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Corona: “Devo tutto a Lo Monaco, lui è unico”

C’era una volta un “Re” di nome Giorgio. Nato a Palermo, tanto amato a Catania e acclamato e riverito a Messina dove con una doppietta con la maglia dell'ACR Messina è tornato.

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C’era una volta un “Re” di nome Giorgio. Nato a Palermo, tanto amato a Catania e acclamato e riverito a Messina dove con una doppietta con la maglia dell'ACR Messina è tornato ad essere Re Giorgio. “I tifosi del Catania – ha raccontato a Itasportpress.it – li incontro spesso, direi quasi ovunque. Mi fermano, continuano a ricordarsi di me e questo mi riempie di grande orgoglio. Di Catania non posso che avere bellissimi ricordi. Per me era la Serie A. Sette gol in una stagione non sono cosa da nulla. Il più caro è sicuramente quello del Sant’Elia contro il Cagliari… era la prima giornata della nostra avventura nella massima serie e vincemmo in trasferta proprio grazie a quella rete. Non nego però che mi emoziona ricordare anche quel Catania-Livorno 3-2… eravamo passati in vantaggio con Spinesi, quindi il momentaneo ko e infine la rimonta con Caserta prima e con un mio gol a tempo praticamente scaduto poi. Ricordi meravigliosi, eravamo quarti in classifica, poi l’incubo. Dopo quel maledetto 2 febbraio giocammo ogni partita casalinga in campo neutro e senza i nostri tifosi. Perdevamo partita dopo partita. Ricordo che allora, nei momenti difficili, il direttore Lo Monaco ci ripeteva che nel calcio come nella vita si deve soffrire ma che potevamo farcela, e noi andavamo avanti. Con lui ho un ottimo rapporto, quest’anno l’ho ritrovato anche qui a Messina. E’ già il secondo anno per me. Qualche mese fa, a fine stagione, il mio futuro non si conosceva, era incerto, ma lui ha creduto in me e mi ha riconfermato. Questa cosa mi ha riempito di orgoglio. Se uno come lui decide di prenderti significa che ha fiducia ed automaticamente ti viene voglia di dimostrargli che ha avuto ragione. Ha un carattere forte ed è in grado di fare le fortune delle sue squadre. Lo ha fatto a Catania e lo farà anche qui a Messina. Perché sono andato via da Catania? Stavo bene, eravamo molto legati tra noi. Con Mascara e Spinesi avevo un gran bel rapporto, ma anche con Lucenti che poi ho ritrovato a Mantova. C’erano però delle richieste per me, sono state valutate… mister Marino, che ho avuto anche a Milazzo e che conoscevo bene, aveva intanto lasciato… E’ andata così. Perché non ho più giocato in Serie A? Colpa dei procuratori, il mercato ormai si fa all’estero. I giocatori di A finiscono in B e quelli di B più in basso ancora, funziona così. Il mio obiettivo personale? Da palermitano che ha amato Catania e che gioca adesso a Messina mi auguro di portare la mia squadra ad alti livelli, per poter disputare un giorno il derby col Palermo e quello col Catania, proprio come accadde in quella mitica stagione 2006-2007”.