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Quando Donadoni mise fuori squadra De Zerbi: “Problemi di comprensione reciproca”

Quando Donadoni mise fuori squadra De Zerbi: “Problemi di comprensione reciproca”

Il retroscena di un rapporto non proprio idilliaco tra De Zerbi e Donadoni che domenica si sfideranno al Dall'Ara: "Donadoni chiedeva a De Zerbi cose, in campo e nella disciplina, che lui non riusciva a dare".

Mediagol40

Domenica pomeriggio si troveranno l'uno di fronte all'altro, distanziati da pochi metri a bordocampo del Renato Dall'Ara.

Sarà tra le mura dello stadio bolognese che Roberto De Zerbi affronterà, con il suo Palermo, il Bologna di Roberto Donadoni. Partita delicata per uno (Donadoni), delicatissima per l'altro. Perché, è vero, il mister rosanero può fare affidamento su un'incondizionata stima da parte del suo presidente (Zamparini), ma sarebbe davvero difficile da digerire - per un mangia-allenatori come il patron friulano - l'eventuale sesta sconfitta consecutiva in campionato.

A Coccaglio, sotto gli occhi attenti del suo datore di lavoro, De Zerbi ha lavorato con la squadra preparando la tredicesima uscita in Serie A dei siciliani. Come detto, si troverà di fronte quel Donadoni con cui ha condiviso un'esperienza a Lecco. Chissà se, domenica pomeriggio, i due torneranno indietro di quindici anni e penseranno a quell'episodio che divise le loro strade. Nel 2001, infatti, l'attuale allenatore del Bologna (all'epoca sulla panchina dei blucelesti) mise fuori squadra quello che ad oggi è il pupillo di Zamparini e che allora aveva ventidue anni e qualche mese. De Zerbi fece in tempo a giocare sette partite con il Lecco, poi la suddetta decisione di Donadoni di mettere ai margini del progetto il trequartista che era arrivato in prestito dal Milan. "A dicembre del 2001 era già fuori squadra da un pezzo e decisi di prenderlo io per il mio Foggia", ha raccontato a 'La Repubblica' l'allora direttore generale del Foggia in C2, Vittorio Galigani. "In quella finestra di gennaio mi serviva proprio uno come lui, un mancino che giocasse dietro le punte. Fu un matrimonio felice: per lui, che si rifece una vita calcistica, e per noi, che per due anni e mezzo, con 18 gol suoi, risolvemmo il problema dell' attacco". Galigani non conosce esattamente le ragioni degli attriti tra Donadoni e De Zerbi. "Problemi di comprensione reciproca, credo. Donadoni gli chiedeva cose, in campo e nella disciplina, che lui non riusciva a dare. Succede - ha proseguito l'ex dg del Foggia -. Fu dunque facile per il Foggia arrivare a De Zerbi. Io ero in ottimi rapporti con Braida e Roberto a Lecco era fuori dai giochi".