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Palermo, polemica sulla campagna abbonamenti. Barbera: “E’ fascista”, ma il claim è tratto da un coro sulle note di Gianna Nannini…

Palermo, polemica sulla campagna abbonamenti. Barbera: “E’ fascista”, ma il claim è tratto da un coro sulle note di Gianna Nannini…

Attacco al club di Viale del Fante a cui si attribuiscono riferimenti fascisti. La frase però è quella di un noto coro ultras intonato sulle note della canzone "I maschi"...

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L'estate calcistica palermitana quest'anno si è animata non solo per le solite questioni legate al calciomercato o alle prestazioni sportive della squadra, ma per una polemica sullo slogan della campagna abbonamenti del Palermo Calcio criticato da Giuseppe Barbera, figlio dell'indimenticato presidente Renzo e fratello di un'altra figura amatissima nel capoluogo, Ferruccio, venuto a mancare prematuramente tredici anni fa.

"Come il calcio contribuisce alla cultura dei tempi. La campagna abbonamenti del 2004, curata da Ferruccio, e quella (orribile, nera, fascista) di oggi", è questo l'affondo su Facebook di Giuseppe Barbera, professore ordinario di Colture Arboree all'Università degli Studi di Palermo, già assessore del Comune di Palermo nella giunta del sindaco Leoluca Orlando nella scorsa legislatura, in un post che mette a confronto la creatività del fratello Ferruccio, che in passato si occupò della comunicazione del club rosanero, con la gestione attuale.

Un attacco pesante al club di Viale del Fante, a cui si attribuiscono riferimenti fascisti, che ha generato un thread di commenti al post (diventando anche occasione ghiotta di ritrovo per una parte della sinistra palermitana).

La frase "Combattere e vincere" effettivamente viene pronunciata dal duce Benito Mussolini nel discorso del 23 ottobre 1932 a Torino, in occasione del decennale della Marcia su Roma. Lo stesso motto fu poi ripetuto dal duce il 14 maggio 1939, sempre a Torino, e poi ripreso e stampato su alcune case a Donnas, Villalago, L'Aquila e Carcoforo.

EQUIVOCO - Lo slogan del Palermo Calcio, però, è diverso dal "combattere e vincere" di Mussolini e, nelle intenzioni, non ha origini legate al fascismo, come sostiene "Barbera", bensì a un noto e diffusissimo coro ultras cantato sulle note di... Gianna Nanni. Proprio così, al di là di chi vuol trovare del marcio che non c'è, il claim del club rosanero "Per questa maglia, per questa nostra fede combatteremo e vinceremo insieme", che si legge sui cartelloni pubblicitari sparsi per la città, si rifà ad una canzone della cantante senese, "I maschi", adattata da diversi gruppi ultras in tutta Italia come si può facilmente evincere dai tre video che Mediagol riporta sotto.

“Per quelli innamorati come noi,

Per noi che non abbiam mollato mai,

sempre con stile e con amor combatteremo e vinceremo insieme a voi!”

Al post di Giuseppe Barbera, che probabilmente mirava a sottolineare e ricordare il genio creativo del fratello, il primo a indignarsi tramite commento è stato Francesco Giambrone, sovrintendente del Teatro Massimo di Palermo e partner del Palermo Calcio, che ha commentato: "Caro Giuseppe, ieri pensavo proprio questo. E ricordavo la campagna ideata da Ferruccio. Concordo in tutto".

A seguire altri personaggi legati alla politica e alla sinistra "orlandiana" hanno rincarato la dose, come Alessandra Veronese, consulente per il Comune di infanzia e diritti: "Il nero dominante,un’incitazione allo scontro.Non mi piace affatto.Hai proprio ragione".

Ma anche dall'area di destra si registra il commento di Fabio Granata, oggi aderente al partito "Diventerà Bellissima" del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.

A questi si è aggiunto il figlio dell'ex presidente del Palermo Calcio, Salvatore Matta, Alessandro, che si è espresso con toni polemici: "Questione di stile. ..., ma la classe non si compra !! Ferro manca anche e soprattutto per il suo contagioso ottimismo!"

