serie b

Palermo-Crotone 1-0: acuto Nestorovski nel finale, buona la prima per Stellone

Vittoria sofferta ma tutto sommato meritata per gli uomini di Stellone, decide una conclusione sporca a cinque minuti dal termine del bomber macedone. Decisivi i cambi nel finale che premiano il coraggio del tecnico romano...

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Una conclusione sporca di Ilija Nestorovski a cinque minuti dal novantesimo ha regalato al Palermo una vittoria sofferta ed estremamente preziosa sul piano numerico e psicologico.

Miglior esordio stagionale non poteva esserci sulla panchina rosanero per Roberto Stellone, che inaugura il suo secondo mandato nel capoluogo siciliano con tre punti dallo straordinario peso specifico, ottenuti al cospetto di un avversario di assoluto valore in relazione agli standard della categoria.

Le criticità, in termini di assimilazione e fluidità di tracce e automatismi nonché di condizione dei singoli, permangono piuttosto evidenti. Tuttavia, la vittoria costituisce un premio all'intraprendenza, al coraggio ed alla volontà della compagine rosanero, attitudini mostrate per tutto l'arco del match dagli uomini di Stellone.

Un Palermo certamente diverso in termini strategici e di interpretazione della gara, segnatamente più aggressivo, intenso e propositivo, con annessi limiti di qualità in termini di scelta ed esecuzione delle giocate, ma comunque voglioso di fare la partita e, possibilmente, portare a casa l'intera posta in palio.

Il 4-3-1-2 proposto in avvio dal tecnico romano ha fornito risposte contrastanti.

Dinamismo e pressione dei tre centrocampisti centrali, Haas e Murawski in particolare, ha permesso al Palermo di recuperare palla più alto, innescando sovente interessanti transizioni, sfociate tra le linee, potenzialmente pericolose. Di contro, è venuta un po'meno la spinta sugli esterni, con Salvi ed Aleesami più accorti e dediti a guardarsi le spalle. Trajkovski, ispirato e presente ma poco concreto, non sempre ha trovato in Nestorovski e Puscas due terminali funzionali ed abili a dettare linea di passaggio e profondità.

Il tandem pesante proposto da Stellone non ha funzionato come negli auspici del tecnico, poca propensione al dialogo ed un'intesa tutta da costruire, per rispettive attitudini e scarsa complementarità al momento. Il macedone ha cercato di lavorare molto per la squadra, venendo fuori a coprire e scaricare i palloni sporchi, lasciando al rumeno l'onere e l'onore di riempire l'area.

L'ex Novara, in evidente ritardo di condizione, ha lottato ma difficilmente è riuscito ad anticipare il diretto marcatore ed a connettersi con il resto della squadra.

Così la prima frazione ha denotato una chiara supremazia territoriale di marca rosanero, suffragata da una manovra intensa, a tratti anche gradevole e lineare, che finiva per infrangersi costantemente all'altezza della trequarti. Giro palla ordinato e pressione arrembante, qualche sbocco interessante in ampiezza, ma poca profondità.

Un paio di conclusioni dalla distanza che meritavano miglior sorte (Jajalo e Trajkovski) ed altrettanti episodi dubbi nell'area calabrese che l'arbitro riteneva opportuno non sanzionare con il penalty. In chiusura di frazione, la zuccata di un indomito Nestorovski che chiamava alla prima vera parata Cordaz.

Nella ripresa Stellone ha il merito di cambiare presto le carte in tavola una volta captata l'inerzia stantia della gara.

Il Crotone aveva di fatto preso le misure ai rosa già a metà primo tempo ed il tecnico romano optava per la svolta tattica in corsa. Fuori Haas e dentro Rispoli, Palermo che si dispone con un 3-4-1-2 con Salvi terzo centrale di destra.

La spinta dell'ex Parma fornisce comunque una scossa sul versante destro ed allarga le maglie della retroguardia di Stroppa, da un cross deviato del numero tre rosanero nasce una parabola velenosa che si stampa sulla traversa.

Il Crotone fa densità e riparte in attesa di trovare lunga e disarticolata la formazione di Stellone.

Il tecnico rosanero si gioca la torre Moreo e richiama l'esausto Puscas. L'ingresso dell'ex Venezia conferisce peso e fisicità negli ultimi sedici metri, la boa milanese impatta il match con grande voglia, lotta e si spreme in ripiegamento, sgrava parzialmente Nestorovski dalla morsa dei centrali avversari. Falletti per Trajkovski è l'ultimo cambio in casa rosa.

Moreo risulterà nella circostanza la chiave tattica vincente per scardinare il dispositivo difensivo di Stroppa.

Il numero nove va due volte vicino alla rete, spizzata che sfiora il palo e destro violento dal limite, vince diversi duelli aerei, pulendo la sfera per aggressione e rimorchio dei centrocampisti bravi ad accorciare in avanti. Di fatto il Palermo trova quella profondità e densità offensiva che gli erano mancate in precedenza, toglie tempo e metri agli avversari in zona nevralgica, esercita un forcing, a tratti caotico ma veemente, chiudendo il Crotone nella propria metà campo.

Negli ultimi dieci minuti le squadre, complice stanchezza e voglia di osare, si allungano ed è il Palermo a trovare la zampata vincente, pur rischiando un paio di volte di capitolare. Proprio dopo un salvataggio miracoloso in chiusura di Rajkovic su Nwankwo, Jajalo ara il campo in percussione e trova l'assist in verticale per il destro, sporco e deviato ma vincente, del bomber macedone. Giocata decisiva del centrocampista bosniaco, impreciso e macchinoso nel primo tempo, cresciuto impetuosamente alla distanza, e capace di tracimare in mezzo al campo, imponendo carisma e fisicità nella ripresa fino a sfornare l'assist decisivo.

Tante le cose da limare e rivedere, sia sul piano tattico che in sede di condizione e scelta degli interpreti.

Tuttavia l'avvento di Stellone sembra aver instillato una piccola grande svolta sul piano psicologico e concettuale. Atteggiamento, vis agonistica, interpretazione tattica e mentale del match sembrano essere consoni ad una squadra che ambisce a concorrere per vincere questo campionato. Audacia, indole propositiva, spirito gladiatorio, voglia di imporre il proprio gioco all'avversario di turno. O, quantomeno,  di provarci nella consapevolezza di avere  in dote le carte in regola per riuscire nell'impresa. La metamorfosi è ancora in embrione, ma la vittoria ottenuta contro la compagine di Stroppa costituisce certamente un ottimo viatico.