senza categoria

30 MILA CUORI ROSANERO A ROMA FINALE COPPA ITALIA: E ARRIVATO IL GIORNO DI GIOCARE LA PARTITA PIU IMPORTANTE DELLA STORIA ROSANERO.

di Fabio Corrao Il tempo delle parole, delle ricerche spasmodiche e ansiose di ritagliarsi un posticino per dire che cero anchio, il tempo delle battaglie di posizione a mezzo stampa, il tempo di.

Mediagol8

di Fabio Corrao Il tempo delle parole, delle ricerche spasmodiche e ansiose di ritagliarsi un posticino per dire che cero anchio, il tempo delle battaglie di posizione a mezzo stampa, il tempo di volerlo divorare quel tempo a morsi giganti per abbreviarlo, adesso è finito davvero. Adesso è il momento dellinvasione gioiosa e della festa che consumerà minuti dopo minuti ed il battito sarà sempre più forte, sempre più accecante, finché una banda suonerà linno nazionale e poi tutto quello che è stato smetterà di essere di colpo, perché si gioca. E non ci sarà più spazio per altro. Ancora una volta lei, la breriana Eupalla, capricciosa dea del calcio, deciderà a chi toccherà una notte insonne di delusione e a chi una solenne ubriacatura di felicità. E Inter-Palermo, la finalissima di Coppa Italia nellanno della celebrazione del centocinquantesimo anniversario della nazione, ed è curioso che siano due realtà agli antipodi di questo paese a disputarsela. Da un lato il ricchissimo, industrioso e spocchioso nord, con le sue fabbriche che esportano in tutto il mondo, le sue diffidenze e paure ad aprirsi allaltro, per poi accorgersi che proprio quellaltro è indispensabile alla sua crescita; una squadra che fino a sei mesi fa ha vinto tutto o quasi quello che cera da vincere, che è campione del mondo in carica, che fa leva sui petroldollari e su budget pressoché illimitati. Dallaltro cè lestremo sud, anzi, quello che nelle previsioni meteo non considerano nemmeno sud, ma semplicemente “isole”. Il sud che arranca, che suda e lotta, che spesso cade e fa fatica a rialzarsi, che saluta i suoi figli che ogni giorno, nascondendo il magone, vanno via per cercare di sopravvivere. Il sud caciarone e malinconico, atavicamente pessimista ma capace di entusiasmi irrefrenabili. Di una squadra, e di un intero popolo, che ha avuto bisogno di un appassionato quanto impulsivo uomo dellestremo nord per imparare a sognare. E Inter-Palermo, la partita dei record. Mai nessuna finale di Coppa Italia, da quando è stata reintrodotta la formula della partita secca allOlimpico, aveva fatto registrare il tutto esaurito. Ed è rimarchevole che questo sia accaduto nella prima occasione in cui non è presente nessuna squadra romana. Prova ennesima che la passione è un moto dellanima mai abitato da confini insuperabili. Saranno almeno trentacinquemila i tifosi rosanero che arriveranno nella Capitale con ogni mezzo, e avrebbero potuto essere molti di più senza la sciagurata gestione della vendita dei tagliandi da parte della Lega Serie A, che in concerto con la Lottomatica, ha attuato la strategia del biglietto che appare e scompare, stremando i più e portandoli, seppur a malincuore, a desistere. E difficile parlare dellaspetto tecnico, anche perché quel tormentone della partita secca in cui tutto può accadere è tanto stucchevole quanto veritiero. LInter è una corazzata che ha mostrato alcune falle in difesa, ma davanti è di una forza durto terrorizzante, soprattutto per una retroguardia come quella del Palermo, spesso incerta e priva di un uomo cardine come Cesare Bovo. Ma la squadra di Delio Rossi è imprevedibile, capace di rovesci storici e di imprese memorabili contro qualunque avversario. Quindi questa gara non si può leggere se non vedendola, gustandola fino in fondo. I calciatori sono volati a Roma carichi di entusiasmo, che dovranno poi trasformare sul campo in energia positiva, in carica agonistica densa ma valida tecnicamente. Non devono lasciarsi attanagliare dallansia, perché un sogno lo hanno già costruito e, con calma e concentrazione, devono solamente completarlo giocando una grande gara, come hanno dimostrato di saper fare. La città sarà un enorme contenitore di emozione e calore, e in tanti penseranno a quelle due partite maledette degli anni settanta. Chi cera e lo ha vissuto sulla sua pelle, e non ha mai finito di aspettare una rivincita, e chi non era ancora nato o troppo piccolo per ricordarlo, ed è cresciuto sotto le ali di quella leggenda raccontata da padri e nonni, e ne ha fatta una ragione in più per amare questa maglia. Questa è unaltra storia, una squadra di livello enormemente superiore alle due del passato. Il Palermo sa di potersela giocare, e perché no, di cancellare in un colpo solo tutte le amarezze di quei ricordi in bianco e nero e sciogliersi in un immenso abbraccio a colori. Naturalmente rosa e nero.