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Terlizzi: “I rosa devono tutto a Zamparini. Frosinone-Palermo? Ero allo stadio e…”

Terlizzi: “I rosa devono tutto a Zamparini. Frosinone-Palermo? Ero allo stadio e…”

Le parole dell'ex difensore del Palermo: "E' mancato l’animo di una squadra unita che remasse tutta nella stessa direzione"

Mediagol7

"Palermo è stata la prima esperienza in un grande club".

Lo ha detto Christian Terlizzi, intervistato ai microfoni di 'PianetaSerieB'. Diversi sono stati i temi trattati dall'ex difensore del Palermo, che ha vestito la maglia rosanero dal 2003 al 2006: dai suoi trascorsi in Sicilia, ai comportamenti tutt'altro che sportivi di alcuni tesserati del Frosinone in occasione della finale di ritorno dei play-off di Serie B.

"Ero arrivato come un giovane di prospettiva e grazie alla mia costanza e anche al presidente e Baldini, i quali mi hanno dato fiducia, sono riuscito a dimostrare il mio valore conquistando una promozione storica dopo 32 anni e riuscendo anche negli anni a diventare l’unico difensore ad aver segnato 4 goal nelle prime 4 giornate di Serie A stabilendo ancora oggi un record. I rosanero devono tutto a Zamparini, che ha preso ai tempi una società in fallimento e l’ha portata ad altissimi livelli come nessuno avrebbe mai fatto. È un presidente molto ambizioso e sono sicuro che una squadra fatta di giovani e anche senza big lotterà sempre per il vertice della classifica. La delusione o comunque l’amarezza di quest’anno è stata quella di vedere nel Palermo una buona squadra in grado di vincere il campionato, con l’assenza di un elemento fondamentale: l’animo di una squadra unita che remasse tutta nella stessa direzione", sono state le sue parole.

FROSINONE-PALERMO -"Come avrei reagito a questi episodi lontani dai veri valori dello sport? Ero allo stadio a vedere la partita e quello che risaltava vistosamente era la differenza di voglia di conquistare questa promozione. A differenza dei calciatori del Palermo, in campo, il comportamento antisportivo dei calciatori del Frosinone avrebbe suscitato in me una rabbia maggiore nel voler conquistare questa promozione. La Sicilia è come una seconda casa in tutti i sensi per me. La crisi che sta colpendo le squadre siciliane si può individuare nell’assenza di imprenditori seri e nella carenza di strutture. In questi anni, invece di investire sui talenti locali, si è sempre pescato fuori, ammazzando così il calcio giovanile e i settori giovanili siciliani. Finché si continuerà con questa mentalità, è difficile che le cose possano cambiare", ha concluso.