe dovuto dare l’esonero di Rossi. Dunque concludere il rapporto con il tecnico romagnolo, per ciò che è successo negli ultimi mesi, era in un certo senso doveroso. Su certe cose mettere una pietra sopra (il ritorno dopo il primo esonero) è difficilissimo, sperare addirittura che ci sia spazio per un’altra (la firma del nuovo contratto) è follia. LARRIVO DI PIOLI E LA PREPARAZIONE ESTIVA L’altro aspetto positivo è che il nuovo tecnico, che, a meno di colpi di scena dell’ultim’ora, sarà Stefano Pioli, avrà a disposizione l’intera estate per conoscere la squadra, pianificare (per quanto possibile) il mercato e fare introiettare ai giocatori la propria filosofia di gioco. È d’obbligo ricordare ciò che successe nel 2008 con Stefano Colantuono, come Rossi già esonerato e poi richiamato nella stagione precedente: il tecnico romano, confermato da Zamparini alla fine del campionato 2007/2008, in cui il Palermo terminò 11esimo (peggior piazzamento dal ritorno nella massima serie), fu esonerato dopo la sconfitta contro l’Udinese (ancora una somiglianza con l’affaire Rossi) nella prima giornata del nuovo campionato. Qualcosa di molto simile è accaduto in Serie A anche in questa stagione, ma (almeno stavolta) Zamparini non c’entra: il Bologna, dopo aver confermato Franco Colomba, reduce da una salvezza per certi versi miracolosa, lo ha esonerato a pochi giorni dall’inizio del campionato. È logico che un cambio nella gestione tecnica poco prima dell’avvio del campionato, o a stagione appena iniziata, ha più di uno svantaggio: il nuovo allenatore si trova proiettato in una realtà che non conosce e deve gestire uno spogliatoio sicuramente turbato dal cambio inaspettato e che aveva effettuato la preparazione con un certo tecnico e si ritrova ad affrontare la stagione con un altro. E proprio la preparazione è uno dei fattori decisivi dei successi o insuccessi di una squadra. In un calcio dove si gioca ogni tre giorni (anche l’anno prossimo il Palermo sarà impegnato su tre fronti: campionato, Europa League e Coppa Italia), la tenuta fisica della squadra è fondamentale e la gestione delle forze viene decisa prima del ritiro estivo, impostando la preparazione atletica in un modo o in un altro, a seconda del credo dei diversi allenatori. Dunque, per quanto possibile è sempre meglio evitare cambi di allenatore, in particolare nelle primissime battute della stagione. PIOLI E LA FASE DIFENSIVA DI ZAMPARINI L’ultimo motivo per cui il cambio di panchina può fare bene al Palermo è legato al pomo della discordia a mezzo stampa tra Zamparini e Rossi: la fase difensiva. Niente da obiettare sul calcio-spettacolo del tecnico romagnolo, che non solo fa divertire ma permette anche di mettere in cascina punti preziosi: il quinto posto dello scorso anno, in cui il Palermo ha stabilito il record di punti nella sua storia nella massima serie e ha sfiorato la qualificazione in Champions League, e l’approdo in finale di Coppa Italia quest’anno stanno a confermare che il gioco di Delio Rossi non è spregiudicato e sconclusionato, ma ha un suo equilibrio. Va però dato atto al presidente Zamparini che 63 gol subiti in campionato (seconda peggior difesa) sono veramente troppi per una squadra che lotta per conquistare un posto in Europa e quest’anno quell’equilibrio non si è visto: non a caso, la qualificazione all’Europa League è arrivata grazie all’approdo in finale di Coppa Italia, perché l’ottavo posto in campionato avrebbe lasciato i rosanero a bocca asciutta. Neanche nell’annata 2007/2008, di cui si è parlato sopra a proposito di Colantuono, si subirono tanti gol: quell’anno furono 57. Rispetto alla scorsa stagione, il Palermo ha subito ben 16 gol in più, segnandone anche uno in meno. CHIEVO, QUARTA MIGLIOR DIFESA CAMPIONATO Se è vero che con una squadra giovane e con ricambi non sempre all’altezza dei titolari era difficile fare miracoli, è altrettanto vero che tre quarti della difesa rosanero sono rimasti inalterati e la cessione di Simon Kjaer da sola non può spiegare questo tracollo. Se veramente sarà Stefano Pioli a sedersi sulla panchina del Palermo, va dato atto all’ex tecnico clivense di avere avuto la quarta miglior difesa del campionato con una squadra che ha lottato per non retrocedere e che certamente nelle individualità della retroguardia non è paragonabile a quella rosanero. UN NUOVO CICLO PER IL PALERMO Insomma, pur essendo i tifosi rosanero eternamente grati a Delio Rossi per le grandi emozioni che ha fatto vivere in queste due stagioni, questo era il momento buono per chiudere il capitolo legato al tecnico romagnolo e aprirne uno nuovo. Con la conquista della Coppa Italia il momento sarebbe stato addirittura perfetto, come avvenne allo stesso Rossi ai tempi della Lazio, ma il destino ha voluto che ancora una volta il trofeo nazionale svanisse ad un passo dal traguardo. Si ricomincia con un nuovo tecnico, che aprirà una nuova era e ha il diritto di lavorare senza l’ombra di Delio Rossi ad inseguirlo costantemente, con la speranza di non dover rimpiangere l’uomo dei record.