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Palermo, dilemmi tattici, errori di Tedino e Nestorovski: Zamparini convoca tecnico e ds…

Palermo, dilemmi tattici, errori di Tedino e Nestorovski: Zamparini convoca tecnico e ds…

Classico ricorso al summit in terra friulana da parte del patron: convocati d'urgenza tecnico e ds dopo la deludente prestazione fornita contro il Pescara

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Un pari che consente di agganciare il Frosinone al secondo posto ma che sa di ghiotta occasione fallita. La sfida contro il Pescara ha lasciato in dote più di una perplessità in casa rosanero.

Prestazione abulica, opaca, priva di intensità e qualità.

Compagine di Tedino salvata da Pomini e dominata sul piano del gioco da un avversario brillante e organizzato ma che dista parecchi punti in classifica. Palermo spento e condizione deficitaria di diversi elementi chiave.

Le scelte del tecnico in materia di undici iniziale hanno convinto poco e pagato ancora meno sul terreno di gioco.

Il patron Zamparini ha fiutato il pericolo. L'imprenditore friulano ha chiaramente percepito l'immediata necessità di un nuovo cambio di rotta. Si va incontro allo sprint finale per la conquista della promozione diretta in massima serie. Parma e Frosinone sono organici quadrati, agguerriti e di qualità. D'ora in poi ogni punto lasciato per strada potrebbe compromettere il perseguimento dell'obiettivo. Non si può più sbagliare.

Così è scattato puntuale, come da prassi zampariniana, il summit in Friuli.

Convocati d'urgenza il tecnico, Bruno Tedino e il nuovo direttore sportivo, Aladino Valoti.

Temi di discussione facilmente intuibili. La questione modulo ed il ricorso improduttivo alle due punte di ruolo. Rinunciare ad un centrocampista puro, specie se in ottima condizione come Gnahoré, toglie nerbo, equilibrio e ritmo in zona nevralgica. Il conseguente arretramento di Coronado nel ruolo di intermedio moltiplica il dispendio di energie per il brasiliano, riducendo drasticamente l'indice di pericolosità della squadra in fase offensiva.

Non vi sono sintonia e compatibilità tali tra La Gumina e l'attuale Nestorovski da giustificarne l'impiego simultaneo. La condizione deficitaria del macedone è stata ovviamente al centro dell'analisi tra il patron ed il binomio tecnico-dirigenziale.

Da bomber e trascinatore nella prima parte di stagione, Nestorovski sta diventando un piccolo caso da risolvere per l'allenatore rosanero. Dal rientro dall'infortunio nell'inverno scorso, il numero trenta rosanero non è più riuscito a trovare ritmo, esplosività e brillantezza.

Le sue gare sono caratterizzate da un generoso spendersi e dimenarsi in modo macchinoso ed inconcludente, sintetizzate in modo impietoso da uno score, in termini di reti e conclusioni verso la porta avversaria, non certo all'altezza dei suoi standard.

Il momento di appannamento è piuttosto evidente. Come gestirlo? Il calciatore è un capitale importante del club, specie in ottica mercato estivo, e non va certo dimenticato il contributo,tecnico, morale e di dedizione assoluta, che ha fornito alla causa fin qui.

Tuttavia, c'è un obiettivo da conquistare ed il dovere sacrosanto di coniare le soluzioni migliori e funzionali al bene della squadra. Bisogna vincere le partite. Non c'è tempo di aspettare nessuno né motivo di concedere vantaggi agli avversari.

Nestorovski va tutelato e recuperato ma starà a lui suggerire al tecnico le giuste modalità. Ritrovarsi da protagonista sul campo o magari trovare la giusta rabbia agonistica scalpitando in panchina e spaccando gli equilibri a gara in corso?

La condizione atletica del gruppo è stata oggetto di discussione nel corso della chiaccherata tra l'imprenditore friulano, Tedino ed il direttore sportivo rosanero.

Carichi di lavoro eccessivi in vista del rush finale? Contro il Pescara abbiamo rivisto una performance un po' deficitaria sul piano della reattività e della brillantezza, con la squadra forse logora e imballata dall'incalzante sequenza di gare disputate negli ultimi venti giorni. Anche da questo punto di vista, urge non lasciare nulla al caso. Forza, resistenza e gamba saranno criteri fondamentali nella scelta dell'undici titolare in questo decisivo finale di stagione.

Alcune scelte di Tedino ( da Chochev ad Aleesami, dall'arretramento in linea mediana di Coronado all'utilizzo delle due punte) non hanno convinto il patron. Il tecnico si è cosparso il capo di cenere ammettendo la sua lettura non proprio felice, nella fattispecie, in materia di condizione dei singoli e tipologia di partita.  Il Pescara ha di fatto marcato una supremazia piuttosto evidente sotto il profilo del gioco e Pillon ha tatticamente vinto la sfida con l'amico e collega.

L'immobilismo strategico e l'incapacità di Tedino di sovvertire in corsa l'inerzia del match, magari apportando qualche variazione e correttivo in termini di modulo ed atteggiamento tattico, hanno infastidito non poco il patron.  Il rapporto di fiducia tra Zamparini e l'allenatore resta saldo ma non sono consentiti ulteriori, fragorosi, passi falsi.

La posta in palio è troppo alta. E l'imprenditore friulano non ha la benché minima intenzione di gettare alle ortiche l'immediato ritorno in massima serie.

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