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Zamparini e il fido bloccato da Unicredit: “Vi racconto tutta la verità”

Zamparini e Dybala

Il patron rosanero, all'indomani del match vinto miracolosamente dalla squadra di Corini, svela i dettagli della vicenda che ha portato la Banca Unicredit a bloccare il fido di 2,5 milioni di euro.

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La vittoria del Ferraris contro il Genoa ha dato una dose di entusiasmo che non era per nulla contemplata dall'ambiente rosanero.

In un momento 'no' su ogni aspetto per la squadra, il Palermo ha tirato fuori gli artigli e interrotto la striscia di nove sconfitte consecutive.

Il successo di domani è comunque da considerare un punto di partenza e non d'arrivo. A gennaio occorrerà intervenire sul mercato senza 'se' e senza 'ma'. La società di viale del Fante lo sa, tuttavia deve fare i conti con altre difficoltà: nei giorni scorsi Unicredit, banca di riferimento del club, ha congelato il fido di 2,5 milioni di euro. Tutto in virtù del decreto ingiuntivo emesso dal Tas (Tribunale arbitrale dello sport). Per ricostruire passo dopo passo la questione, Maurizio Zamparini ha parlato a 'La Repubblica' sviscerando nel dettaglio la querelle Dybala. "Tutto inizia nell'aprile del 2012 quando il Palermo stipula un contratto con la Pencill Hill, una società dell'agente argentino Gustavo Mascardi, per 12 milioni di euro. Di questi 12 milioni, 2 milioni sarebbero andati al procuratore, 5,5 all'Instituto de Cordoba e 4,5 alla Pencill Hill che diceva di avere i diritti economici su Dybala. A quel punto io annuncio l'acquisto di Dybala. Però dall'Argentina mi dicono che Mascardi non è il procuratore di Dybala, che il vero procuratore è Gonzalo Rebasa e che Dybala non verrà mai a Palermo", ha raccontato il numero uno del club siciliano attraverso le colonne de 'La Repubblica'.

PERINETTI -"Chiamo l'allora mio direttore sportivo Perinetti e gli chiedo di intercedere. Nei miei uffici di Vergiate incontro Dybala, suo fratello Mariano, Rebasa e l'avvocato Pilla di Milano che dice di essere il legale di Rebasa. Mi dicono che se non gli avessimo dato 3,5 milioni Dybala non avrebbe firmato". Siamo già a un totale di 15,5.

REBASA E MASCARDI -"Pensavo che dovendo pagare 3,5 milioni a Rebasa avrei ridotto il compenso di Mascardi. Firmo l'accordo con Rebasa che mi chiede di fare un contratto di 3,5 milioni di euro come compenso per l'intermediazione con una società di Pilla (la Pluriel Limited, ndr) con sede a Londra. Però Mascardi voleva tutti i 12 milioni e, facendo leva sul primo precontratto, ha fatto ricorso al Tas. Era un Tas legato a Blatter e Grondona. Un'associazione a delinquere, come poi dimostrato".

CONDANNA TAS -"Il Tas mi ha condannato al pagamento di 9,4 milioni di euro alla Pencill Hill. Ho fatto opposizione e ho anche sospeso i pagamenti a Pilla".

TRIULZI -"Quando sto per chiudere l' affare Dybala-Juve, il nuovo procuratore del calciatore argentino (Triulzi, ndr) mi chiede 4 milioni perché secondo lui, dei 3,5 milioni iniziali, 2,1 erano andati alla famiglia di Dybala che altrimenti non avrebbe firmato il contratto".

ESPOSTO ALLA PROCURA -"Sono andato quindi alla Procura della Repubblica di Palermo e ho presentato un esposto nei confronti di Mascardi, di Pilla e della famiglia Dybala. Se avessi pagato tutti, da 12 milioni saremmo arrivati a 23. Nonostante questo a giugno ero arrivato a una transazione con Mascardi. Dieci milioni in quattro rate".

PROSSIMO PASSO -"Se non verrò tutelato, porterò i libri in tribunale. Non mi voglio fare ricattare da questa banda di delinquenti. Se la giustizia dirà che ho torto pagherò, ma so di essere nel giusto, sono stato vittima di estorsione e truffa. Queste società sono scatole vuote e se pagassi sarebbe illecito trasferimento di capitali all'estero", ha concluso Zamparini in un'intervista fiume rilasciata a 'La Repubblica'.