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IACHINI: “CERCO CONTINUITÀ RISULTATI, ANCHE CON ASSENZE NAZIONALI. STEVA PURE CENTROCAMPISTA E DYBALA..”

di Claudio Scaglione Chi ha esperienza nel settore sa che due risultati utili consecutivi non bastano per assicurarsi una tanto auspicata promozione nella massima serie. Il tecnico del Palermo.

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di Claudio Scaglione Chi ha esperienza nel settore sa che due risultati utili consecutivi non bastano per assicurarsi una tanto auspicata promozione nella massima serie. Il tecnico del Palermo Giuseppe Iachini, che di esperienza ne ha da vendere, apprende l’importanza di aver iniziato col piede giusto l’avventura rosanero (quattro punti in due partite), ma capisce bene che questo è solo l’inizio: adesso è tempo di dare continuità alle prestazioni, inanellare un filotto di successi e scalare la classifica. “La mia intenzione principale è dare continuità di lavoro a tutto il gruppo, proprio per andare a migliorare tante cose che sono da perfezionare: parlo di tattica, di gruppo e di forza esplosiva. Abbiamo molto da migliorare per fare un certo tipo di calcio, metodologie di lavoro che servono per andare a puntare a un certo tipo di gioco. Più cè continuità prima si vedono i miglioramenti. Questo, a dire il vero, avrei voluto farlo sin da subito, ma abbiamo dovuto far fronte alle assenze per le Nazionali. Queste possono falsare le partite: fino allanno scorso c’era una regola che permetteva di rinviare i match, ma adesso è stata abrogata. La cosa che discuto è che nel campionato cadetto vi è un controsenso: si dice di valorizzare i giovani, ma gli stessi sono spesso chiamati dalle Nazionali e non arrivano a disputare tutte le gare di Serie B. Bisognerebbe cambiare la regola”. Cambiare la regola: questo un consiglio che Iachini dà alla Lega Serie B. Intanto lo stesso mister rosanero si sta preoccupando di mutare qualcos’altro tra i suoi uomini: sta lavorando per rendere la squadra più versatile e meno prevedibile. In che modo, mister? “Da 10-12 giorni sto provando insieme ai ragazzi diverse soluzioni tattiche, perché in ogni partita ci sono tante partite. Dobbiamo sapere interpretare le situazioni per diventare imprevedibili. Sicuramente a me piace portare avanti un certo tipo di discorso, ma fino a che non avrò tutti gli effettivi disponibili è chiaro che in questo senso non si può avere ed andare alla ricerca di una cosa definitiva. Siamo un cantiere aperto, dobbiamo di volta in volta interpretare quello che succede in partita. A me piace che la squadra vada in campo organizzata, sapendo cosa fare sia in fase di possesso che di non possesso, ma per fare questo ci vuole tempo per prepararsi”. Ci vuole tempo, per prepararsi, per sfruttare al meglio le doti dei singoli e per far maturare il gruppo rosa. Quanto manca ancora per raggiungere la miglior condizione? “Qui nessuno ha la bacchetta magica, manca tanto: c’è da dare vitalità, condizione fisica, conoscenza di ciò che vuole il tecnico. Peraltro, non è che il campionato di per sé ci agevola il lavoro: infatti la B vive di momenti e non possiamo legarci ai singoli episodi. Ci dobbiamo consolidare al più presto cosicché più avanti avremo un percorso in discesa: sotto questo punto di vista, sono in vantaggio altre squadre, come Empoli, Virtus Lanciano e Avellino, che hanno affrontato il campionato avendo già acquisiti dei fattori di gruppo. Quello di queste squadre e quello rosanero due percorsi diversi”. A proposito di percorsi, reputa simili quelli intrapresi da Palermo e Pescara, domani avversarie al Barbera? “È vero, sono entrambe neo-retrocesse, ma si tratta di cammini differenti, poichè strada facendo il Pescara ha dato continuità allo stesso allenatore, Marino, mentre noi abbiamo cambiato qualcosa. Per questo motivo, da qualche settimana ormai, sto lavorando intensamente con questo gruppo di ragazzi. Sicuramente sia per noi che per il Pescara ci sono i margini per recuperare strada. La Serie B è un campionato molto lungo e i conti si cominciano a fare e a guardarli verso febbraio-marzo. Adesso è tempo di grande