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Palermo: Iachini, Zamparini ti voleva ‘Yes Man’. Il patron è andato su tutte le furie dopo un messaggio ai tifosi

Palermo: Iachini, Zamparini ti voleva ‘Yes Man’. Il patron è andato su tutte le furie dopo un messaggio ai tifosi

Dal silenzio alla manifesta insofferenza. Gli errori di Iachini, secondo Zampa

Mediagol40

Senza calci in culo, ma sbattendogli la porta in faccia. Zamparini ha ammesso di aver trascorso una giornata triste: del resto mandar via Iachini equivaleva a cacciare uno dei suoi 'figli', uno di quelli che lo stesso patron aveva aiutato ad affermarsi. Perché, usando un tono alla Pippo Baudo, l'imprenditore friulano ha sempre sostenuto di aver "inventato lui il Beppe allenatore".

di Claudio Scaglione

La triade improvvisata -"Siamo io, Iachini e Gerolin. Ci confrontiamo sempre, facciamo il calciomercato. Nessuno può batterci". Spiegava sorridendo il numero uno del club di viale del Fante quando, a luglio, si aprivano le danze del mercato. Ecco, il mercato. Primo degli innumerevoli motivi che hanno indotto alla separazione. Promesse, chiacchiere e tante operazioni saltate. Iachini si è ritrovato a pochi giorni dall'inizio del campionato senza punte e con una squadra da reinventare.

La scintilla -"Non posso starmene zitto. Chi osserva può pensare che io sia un allenatore privo di personalità e carattere. Non è giusto che la presidenza non rispetti i patti". Questo, su per giù, ciò che avrà pensato Iachini nelle ore successive alla chiusura della sessione estiva di trattative. Un gong che scandiva la fine di ogni probabile obiettivo di mercato. "I giocatori sono questi, fai del tuo meglio", il messaggio palesato dalla società. E gli accordi di mezza estate? La lista discussa e rivisitata prima che il ritiro a Bad Kleinkirchheim potesse avere inizio? Nulla.

Iachini si trasforma - Scordatevi lo 'Yes Man' visto fino ad agosto scorso. Giunti a settembre, il mister rosanero decide che è ora di rompere il silenzio. "Ogni partita dovrà essere un piccolo miracolo e solo con grandi imprese potremo raggiungere l’obiettivo principale della salvezza - inizia a carburare il tecnico di Ascoli Piceno il 7 settembre -. Vietato parlare di Europa", spiega Iachini che, successivamente, proferisce tre parole vietate dal sognatore Zamparini: "Tifosi, non illudetevi". Il patron rimane spiazzato. A suo modo di vedere, non esiste concetto peggiore di quello atto a non far sperare i sostenitori che le cose potranno andar bene, perché loro sono il sale del calcio.

La decisione latente -Zampa si prepara a farlo fuori. Non digerisce per niente il gesto di delegittimazione del suo 'dipendente'. I pensieri diventano dichiarazioni: "Iachini, pensa ad allenare. Non ti pago per fare il mercato", le frasi di Zamparini. E' guerra, il legame si rompe, i dialoghi ridotti al minimo. Il patron raggiunge il tecnico e si decide di comunicare alla piazza che "tutto è stato risolto".

Il campo sentenzia - Il patron cerca un sostituto, sonda il terreno con Francesco Guidolin ("l'unico che - riportando la frase che il patron stesso riferì a pochi giornalisti presenti nella sua villa a Bad - ne capisce insieme a Iachini"), ma lo stesso ex Udinese non ne vuole sapere. Cambio rimandato, per mancanza di valide alternative. Dopo le quattro sberle rimediate dalla Roma, si va in ritiro... a Gradisca. E' lì che Zampa si accorge che - dopo due anni - c'è qualcosa che non va. Il sospetto del patron è che la squadra non segua più l'allenatore.

Epilogo - Rimane un sospetto, che viene dimenticato a seguito della vittoria (comunque sofferta) di Bologna. Quindi il pari con l'Inter e infine la trasferta di Napoli. Lì Zamparini diventa incontenibile. "Atteggiamento da perdente, così non va per nulla bene. Iachini andrebbe preso a calci in culo". E' finita, l'ultimatum è dietro l'angolo. Dopo il ko con l'Empoli, si deve vincere contro il Chievo. A tutti i costi. La vittoria arriva, ma - posti gli eccessivi rischi corsi contro i gialloblù - Iachini commette due errori che inducono l'imprenditore di Ajello ad azzerare i tempi d'attesa dell'esonero: alla vigilia, infatti, Iachini sottolinea a più riprese che bisogna avere 'rispetto e memoria' nei suoi confronti (lo ribadisce troppe volte per quelli che sono i gusti del presidente) e poi, a fine conferenza stampa post-gara, afferma sorridendo "Adesso posso anche dimettermi". Sollevato dall'incarico e rispedito a casa. Dentro Ballardini. Incredulo, Iachini. Lui che aveva proferito quelle tre taglienti parole: "Tifosi, non illudetevi".