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ANCORA UNA VOLTA ERRORI ARBITRALI Palermo bello in rimonta, ma Bergonzi…

di Fabio Corrao Quando si acciuffa un pareggio all'ultimo respiro dopo essere stati sotto per 0-2 contro un avversario ritenuto ampiamente alla propria portata, la domanda che affiora sempre a bocce.

Mediagol8

di Fabio Corrao Quando si acciuffa un pareggio all'ultimo respiro dopo essere stati sotto per 0-2 contro un avversario ritenuto ampiamente alla propria portata, la domanda che affiora sempre a bocce ferme è se il bicchiere sia da ritenersi mezzo pieno o mezzo vuoto. E' proprio questo lo stato d'animo di giocatori, allenatore e tifosi del Palermo dopo la gara sofferta più del previsto contro un Lecce che al 46' era forte di un doppio vantaggio nemmeno tanto immeritato, mentre la brutta copia della splendida squadra che era stata capace di annichilire la Juventus si guardava allo specchio stentando a riconoscersi. Di lì la reazione, contro avversari comprensibilmente rinunciatari e abbotonatissimi, che come già detto ha condotto Maccarone a fissare il punteggio sul 2-2 quasi con la forza della disperazione. E' stato un Palermo bruttino, va detto. Nel primo tempo, confermata in blocco la formazione di giovedì sera eccezion fatta per Liverani in luogo di Bacinovic, i rosanero hanno tirato in porta una sola volta sugli sviluppi di un calcio piazzato, mentre il Lecce, squadra oltremodo umile e operaia, ha chiuso tutti i varchi giocando con insospettabile serenità e raddoppiando continuamente le marcature sui due apriscatole rosanero, Ilicic e Pastore. Nella ripresa, dopo il consueto suicidio collettivo della retroguardia che consente a Corvia di raddoppiare, l'ingresso di Bacinovic al posto di un Liverani opaco e molle, e quello di Hernandez, impreciso ma mobile, hanno un po' scosso dal torpore gli uomini di Delio Rossi, che raccolgono così in extremis un punto tutto sommato meritato, ma i passi indietro rispetto alle ultime due prove sono parsi evidenti, soprattutto sul piano dell'approccio mentale alla gara, che è parso in qualche modo supponente. Un capitolo a parte merita l'ennesima, pessima direzione arbitrale toccata in sorte al Palermo. Bergonzi e i suoi collaboratori hanno sbagliato tutto ciò che c'era da sbagliare, in special modo sulla segnalazione dei fuorigioco: si è avuta la sensazione che ogni qualvolta il Palermo provasse a verticalizzare la bandiera dell'assistente si alzasse in modo istintivo e per nulla valutativo, e almeno quattro delle segnalazioni sono parse clamorosamente sbagliate, una delle quali davvero in modo colossale con Pinilla solo davanti a Rosati. Delle due l'una: o la classe arbitrale sta vivendo un momento di spaventosa involuzione tecnica, o qualche pregiudizio nei confronti delle esternazioni del presidente Zamparini c'è davvero. In ogni caso, da questo punto di vista la situazione appare davvero tragicomica. Dei rosanero nessuno ha brillato in modo particolare. Il migliore è forse stato Pinilla, che da unica punta di ruolo ha battagliato contro la retroguardia salentina e, come già detto, contro i guardalinee, vedendosi negare anche un probabile calcio di rigore nel primo tempo. Incolpevole Sirigu sui gol, mal protetto da una difesa svogliata e da un centrocampo che è apparso sorprendentemente privo di corsa. In giornata decisamente no Javier Pastore, mentre Ilicic ha dato il suo apporto dinamico ma è stato meno concreto rispetto alle prime due apparizioni in maglia rosanero. Segnali di ripresa da parte di Hernandez, mentre Maccarone tocca praticamente una sola palla ma è quella decisiva per il pareggio finale. Partita non da archiviare e dimenticare, tutt'altro. E' un tipo di gara che il Palermo, in casa contro le provinciali, si troverà ad affrontare tante altre volte durante questo campionato. E' bene che i rosa traggano lezione dalle difficoltà incontrate contro il Lecce, per evitare brutte sorprese in futuro. Un conto è giocare contro un avversario che ti lascia giocare perché vuole vincere, ben altra cosa è affrontare squadre che giocano in undici dietro la linea della palla e ti sfiancano con corsa, pressing, falli e trucchetti che solo chi lotta per rimanere a galla conosce e sa ben usare. Anche in questo bisogna crescere, nel percorso da affrontare per chi studia da grande squadra.