lavoro, tempo di andare a ricercare tutte quelle componenti che fanno squadra. È questo il lavoro più grande da andare ad effettuare: cercare di aumentare la conoscenza del campionato e migliorare un disegno tattico adattandolo ai giocatori a disposizione. Siamo un cantiere aperto e, ripeto, cè tanto da lavorare. Lo sapevamo e i ragazzi stanno dando la massima disponibilità”. Rimanendo in tema Pescara, cosa si può aspettare dalla compagine abruzzese nell’incontro di domani sera? “È una squadra già rodata, ha delle caratteristiche con degli esterni dal piede invertito, che tentano di andare alla conclusione, cè tutta una preparazione alle spalle di questo tipo di giocate. Noi siamo invece figli di una situazione temporanea, bisognerà saltargli addosso, perché dobbiamo venir fuori da questa situazione, creandoci una nostra identità. Io parto da un concetto: tutti i moduli possono essere giusti o sbagliati, conta linterpretazione della fase propositiva e difensiva. Dobbiamo essere equilibrati, difendere con tutti gli effettivi e attaccare in maniera da non sbilanciarci”. Si è parlato molto della fase difensiva in casa Palermo, specialmente di come non sia stata finora al meglio interpretata dai suoi uomini. Lei che ne pensa, mister? “È ovvio che in fase difensiva bisogna migliorare, soprattutto fare chiarezza su alcuni concetti. Dobbiamo essere più accorti, intensi e anche più attenti. Commettiamo ancora qualche errore. In fase di possesso palla dobbiamo essere più bravi a farla girare con i giocatori di qualità in mezzo al campo. Si deve cercare la superiorità numerica, perché le squadre si chiudono contro di noi e bisogna farsi trovare dal compagno per velocizzare la manovra. Tuttavia non sono cose che si allenano in 15 giorni, ci vuole costanza per avere una naturalezza”. Ha parlato di qualità in mezzo al campo, a tal proposito considera Stevanovic una pedina da poter inserire nella linea mediana? “Per la struttura fisica che possiede può interpretare anche linterno di centrocampo, è un giocatore che a ridosso della porta ha lo spunto, sa aprire il gioco: se si allarga crea la superiorità numerica, ha fisico e gamba. Se dà la disponibilità per fare quel ruolo, e lha data fino ad adesso, ha la potenzialità per poterlo fare. Con Konè del Bologna è successo lo stesso ai tempi del Brescia. Col lavoro è diventato un centrocampista ed è anche stato venduto con buon profitto dalla società nel nuovo ruolo”. Dal centrocampo all’attacco, cosa ne pensa del momento non di certo positivo trascorso da Paulo Dybala, ancora a digiuno in questo avvio di stagione? “Guai se Paulo fosse condizionato dal digiuno di inizio stagione: io penso che un giocatore è tale se ha un suo equilibrio. Non deve farsi scalfire dal segnare cinque gol in un match o non segnare per tanto tempo. Non dimentichiamo mai che tutta la piazza e lambiente ha grande aspettative, si porta dietro il fardello di essere stato pagato tanti soldi. Ma è giovane, ha 20 anni e non possiamo pensare che già sappia tutto. Tutti hanno avuto un momento diciamo negativo: ad esempio il miglior Toni lo abbiamo visto a 27 anni, prima faceva grande fatica a far gol. La consapevolezza, la maturità dal punto di vista fisico è arrivata più avanti. La punta è un ruolo in cui si può lavorare tanto, nei movimenti, nello smarcamento. Dybala per diventare un cavallo di razza ha ancora tanto da lavorare. Lo si vede già da subito che qualità ha nel gesto tecnico, deve andare a smarcarsi, sapere come fare, il posizionamento nel corpo, sapere come andare a chiudere nello specchio e tante altre cose che col lavoro settimanale cambieranno. Non mi aspetto che segni 30 gol, deve solo essere partecipativo in fase di possesso e non possesso”. Ultima chiosa su Kyle Lafferty, si può recuperare in vista della sfida di domani? “Diciamo che è stata una settimana un po’ particolare e lui ha avuto un po’ di problemini: abbiamo ancora due allenamenti, speriamo di recuperarlo. Tuttavia, io ho già avvertito la squadra che, anche se ci mancano dieci giocatori, i presenti e quelli che giocano devono fare la prestazione: questo messaggio l’ho già esposto alla squadra”.