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IL PALERMO CADE ALLULTIMO RESPIRO: SCONFITTA BRUCIANTE MA MERITATA

Di Fabio Corrao Allultimo respiro, con un gol viziato da un fuorigioco di Cavani, il Palermo incappa al “San Paolo” di Napoli in una sconfitta più che meritata e perfino generosa.

Mediagol8

Di Fabio Corrao Allultimo respiro, con un gol viziato da un fuorigioco di Cavani, il Palermo incappa al “San Paolo” di Napoli in una sconfitta più che meritata e perfino generosa nel passivo finale, anche se a quel punto il pareggio sembrava cosa fatta. I partenopei agganciano così la Juventus al terzo posto, mentre i rosanero dovranno guardarsi a lungo allo specchio per analizzare una prestazione scialba, rinunciataria, da squadra che lotta per evitare la retrocessione. Delio Rossi schiera a sorpresa la difesa a tre, fin qui provata una sola volta in un anno, a Mosca, con risultati tuttaltro che incoraggianti. E salta subito agli occhi che la sua squadra non si trova a suo agio così messa in campo: il Napoli cinge subito dassedio larea rosanero, e il centrocampo non riesce a mettere mai assieme tre passaggi di fila. Non è un caso che alla fine Sirigu sia risultato di gran lunga il migliore dei suoi, e che si sia dovuto arrendere solo ad un due contro uno impossibile da fermare. Ci chiediamo perché il tecnico del Palermo abbia preparato questa gara, fondamentale per stabilire i rapporti di forza in campionato, con un approccio così timido e prudente. La spiegazione non può stare tutta nellassenza di Bacinovic, ma nemmeno si può pensare ad un terrore particolare nei confronti di una squadra che aveva un solo punto in più in campionato e certamente non superiore a Juventus e Milan, compagini che il Palermo aveva affrontato con la consueta spavalderia, senza stravolgere gli equilibri interni di una squadra che gioca a memoria. Risuonano casomai nelle orecchie le parole del presidente Zamparini, che dopo la partita pareggiata con lo Sparta Praga, era stato categorico: Liverani non può coesistere con Pastore. Posto che i due avevano convissuto benissimo per tutto lo straordinario girone di ritorno dello scorso campionato, e posto che a questo punto non si capisce quale sia il ruolo del playmaker romano in questa squadra, non riusciamo a capire perché non utilizzare Kasami o Rigoni, questultimo autore di una buona prova in Europa League. E chiaro che nel caso di entrambi si tratta di seconde scelte, ma resta da capire se sia più vantaggioso mantenere lo spartito conosciuto con un musicista magari di minor valore, o cambiare del tutto non riuscendo mai ad entrare in partita. Non ci sono controprove, ma dopo la prova di questa sera porsi qualche domanda è legittimo, soprattutto perché si conosce il valore reale del Palermo, che è distante mondi interi da quello visto a Napoli. Le grandi squadre hanno una fisionomia ben precisa, in cui il turn over prevede solo un ricambio di pedine. Cambiare pelle a seconda degli avversari può sì essere segnale di umiltà, ma può anche essere interpretata come una manifestazione di paura. Noi crediamo che questo Palermo, allinterno dei confini nazionali, non debba temere alcuna squadra. La sconfitta poi arriverà, sempre e comunque, perché quando ci si confronta con gli avversari la trappola è sempre dietro langolo. Resta da vedere come maturano le sconfitte, e il modo in cui i rosanero hanno perso a Fuorigrotta non è piaciuto per niente.