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La lenta agonia del Palermo: “Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio”

La lenta agonia del Palermo: “Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio”

I rosanero sono fermi in un limbo, con una squadra incompleta a soli otto giorni dalla fine del ritiro. I nomi "d'esperienza" cercati da Foschi sono stati bocciati da Zamparini, mentre per il calciomercato sono stati stanziati appena 10 milioni...

William Anselmo

Di William Anselmo

Ci sono difficoltà. Non è questione di impegno o entusiasmo. Quello non manca e poi, con tutti questi giovani della Primavera, figuriamoci se in un ritiro così può mai mancare la voglia di far bene. La difficoltà è legata probabilmente ad una visione nostra di non comprendere il progetto tecnico del Palermo e la serenità del presidente Zamparini.

In questi dieci giorni di ritiro il presidente l'abbiamo incontrato tre volte, l'ultima questa mattina. E lui appare sempre molto sereno, lucido, pienamente convinto di quello che dice. I tifosi del Palermo vorrebbero avere la sua stessa serenità, invece si dannano.

E' vero che il calcio non è matematica, però ci sono ragionamenti logici che rendono lecita la preoccupazione in vista della prossima stagione. Molto semplicemente, già lo scorso ritiro si ipotizzava una annata complessa viste le cessioni di giocatori importanti. Sappiamo tutti come è andata, con una miracolosa salvezza strappata all'ultima giornata. Al di là delle responsabilità, per qualsiasi club non è normale sostituire 8 volte l'allenatore in una stagione.

Oggi sulla carta il Palermo si è indebolito ulteriormente. Via Vazquez, Gilardino, Maresca, Sorrentino. Presto saranno ceduti anche Lazaar e Gonzalez. Non è lecito preoccuparsi?

E quindi l'apparente serenità del patron può essere vista in due modi: o Zamparini ha una visione che nessun altro possiede oppure Zamparini non riesce a vedere quello che per tutti è fin troppo chiaro.

C'è una terza chiave di lettura, ovvero, che la priorità del presidente del Palermo non sia la Serie A e che, in fondo, una retrocessione in Serie B sia messa nel conto.

Scriveva il poeta Pablo Neruda: "Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante. Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce".

E proprio con queste parole sarebbe il caso che chi comanda si distacchi per un attimo dalle proprie convinzioni e si affacci nel mondo reale. Se i tifosi abbandonano lo stadio, se i giocatori vogliono andare via, se gli obiettivi di mercato non vogliono venire a Palermo, se gli allenatori mollano le panchine, se i procuratori fanno cause in tribunale, se i direttori sportivi non riescono a ottenere risultati, se crescono malcontento e proteste... Probabilmente non è solo perché il mondo sta impazzendo o perché improvvisamente vanno tutti a caccia di Pokemon.