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Venezia-Palermo 0-0: Prudenza ed equilibrio, partita a scacchi senza sussulti. Commento primo tempo

Aleksandar Trajkovski

Prima frazione all'insegna della cura maniacale di distanze ed equilibri tra i reparti in fase di non possesso. Accortezza e pochi sussulti, Trajkovski impegna Audero con una punizione velenosa

Mediagol2

Primo atto della sfida valida per la semifinale dei play-off promozione tra Venezia e Palermo.

Stellone sorprende, optando per scelte forti e per certi versi inattese.

Rosanero in campo con una sorta di 4-3-1-2 che può trasformarsi all'occorrenza in 4-3-3. Schieramento farcito di novità e caratterizzato da esclusioni eccellenti.

Pomini tra i pali, linea difensiva a quattro composta da Rispoli ed Aleesami esterni bassi, Bellusci e Rajkovic coppia di centrali. In mezzo al campo spicca la presenza del giovane Fiordilino a fianco di Jajalo e Murawski. Trajkovski nel ruolo di trequartista con licenza di galleggiare tra le linee ed all'occorrenza allargarsi sull'esterno del fronte offensivo. La Gumina e Moreo si guadagnano una maglia da titolare e compongono il tandem offensivo. In panchina per scelta tecnica si accomodano sia Coronado che Nestorovski.

Inzaghi risponde con il solito 3-5-2 modellato da due novità sostanziali. L'esperto Del Grosso rileva Garofalo sul binario mancino mentre Marsura vince il ballottaggio con Geijo ed affianca Litteri in avanti.

L'avvio del match è piuttosto equilibrato. Un cross di Del Grosso trova l'anticipo aereo di Litteri sul primo palo che non centra il bersaglio.

L'occasione propizia la crea il Palermo al minuto 18: La Gumina riparte in percussione e conquista una punizione dai 25 metri, sull'esecuzione a giro di Trajkovski, Audero si supera e vola a deviare in corner.

Il Palermo tiene il campo con ordine e buona personalità. Fiordilino e Murawski si spendono in sede di pressing ed interdizione, scivolando talvolta sull'esterno a dare manforte in raddoppio sulle percussioni dei laterali lagunari. La circolazione della sfera è lineare ma dipanata a ritmo piuttosto blando, la squadra siciliana trova spesso Trajkovski tra le linee ma fatica a conferire profondità ed ampiezza alle sue trame.

Un paio di traiettorie velenose da palla inattiva del talentuoso Stulac vengono lette e disinnescate da ottime e puntuali chiusure aeree di Rajkovic.

Su entrambi i fronti è maniacale l'attenzione nel mantenere coesione e distanze tra i reparti senza concedere interspazi e profondità. Densità e massimo scrupolo nella cura della fase di non possesso e di conseguenza non grande fluidità e pulizia nella tessitura della manovra.

Il risultato di parità al termine della prima frazione è specchio fedele di quanto mostrato dalle due formazioni sul terreno di gioco.