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GLI OSTACOLI STAGIONALI: ARBITRI vs. ROSANERO

di Claudio Scaglione Perseguire un obiettivo – si sa – vuol dire anche accettare gli impedimenti che si pongono in mezzo: saper trionfare significa infatti vincere tali ostacoli,.

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di Claudio Scaglione Perseguire un obiettivo – si sa – vuol dire anche accettare gli impedimenti che si pongono in mezzo: saper trionfare significa infatti vincere tali ostacoli, sopraffarli. Alle volte, però, gli intralci sono più prepotenti e fanno sì che il divario fra te e il tuo proposito sia di notevole larghezza. Il Palermo convive con questa condizione praticamente sin dall’inizio della stagione: le sviste dei direttori di gara e degli assistenti che li coadiuvano si accumulano, iniziando a dare sui nervi degli appassionati rosanero. Nel giro di tre giornate i rosa, ancora agli ordini di Giuseppe Sannino, subiscono quattro errate decisioni da parte di Orsato (in Palermo-Napoli del 26 agosto) e Mazzoleni (in Palermo-Cagliari del 15 settembre): nel match contro i partenopei, si può recriminare per quel rigore negato a Cetto per intervento irregolare di Maggio in area napoletana sull’1-0; mentre nella partita contro i sardi è viva nei ricordi una serie di abbagli clamorosi, tra cui un fallo da ultimo uomo su Miccoli, trasformato in ammonizione nei confronti del capitano rosa, il gol del 2-0 annullato a Donati per fuorigioco inesistente e la rete del pareggio del Cagliari propiziata da un netto fallo su Bertolo. Un vero e proprio capolavoro. Trascorrono due giornate, i rosa cambiano allenatore, ma il trend è sempre lo stesso: sconfitta, causata – magari – da qualche errata decisione dell’arbitro. È il caso di Daniele Doveri che, al 25’ di Pescara-Palermo (del 26 settembre), reputa sanzionabile con il rosso un intervento con la mano del difensore Steve Von Bergen, il quale ben fuori dall’area di rigore, interrompe un’azione importante per gli abruzzesi: Palermo in dieci e partita compromessa. Ma non finisce mica qui: i rosa e le sviste arbitrali si danno altri appuntamenti. Nella sfida dell’Is Arenas tra Cagliari e Palermo, i sardi, in svantaggio sino al 90’, usufruiscono di un lapsus colossale proprio di Valeri, il quale non concede un fallo laterale ai rosa, abbastanza salomonico, che propizierà la rete del definitivo pareggio. L’episodio increscioso porta addirittura all’allontanamento dalla panchina di Gasperini e all’espulsione di Miccoli che, tra l’altro, era già stato sostituito. Gli uomini di Gasperini non sono certamente autori di eccellenti prestazioni, conoscono ancora sconfitte anche per quegli episodi – a occhio nudo, quasi insignificanti – che però potrebbero rovesciare le sorti dell’incontro. Ne è un esempio la gara contro l’Atalanta, match in cui debuttano parecchi acquisti e che è costato a Gasperini il primo esonero: i bergamaschi al minuto 24’ tirano un lungo sospiro di sollievo, perché il sig. Damato di Barletta decide che è troppo presto per mandar sotto la doccia un irruento Lionel Scaloni. Il terzino argentino, ammonito al 20’, viene graziato più di una volta dal direttore di gara per i suoi falli ruvidi sugli avversari: Colantuono è furbo e, prima possibile, lo sostituisce. Episodi di questa natura, apparentemente futili, alle volte, decidono intere partite. Di futilità invece non si può parlare citando la coppia di rigori richiesti dagli uomini di Sannino e dai 30mila del Barbera, nella gara contro il Bologna: per queste sviste il sig. Doveri ha avuto il suo nome accostato ad epiteti non troppo signorili. Se il Palermo ha certamente perito di errore arbitrale, un’altra squadra coinvolta nella corsa alla salvezza, il Siena, grazie a queste sviste, ha certamente guadagnato alcuni punti in classifica. Citare solamente l’episodio di Pescara sarebbe ingeneroso, perché a quel fuorigioco di Agra nell’azione che ha propiziato vantaggio e vittoria dei toscani, si aggiungono altre circostanze dubbie. Nella sfida Siena-Udinese terminata 2-2, la formazione friulana è stata nettamente scippata di un rigore proprio allo scadere; in Siena-Sampdoria 1-0, gli ultimi attimi di partita non si sono praticamente disputati a causa di un ulteriore pallone in campo che impediva la ripresa e che ha scatenato un alterco tra doriani e toscani (i primi hanno subito espulsioni e squalifiche). Passando per la posizione di off-side di Emeghara sfuggita al guardalinee Marrazzo che ha permesso all’attaccante nigeriano di sbloccare il risultato di Siena-Inter del febbraio scorso, concludiamo con il rigore abbastanza netto non concesso al cagliaritano Ibarbo per fallo del senese Angelo: il penalty avrebbe portato in vantaggio i sardi. Questa serie infinita di errori arbitrali rende noto come il peso della decisione del direttore di gara designato sia enorme: spesso questi abbagli costano un’intera stagione a quei club che ne traggono solo svantaggi. La fortuna, poi, recita un ruolo da protagonista, specialmente in questi casi. A prescindere dai giudizi erronei, sarebbe l’ora di far girare la ruota dalla tua parte per una volta, caro Palermo.