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IL DELIO ROSSI DAY Un anno fa arrivava a Palermo lallenatore dei record

A quanti di voi si saranno chiesti se oggi è il compleanno del tecnico Delio Rossi: la risposta è no! non lo è, ma non per questo non si può festeggiare. Infatti era il 23.

Mediagol8

A quanti di voi si saranno chiesti se oggi è il compleanno del tecnico Delio Rossi: la risposta è no! non lo è, ma non per questo non si può festeggiare. Infatti era il 23 novembre, esattamente un anno fa, quando lattuale tecnico del Palermo prendeva il posto di Walter Zenga. L’ex uomo ragno dopo 13 giornate aveva raccolto 17 punti in classifica con una media 1,31 a partita. Dopo il pareggio interno contro il Catania, il presidente Zamparini decise per il cambio in panchina e l’arrivo del tecnico romagnolo stravolse l’assetto tattico della squadra dando la sua impronta e una nuova identità di gioco, portando la media punti a fine stagione a 1,92, con 48 punti in 25 giornate ed inanellando una serie di record che entreranno nella storia della società rosanero. La stagione 2009/2010, infatti è da considerarsi come la stagione dei record stabiliti in Serie A: miglior piazzamento in classifica eguagliato (5° posto come nella stagione 2005/2006 e 2006/2007), record di punti in assoluto (65), record di punti in casa (45), maggior numero di vittorie in un campionato (18), minor numero di sconfitte (9), ed infine, record di minor numero di sconfitte in casa(0), una imbattibilità che durerà 17 mesi dal 0-4 interno contro il Catania fino alla sconfitta interna contro l’Inter questa stagione. Il trend positivo continua nella stagione in corso con 20 punti (+3 rispetto alla passata stagione) in 13 giornate e ben 3 vittorie esterne in 6 trasferte. Con lapprodo di Delio Rossi, il gioco del Palermo è migliorato in maniera netta. Partiamo dal modulo: il Palermo targato Rossi gioca con un 4-3-1-2 o in base agli uomini disponibili con un 4-3-2-1. Unazione di gioco spesso dura pochi secondi, ma dietro queste regole tattiche che ai più sono sconosciute, c’è lo studio e l’abnegazione di una intera squadra. Il gioco se vogliamo comincia dalla difesa: Sìrigu, ormai nel giro della nazionale azzurra è un portiere sicuro ed affidabile a lui dobbiamo registrare una difesa che seppur incerta in alcuni frangenti possiede ampi margini di miglioramento. I centrali Bovo e Munoz, stanno trovando quella confidenza che li porterà ben presto a trovare lalchimia giusta. Ma i cursori delle due fasce: Balzaretti a sinistra e Cassani a destra portano quei cross e quelle verticalizzazioni che rendono la manovra del Palermo fluida e imprevedibile. Le discese dei due esterni, entrambi dotati di buona corsa, hanno dato la possibilità di utilizzare i terzini come "attaccanti" aggiunti, un idea tanto cara a Zeman, di cui Rossi è stato un diligente alunno ai tempi del Foggia dei miracoli. A catturare i palloni, spezzando il gioco degli avversari ci pensano Nocerino e Migliaccio. La loro presenza in campo è diventata fondamentale, tutte le azioni del Palermo ripartono per una conquista del pallone da parte dei due centrali di centrocampo. Ad orchestrare la manovra del Palermo cè Armin Bacinovic una delle rivelazioni di questo inizio di stagione. La manovra passa necessariamente dai suoi piedi: una volta ricevuto il pallone, il regista 21enne smista il gioco sugli esterni per gli accorrenti terzini oppure cerca la verticalizzazione per gli attaccanti. In ogni caso ruba sempre moltissimi palloni, dando più libertà di movimento e maggior tranquillità dazione a Nocerino e Migliaccio, che sgravati dal compito di semplice copertura di tanto in tanto soprattutto il numero 23 tenta il tiro dalla distanza. Dietro lunica punta ci sono due giocatori che hanno trovato una grandissima sintonia pur giocando poco insieme: il primo è Javier Pastore che gioca tra le linee; le cui geometrie, i dribbling e la bravura nel nascondere il pallone spesso si trasformano in assist preziosi, ma questanno è diventato anche cinico e spietato sotto porta, 7 gol in 13 partite sono il suo biglietto da visita. Accanto al Flaco cè Josip Ilicic, lo sloveno ex Maribor, è diventato la spina del fianco di molte difese: veloce, con unottima visione di gioco, possiede un tiro dalla distanza a dir poco micidiale, può tirare sia da destra che da sinistra, può essere una variante nei calci d’angolo e nelle punizioni. In attacco, invece, è ritornato capitan Miccoli, al gol contro il Cesena dopo 6 lunghissimi mesi passati ai box a causa dell’infortunio occorso al ginocchio. Su Miccoli si sprecano i complimenti, la sua fantasia è pura poesia per il calcio. Avere in squadra un giocatore come: Miccoli, Baggio o Zola può fare innamorare di questo sport. Lalternativa di lusso si chiama Mauricio Pinilla. Il cileno sarebbe titolare in qualunque squadra di Serie A, partito come quarto attaccante sta conquistando la fiducia di tutti a suon di gol e prestazioni di primo livello. Ma una menzione va fatta anche ad altri due calciatori straordinari: Maccarone ed Hernandez. Il primo oltre che essere un ottimo giocatore è un grandissimo uomo che si sacrifica per la squadra, sempre pronto a entrare a partita ampiamente iniziata, sta trovando qualche difficoltà iniziale ma riuscirà a ritagliarsi lo spazio necessario allinterno della squadra. Il secondo l’uruguaiano Hernandez, anche se al momento infortunato, è estro e fantasia, corsa, dribbling, e gran tiro, e insomma, il classico esempio del giocatore sudamericano tutta potenza e fantasia. Di Roberto Chifari