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Di Canio contro Totti, Lotito e tessera del tifoso

Un vero e proprio attacco mediatico quello di cui si è reso protagonista al Chiambretti Night l'ex capitano biancoceleste Paolo Di canio. Durante la trasmissione, incalzato dalle domande di.

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Un vero e proprio attacco mediatico quello di cui si è reso protagonista al Chiambretti Night l'ex capitano biancoceleste Paolo Di canio. Durante la trasmissione, incalzato dalle domande di Chiambretti ne ha avuto per tutti, a partire dal capitano giallorosso Francesco Totti, passando per Claudio Lotito e concludendo sulla "tessera del tifoso". Su Totti e sui tifosi giallorossi ha detto: "Il tifoso giallorosso, troppo spesso, è provinciale, non riesce a vedere al di là di determinate convinzioni, ha bisogno di certi miti perchè altrimenti non avrebbe altro. Il loro mito, però, sputa in faccia agli avversari, "trancia" le gambe ad un ragazzo di 20 anni, questi sono i romanisti..." e poi pone dei paletti sul fatto di non essere considerato una vera e propria "bandiera" come il numero 10 giallorosso: "Voglio chiarire una volta per tutte questa situazione. Non è una colpa, secondo me, aver fatto delle vere e proprie esperienze di vita, essere andato a giocare in squadre che mi hanno fatto maturare come calciatore ma anche e soprattutto come uomo. Preferisco aver vissuto in questo modo piuttosto che essere stato ghettizzato all'interno della città di Roma, come invece ha fatto qualcun altro che non è riuscito a vestire le maglie gloriose di cui io mi sono fregiato e di cui vado fiero". Su Claudio Lotito invece: "Lotito? E' un ex romanista che vendeva biglietti nel giorno dello scudetto giallorosso. Il primato della Lazio? Siamo primi con un gioco che non mi piace, un calcio brutto...", e poi conclude con una battuta sulla "tessera del tifoso":"Sono assolutamente contrario a questo provvedimento. In uno Stato civile si dovrebbe salvaguardare l'incolumità delle persone e lasciare liberi i tifosi di seguire la propria squadra del cuore. Quando non si ha questa forza, si deve arrivare per forza a schedare la gente".