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HERNANDEZ: “POSSO DIVENTARE LEADER DEI ROSA. DEVO SBAGLIARE MENO. E SU IACHINI.. “

di Claudio Scaglione Non sempre la squadra che può vantare il capocannoniere della stagione è quella che poi si aggiudica lo scudetto o comunque si arruola vincitrice del torneo. Le.

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di Claudio Scaglione Non sempre la squadra che può vantare il capocannoniere della stagione è quella che poi si aggiudica lo scudetto o comunque si arruola vincitrice del torneo. Le eccezioni sono poche, ma il Palermo spera di sovvertire questo luogo comune, avendo in rosa Abel Hernandez, attuale ‘Pichichi’ della B, a pari merito con Babacar e Pavoletti. Lo stesso uruguayano, protagonista dell’odierna conferenza stampa, ha commentato questo suo momento di forma. “Penso che adesso sono pronto ad essere leader: sono passati 5-6 anni da quando sono a Palermo, ho vissuto tanto qui e mi sento un leader. Ce ne sono tanti in questo gruppo di leader, io nel mio ruolo cercherò di fare il meglio possibile, cercando di andare a segno più possibile. Per me è una responsabilità positiva, mi sento pronto. Credo sia arrivato anche il momento giusto per crescere dopo tanti infortuni. Lultimo stop di sei mesi mi ha fatto maturare, è arrivato il momento di esplodere e fare vedere chi sono veramente”. Fermezza insolita quella fatta notare da Abel Hernandez che si contrappone a quelle indecisioni mostrate nel corso dell’estate, in chiusura di mercato. “So che sono arrivate tante offerte per me durante l’ultima estate, ma sono rimasto qui e sono contento. Il mio procuratore continua a parlare di mercato, è vero, ma io non ascolto molto queste cose, sono concentrato al 100% sul Palermo. Poi il mercato è chiuso, non può succedere nulla attualmente. Se lui dice quelle cose io non ci posso fare niente. A gennaio cosa farò? Devo pensare a fare tutto il campionato col Palermo, dare il mio contributo a portare il Palermo in Serie A”. La Serie A rimane l’obiettivo principale della squadra rosanero, nonostante un inizio non brillante e che ha spinto il patron Zamparini ad effettuare il primo – e si spera ultimo – cambio in panchina esonerando Gattuso e chiamando in causa Giuseppe Iachini. “Non so cosa non ha funzionato con Gattuso, perché eravamo e siamo tutt’ora un gruppo molto unito, anche sotto la gestione Gattuso, ma sinceramente non ho una spiegazione da dare in questo momento. Forse sfortuna, quel che è certo è che è stata soltanto colpa nostra. Siamo noi che scendiamo in campo. Adesso cosa cambia tra Iachini e Gattuso per me? Sinceramente i due sono molto simili, noi attaccanti dobbiamo fare le stesse cose che ci chiedeva Gattuso, però forse Iachini ci chiede più profondità, mentre con Gattuso andavamo più incontro alla palla”. A proposito di attaccanti, nel corso della disamina Abel parla anche dei suoi compagni di reparto. “Dybala e Lafferty sono due giocatori di qualità. Non c’è uno con cui mi trovo meglio. Forse con Lafferty cambio un po gioco, devo contrastare meno, ma mi sento bene con entrambi, sinceramente per me è la stessa cosa. A tutti e tre Iachini ci chiede di sfruttare la velocità: il nuovo tecnico vuole che si cerchi la profondità a prescindere dalle caratteristiche dei singoli attaccanti”. Hernandez è un attaccante stimato sia dall’ambiente rosanero, ma anche da tutti gli addetti ai lavori d’Europa. Per questo è in pianta stabile nel giro della sua Nazionale. “Per me andare in Nazionale è sempre un piacere, poi adesso mancano solo due partite e quindi sarebbe importante esserci. Se dovessi mancare penso che al Palermo vi siano giocatori di grandissimo livello, mi possono sostituire bene, anzi forse sono anche meglio di me. Con la nazionale ci stiamo giocando la vita, sarebbe un sogno andare al Mondiale”. Per diventare davvero un centravanti completo e che dia garanzie, però deve colmare alcune lacune. “Per diventare un attaccante mi manca ancora un po’ di fortuna, certamente, poi devo fare meno errori sotto porta, ne faccio troppi: tante volte davanti alla porta ho sbagliato e un attaccante di grande livello quegli errori non li fa. Sabato dopo dieci minuti ho avuto una grande occasione e ho sbagliato: devo essere più concentrato”. La concentrazione è certamente la prerogativa nella serie cadetta, un campionato molto duro e dove nulla è pronosticabile. “Se devo essere sincero la Serie B non mi ha spaventato molto. È vero, è più fisica, più dura, ogni tanto si danno dei calcioni abbastanza pesanti, ma per il resto il sistema di gioco è molto simile alla Serie A, si trovano ogni tanto squadre che danno spazio, altre si mettono con undici uomini dietro la palla. Lo trovo un campionato molto simile alla massima serie, è un campionato molto bello. Forse tecnicamente parlando è molto diverso, ma ho visto anche grandi campioni in Serie B”. Ultima chiosa sul compagno Valerio Verre che sabato scorso ha esordito con la maglia rosanero. “Secondo me è un giocatore dal futuro straordinario. Alla prima gara da titolare ha fatto benissimo, ha tantissima qualità. Speriamo che continui così perché è importante avere un giocatore del genere in organico”.