E sono diversi i giornalisti che hanno commentato, a partire da Fabio Critrano, addetto stampa al Comune del Palermo ed ex ufficio stampa del Palermo Calcio, che ci va giù duro: "Basta guardare a chi "c'è dentro"... Sono ragazzi ingenui. Porta pazienza, amico mio"

Il giornalista di Tgs, Giovanni Villino: "Ci si ostina a non voler salire sulle spalle dei giganti che ci hanno preceduto per guardare più lontano... (Questo richiede conoscenza e cultura). Si preferisce oggi arrancare da nani, sentendosi giganti. Con un ulteriore problema: la miopia".

Il giornalista Michele Sardo: "La tristezza della gestione Zamparini di questi ultimi anni sta tutta in questo cartellone pubblicitario: banalità, approssimazione, incompetenza, falsità, incoerenza, mancanza di professionalità e di progettualità. Tuo fratello, caro Giuseppe, era un genio. Il paragone tra una sua creazione e questo obbrobrio non regge". Sardo ha poi tenuto a precisare a Mediagol che il suo commento non aveva finalità "politiche": "Apprezzo il coro ultras e mi emoziona anche, pur riconoscendo nel testo un richiamo (probabilmente casuale) a slogan fascisti. Il mio post era riferito alla grafica del cartellone pubblicitario e soprattutto al testo che non è confacente agli ultimi anni di gestione Zamparini, fatta di fallimenti sportivi e non di vittorie, causati dalla mancanza di un progetto, dalla mancanza di investimenti, dai tanti esoneri di allenatori e dirigenti, aggravati da tante parole e pochi fatti. Le parole 'vincere' e 'combattere' sono a mio avviso parole usate solo per creare una frase a sensazione e non da una reale volontà di cambiare le cose. Anche alla luce dell'ultimo calciomercato fatto quasi a costo zero".

Lo scrittore Benvenuto Caminiti:

Il fotografo Mario Cucina:

Per concludere con il grafico ed esperto di comunicazione, Vincenzo Corona, che ha scritto: "Quando tutti vedevano solo nero...", credo possa essere iscritto nel novero dei migliori claim/headline di sempre. Da accostare, per efficacia e pregnanza (lo dico senza piaggeria, ma da sedicente studioso dei fenomeni correlati all'advertising) a "Think small" o a "So why go with us?" di bernbacchiana memoria. Vero, la mia venerazione - conclamata - verso Ferruccio (ma anche verso Nadia: io e Rosanna abbiamo mosso i primi passi a Pubilla), potrebbero spostare l'ago della valutazione del mio commento verso una questione, per l'appunto, di parte; ma non è così. Recentemente, infatti, avevo pubblicato un post, con la foto di quell'orrido 6x3 (Combatteremo e vinceremo insieme) citando il codice di autodisciplina pubblicitaria che, all'articolo 1 - dico 1 - cita: "La pubblicità deve essere onesta, veritiera e corretta".

Non ci sono i termini per contestare agli autori di questa orribile campagna il mancato rispetto di quell'articolo, ci mancherebbe, ma ironizzavo sul fatto che non si può, dico non si può, utilizzare una struttura concettuale (e grafica) di quel tipo, dopo una stagione in cui sono mancati proprio "combattimento" e "vittoria"; anche in previsione di un'altra stagione in cui, il Palermo calcio, nella migliore delle ipotesi, lotterà (non combatterà) per non perdere (non per vincere). Insomma, un disastro...".

Oltre all'equivoco per l'accostamento al fascismo, il riferimento di Giuseppe Barbera alla campagna abbonamenti del Palermo Calcio è sbagliato anche perché l'immagine a cui fa riferimento non è mai stata usata dal club come campagna di comunicazione per la sottoscrizione degli abbonamenti allo stadio. Si trattava bensì della campagna di comunicazione pubblicitaria "Di tutti i colori", ideata per Banca Nuova, ai tempi sponsor del club rosanero, come si evince dal sito ufficiale dell'azienda "Barbera e Partners", diffusa su cartelloni pubblicitari 6x3 al termine di una stagione trionfale che riportò i rosanero in Serie A. Di seguito le immagini originali:

AGGIORNAMENTO DELLE 21.00

Il coro su cui si basa il claim della campagna abbonamenti del Palermo 2018/2019 non è quello sulle note di Gianna Nannini, come erroneamente riportato nell'articolo, ma quello sulle note di "Sarà perché ti amo" dei Ricchi e Poveri. Il coro, infatti, è stato inserito nello spot in diffusione sulle radio locali di Palermo nel mese di luglio e agosto ed è possibile ascoltarlo nel video sottostante.