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BLINDARE JAVIER PASTORE PER UN PROGETTO Un segnale per sognare in grande

Di Mariano Calò Non siamo dei sognatori, sappiamo quanto contano i soldi nel calcio di oggi. Sappiamo che non esiste attaccamento alla maglia che tenga quando cè da strappare uno.

Mediagol8

Di Mariano Calò Non siamo dei sognatori, sappiamo quanto contano i soldi nel calcio di oggi. Sappiamo che non esiste attaccamento alla maglia che tenga quando cè da strappare uno stipendio più ricco da qualche altra parte. Abbiamo visto partire per lo stesso motivo già alcuni dei più grandi talenti mai visti a Palermo, il popolo rosanero si è strappato i capelli nel vedere Luca Toni far le valigie, ha accettato a malincuore laddio di quello straordinario campione che era Amauri, ha quasi preso come un fatto normale la doppia partenza di Cavani e Kjaer. Cè voluto del tempo, ma ormai la platea cresciuta ed educata da quasi un decennio di era-Zamparini è abbastanza matura da non farsi illusioni sulla nuova generazione di talenti rosanero, quando busserà una grande squadra anche loro partiranno, per fare spazio a nuovi talenti da crescere e poi vendere. Ma ha ragione Delio Rossi quando ci tiene a sottolineare come questo tipo di cessioni vanno fatte con la massima attenzione, devono assolutamente essere lultimissima spiaggia e non una consuetudine. Come fa il Napoli a tenersi Hamsik e Lavezzi? I problemi, specialmente con largentino, ci sono stati, ma sono peggiorate le prestazioni? Sono diminuite le valutazioni dei due cartellini? E come fa la Fiorentina a tenersi Frey, Gilardino e Mutu senza che nessuno dia per scontato che presto o tardi andranno via? Se il Palermo riuscirà ad attuare una politica del genere sarà solo un bene per tutto il club, paradossalmente anche per le casse societarie. Perché oggi chi viene a comprare a Palermo spende certamente tanto, ma non quanto spenderebbe in altre piazze, perché ancora oggi, nonostante lEuropa e una tradizione ormai molto lunga nella parte sinistra della classifica, il Palermo non è visto come un punto darrivo, ma come un trampolino di lancio. Se il Chelsea domani trattasse Pastore lo farebbe con la consapevolezza che il potere contrattuale dei rosanero in confronto sarebbe quasi nullo. Magari qualche giocatore dovrà essere venduto lo stesso, se fanno cassa club come il Milan e il Manchester United non possiamo pretendere che il Palermo non venda i suoi pezzi pregiati, ma almeno vorremmo essere certi che sia stato fatto tutto il possibile per trattenere certi elementi. Prendiamo per esempio Simon Kjaer, centrale affidabile e di prospettiva, tra i migliori del campionato scorso. Se i rosanero si fossero impuntati a trattenerlo in squadra, magari elargendogli qualche bonus ulteriore, sarebbe passato il messaggio che a Palermo non si vende, ma si costruisce. Invece non solo è partito il danese, ma è partito anche Cavani, pare più per motivi personali. Adesso cè chi se la prende con i giornalisti delle tv nazionali che chiedono sempre a Pastore dove gli piacerebbe giocare lanno prossimo, ma forse prima di criticare, ci si dovrebbe domandare perché rarissimamente viene chiesta la stessa cosa a giocatori come Pazzini o Inler. Se il Palermo riuscisse davvero a mandare al calcio italiano ed europeo un messaggio così forte, trattenendo Pastore non per unaltra stagione ancora quasi fosse un regalo che il giocatore fa al club, ma a tempo indeterminato, costruendo attorno a lui una squadra in grado di insediarsi stabilmente in Champions League, allora cambierebbero completamente gli scenari. Immaginate cosa potrebbe fare Delio Rossi qualora fosse messo nelle condizioni di far crescere per tre-quattro anni giocatori di talento come Sirigu, Munoz, Bacinovic, Ilicic, Pastore, Hernandez. Se oggi cè qualcosa che manca al Palermo è inequivocabilmente lesperienza e la continuità, perché rompere e ricostruire ogni anno il giocattolo e puntare sempre alla rincorsa allEuropa che conta, quando basterebbe insistere per poter aspirare ad arrivare molto più in alto? In fondo Zamparini lo ha sempre sostenuto, per battere le grandi bisogna essere più furbi, più creativi, più organizzati, si tratta soltanto di raccogliere i frutti di un lavoro splendido portato avanti in questi anni, ma per farlo il primo passo è mandare un segnale: Pastore non è sul mercato e non lo sarà ancora per anni, perché il Palermo i suoi campioni se li tiene, costi quel che costi. E anche senza sceicchi si potrà sognare in grande.