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Palermo: Zamparini, harakiri in cinque mosse

Mediagol40

Dodici finali. Bologna al Barbera, Inter a San Siro, Napoli in casa, Empoli al Castellani, Chievo al Bentegodi, Lazio al Barbera, Juventus allo Stadium, Atalanta in casa, Frosinone al Matusa, Sampdoria al Barbera, Fiorentina al Franchi e, per finire, Hellas Verona di fronte ai tifosi rosanero. Da queste partite passa il futuro del Palermo. La retrocessione è un'opzione a cui Zamparini prova continuamente a non pensare, ma - calendario alla mano - sarebbe un epilogo non proprio impossibile. Di errori nel corso della stagione (estate 2015 compresa), il patron rosanero ne ha commessi parecchi, molti dei quali hanno causato mera confusione e mancanza di punti di riferimento. Condizioni perfette per far fatica a conseguire una salvezza tranquilla. L'edizione odierna de 'La Repubblica' prende in esame le decisioni rivelatesi errate dell'imprenditore friulano. Mossa per mossa, tutte le leggerezze che hanno portato all'harakiri.

I CONSIGLIERI. SLAVI E AGENTI TROPPO INFLUENTI E ASCOLTATI

Sono stati gli uomini più ascoltati da Zamparini. Almeno sino all’esplosione del caso Schelotto. Il gruppo di procuratori e mediatori slavi dei quali facevano parte Lemic, Curkovic e Mijatovic sino a quale tempo nel Palermo facevano il bello e cattivo tempo. Il loro progetto era quello di una collaborazione che avrebbe dovuto fare il del Palermo una società nella quale far crescere dei giocatori per poi rivenderli e fare plusvalenze. Niente di male se non fosse che, guardando l’ultimo anno, il vero affare l’hanno fatto solo loro e non il Palermo. Procuratori e agenti che, non solo portavano i loro assistiti al Palermo, ma volevano anche vederli in campo. Non a caso Iachini, tornando in rosa, ha chiesto il loro ridimensionamento - scrive il quotidiano generalista -. Il caso di Schelotto è stato la chicca di un rapporto che tra un pranzo e una cena ha portato il Palermo in fondo alla classifica. Le difficoltà economiche di Zamparini, le cui risorse non sono più quelle di qualche hanno fa, hanno fatto sì che il presidente si consegnasse mani e piedi al gruppo degli slavi e ad alcuni procuratori e mediatori molto influenti in casa rosanero come Fiorini e Riso. In tutto questo anche Gerolin ha avuto la sua parte tanto che oggi, in piena crisi tecnica, il diesse è in “missione” in Argentina.