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HERNANDEZ: “I miei primi passi in carriera”

Abel Hernandez, fermo ai box da qualche mese per un fastidioso infortunio muscolare, ha tanta voglia di tornare a calcare i campi della A per dare il suo contributo alla causa rosanero. Intervistato.

Mediagol8

Abel Hernandez, fermo ai box da qualche mese per un fastidioso infortunio muscolare, ha tanta voglia di tornare a calcare i campi della A per dare il suo contributo alla causa rosanero. Intervistato da Tmw Magazine ha parlato del suo speciale rapporto con il calcio. "Da quando ho quattro anni, non mi sono mai separato dal pallone. Prima e dopo la scuola giocavo nei campetti, poi ho iniziato a giocare nell’Atlanta e lì sono rimasto sino ad undici anni, giocando sempre come attaccante". Come è nata la tua passione? “Questione di famiglia. Mio padre, pur non professionista, giocava bene, molto bene, con i Canelones Wanderers. Io prima ho giocato allAtlanta per due anni, poi sono andato via al Penarol. Giocavo sempre non saltavo una partita, però non scendevo mai in campo nel derby, contro il Nacional. Ok una, va bene due volte, ma alla terza mi sono stancato e sono andato al Central Espanol. Lì il debutto tra i professionisti. Ero giovanissimo, ho giocato contro il Miramar ed anche quello era un derby, tra piccole. Purtroppo perdemmo per 2-0, sono entrato al 15’ del secondo tempo e non ho inciso più di tanto”. C’è un allenatore dell’epoca al quale è legato anche oggi? “Gustavo Diaz - ha concluso la Joya dalle parole riprese da Mediagol.it - senza ombra di dubbio. Ora allena il Defensor, ma è stato lui a portarmi al Central ed a convincere l’allenatore della prima squadra a farmi giocare coi big. E’ stata una delle figure più importanti della mia carriera”.