serie a

Sassuolo, Locatelli confessa: “Addio al Milan? Ho sofferto e pianto. Ora mi sento importante”

Sassuolo, Locatelli confessa: “Addio al Milan? Ho sofferto e pianto. Ora mi sento importante”

Le parole del centrocampista neroverde, rinato sotto la guida tecnica di Roberto De Zerbi

Mediagol23

Dal Milan al Sassuolo, per riscoprirsi importante e sfruttare nuove chance per conquistare la maglia della Nazionale.

Manuel Locatelli è rinato sotto la guida di Roberto De Zerbi, il suo apporto al centrocampo dei neroverdi è significativo ed il minutaggio con la maglia degli emiliani cresce giornata dopo giornata. Eppure il talento del classe '98 sembrava essere stato messo da parte dal Milan che lo aveva relegato in panchina preferendogli altre pedine. Ed ecco che, alla prima occasione utile, Manuel ha fatto i bagagli per trasferirsi alla corte del club del patron Squinzi, scelta azzeccata per il futuro. Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, il numero 73 neroverdi ha confessato di essersi sentito abbandonato dal Milan: “Non so se è giusto dire che mi abbiano abbandonato, ma non sentivo più fiducia al Milan. Ho sofferto e pianto, sono sincero: è stata la mia vita per 10 anni. Ma sapevo che la scelta giusta era Sassuolo, che avrei sentito l’affetto giusto. Affetto da ripagare, visto quanto ha speso . Qui mi sento importante e posso esprimere le mie qualità per diventare protagonista. All’inizio ho sbagliato e ho fatto fatica, devo ringraziare De Zerbi. Mi voleva la Juve? Non lo so: se in futuro ci fosse un interesse sarebbe fantastico, ma ora c’è il Sassuolo”.

Cutrone? Arriviamo alla fine della stagione al Milan, io sarei dovuto passare in prima squadra e lui non sapeva nulla del proprio futuro. Ci salutiamo: piangendo. Andiamo addirittura in piazza Duomo, acquistiamo dall’ambulante quelle eliche di plastica che lanciamo da un balcone chiedendoci che ne sarà di noi. Una roba strappalacrime… Poi? Senza saperlo due giorni dopo ci vediamo in nazionale. Due matti. Europeo Under 21? Vincerlo è difficile e ci proviamo, però siamo forti e molti di noi hanno cominciato a giocare con una frequenza. E questo vuole dire tanto. Mancini? Sognare si può sempre, ma viaggi mentali non ne faccio più”.