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BALZARETTI, BUONO O CATTIVO? La società e il malcontento della gente dopo la cessione del terzino

La cessione di Federico Balzaretti ha diviso ancora una volta i tifosi. Da una parte cè chi se lè presa con il giocatore e dallaltra chi se lè presa con la società. Il.

William Anselmo

La cessione di Federico Balzaretti ha diviso ancora una volta i tifosi. Da una parte cè chi se lè presa con il giocatore e dallaltra chi se lè presa con la società. Il malcontento però parte dalla delusione di vedere lennesimo "big" andare via da Palermo. Di William Anselmo E’ passato qualche giorno dalla cessione di Balzaretti alla Roma e a Palermo si continua a parlare di questo trasferimento. Non è la cessione in sé che ha scatenato i tifosi rosanero, quanto le modalità di questo addio, l’ennesimo doloroso della gestione Zamparini. Il mio amico e collega Benvenuto Caminiti nel suo articolo (leggi articolo) ha cercato di darsi una spiegazione guardando in modo ottimistico a quello che rimane del Palermo degli ultimi tre anni, colpevolizzando Federico Balzaretti per essere andato via e quasi assolvendo la società. Sono state scritte delle verità, ma è troppo semplice archiviare così il caso Balzaretti, etichettandolo quasi come un “mercenario”, uno dei tanti passati all’ombra di Monte Pellegrino. Il punto è che Balzaretti non è Luca Toni, cioè uno che è andato via senza salutare. Uno che a Firenze ha rinnegato anche la paternità della sua famosa esultanza dicendo che quel modo di festeggiare i gol se l’era inventato con la maglia viola. Balzaretti è uno che fino all’ultimo ha aspettato la proposta tardiva del Palermo che nel frattempo era più interessato a fare un’asta sui giornali a colpi di dichiarazioni e rilanci. E’ vero che la cessione dal punto di vista economico è stato un vero affare per il club rosanero e che per la politica del Palermo era quasi un passaggio obbligato, ma su questo punto è mancata chiarezza. Un giocatore di 31 anni in scadenza di contratto di solito ha un valore praticamente pari allo zero perché può tranquillamente aspettare e svincolarsi a parametro zero a fine stagione, per buona pace del suo club che non beccherebbe un quattrino (ricordate Simplicio?). Balzaretti poteva scegliere di andare via così, ma non l’ha fatto. Il Palermo sapeva di questo “pericolo” e quindi ha approfittato dell’opportunità di trovare dei club interessati al giocatore per fare cassa. Ovviamente a guadagnarci non è stato soltanto il Palermo che riceverà dalla Roma circa 4,5 milioni di euro per un giocatore comprato 2,5 milioni anni prima (cifra per altro quasi del tutto ammortata, ovvero il costo pluriennale è stato ripartito tra tutti gli anni di impiego del giocatore, facendolo partecipare per quote alla determinazione del reddito dei singoli esercizi di bilancio della società) e che ora darà ai rosanero una bella plusvalenza. A guadagnarci è stato anche il giocatore che nei prossimi tre anni guadagnerà in totale circa 1,2 milioni in più rispetto all’eventuale rinnovo con i rosanero, oltre all’esperienza professionale in un club di primissimo livello come quello della Roma. E’ tutto legittimo, se non fosse che in mezzo ci stanno migliaia di tifosi che continuano a sognare un Palermo competitivo fatto da giocatori importanti e invece negli ultimi tre anni sono stati privati degli uomini più forti della rosa “allevati”, resi importanti e poi venduti a suon di milioni come Sirigu, Cassani, Silvestre, Balzaretti, Nocerino, Pastore, Cavani… Tifosi che per la finale di Tim Cup contro l’Inter erano in 40mila e si aspettavano che il Palermo ripartisse proprio da quel gruppo e da quell’allenatore per “diventare grandi” in Serie A provando a vincere qualcosa. Invece ogni anno si butta tutto giù e si ricostruisce da zero. Non mi sento di criticare i tifosi delusi, anzi li capisco benissimo, ma è il caso di cominciare a considerare che il calcio è fatto di professionismo, che i cicli non sono più lunghi come una volta, che tutto ora è più dinamico di prima. E il Palermo per stare al passo deve necessariamente continuare con questa politica di acquisti e cessioni. Arrivare sui talenti prima degli altri e avere il coraggio di lanciarli. Dall’altra parte però il Palermo deve andare incontro ai suoi tifosi evitando proclami, evitando promesse che non si possono mantenere, dicendo chiaramente come stanno le cose, non sminuendo i malumori e le critiche. Solo così si potrà ricucire piano piano lo strappo tra la società rosanero e parte della tifoseria. Tutto parte da un ennesimo “atto di fiducia” verso il nuovo Palermo, fatto soprattutto da giovani volenterosi, da un allenatore carismatico e lavoratore, e da un direttore generale navigato e competente. Chi è disposto a salire di nuovo sulla nave?