serie b

Palermo-Bari 1-1: svolta tattica e personalità, Stellone scuote i rosa ma Nené rovina la festa

Un Palermo apprezzabile sul piano dell'intensità e dell'atteggiamento che ha beneficiato delle novità tattiche proposte dal nuovo tecnico. La Gumina fa sognare i rosa, i pugliesi, in inferiorità numerica, acciuffano il pari con Nenê

Mediagol77

Un''ingenuità letale. Forse l'unica nell'arco dei novantacinque minuti.

Purtroppo inesorabilmente decisiva. Nenè, con una zampata su torre di Floro Flores, ha rovinato il debutto di Roberto Stellone sulla panchina del Palermo.

Davvero un peccato, poiché l'impronta del tecnico romano si è percepita, seppur in embrione ed a corrente alternata, dopo appena un paio di giorni di lavoro.

Il Palermo, riveduto e corretto sul piano tattico e della forma mentis dall'avvento dell'ex tecnico del Frosinone, in fondo è piaciuto.

Una squadra molto diversa, dal complesso opaco, amorfo e tatticamente sgangherato che ha lasciato i tre punti, senza opporre alcuna credibile resistenza, in laguna.

La scossa c'è stata. In termini di cattiveria, determinazione e personalità.

La compagine rosanero ha disputato una prova intensa, propositiva, inconfutabilmente coraggiosa. Un deciso cambio di rotta sul piano mentale oltre che tattico, che sembrava finalmente aver prodotto i suoi frutti quando una zampata di Nino La Gumina aveva stappato la partita.

Mancavano appena una decina di minuti, e sull'abbrivio dell'entusiasmo e della voglia indomita di segnare l'inizio di una nuova e decisiva svolta, sembrava che la gara si fosse definitivamente messa in discesa.

Convinzione corroborata dalla successiva espulsione di Marrone che pareva aver posto fine alle velleità dei pugliesi. Purtroppo l'illusione si è dissolta quasi allo scoccare del novantesimo, quando Nenè, approfittando di una dormita della linea difensiva rosa, ha mandato di traverso la serata a Stellone. Rispoli si è fatto beffare, sul tempo e nello stacco, da Floro Fores che si è prodotto in una perfetta torre per l'ex Cagliari.

Il forcing finale dei rosa, generoso ma privo di raziocinio e senso geometrico, non ha prodotto l'esito sperato e la squadra di Grosso, nonostante abbia finito addirittura in nove per il rosso diretto ad Henderson, è riuscita a strappare un punto.

La gara è stata vibrante e godibile pur senza offrire numerose conclusioni a rete né occasioni particolarmente nitide su entrambi i fronti.

Il Palermo ha menato le danze fin da subito, apprezzabile il 4-2-3-1 proposto da Stellone in apertura di match che diveniva sistematicamente un raccolto 4-4-1-1 in fase di non possesso.

La compagine rosanero ha ben impressionato per la capacità di tenere il baricentro alto e pressare forte sulla trequarti offensiva i pugliesi. Squadra corta, buona intensità e ricerca della verticalizzazione, nonostante una conclamata fatica a trovare la profondità, complice anche l'efficienza del dispositivo difensivo di Grosso.

Rolando è piaciuto molto, per duttilità e brillantezza nelle due fasi, a tratti estremo mancino di un tridente a supporto di la Gumina in fase di possesso,  ha spinto con continuità e profitto risultando una spina nel fianco barese nella prima frazione.

Non altrettanto a suo agio Gnahorè, che non ha trovato tempi di inserimento e non riusciva ad accorciare con i tempi giusti, restando spesso fuori dal gioco.

Con Murawski e Chochev interni e gli esterni bassi piuttosto bloccati, per ovvie ragioni tattiche, i rosanero hanno mostrato buona densità ed un discreto equilibrio tra i reparti.

Tuttavia non sono riusciti a far breccia nel bunker pugliese con La Gumina che spesso è rimasto isolato nella morsa dei centrali e Coronado, francobollato e raddoppiato, spesso con le cattive, che faticava ad accendersi. Così, di occasioni nitide, a parte un paio di situazioni potenziali ed un rigore reclamato da Rolando per fallo di Gyomber, nemmeno l'ombra nella prima frazione.

Nella ripresa Stellone ha mutato qualcosa, passando inizialmente al 5-3-2 con Rispoli terzo centrale di destra e Rolando spostato esterno sullo stesso binario, ma le cose non sono cambiate granché. Energie e brillantezza sono inevitabilmente scemate, la gamba è venuta meno nell'aggressione e nel pressing sui portatori di palla avversaria.

Il Bari ha irretito un Palermo un po' stanco con la qualità del suo palleggio.

I rosa si sono un pizzico abbassati e hanno lasciato l'iniziativa ai pugliesi senza trovare più forza, qualità e lucidità per ripartire e proporsi in maniera lineare ed organica.

Stellone ha capito l'antifona ed ha cambiato ancora. Dentro Moreo e fuori Gnahorè e nuova interazione strategica. Il Palermo torna a quattro dietro,  Rolando e Moreo si alzano all'altezza di Coronado e La Gumina in fase di possesso per una sorta di temerario 4-2-4 in fase offensiva.

La mossa instilla coraggio ed audacia ed i rosa hanno ricominciato a spingere forte, implementando ritmo e linea del pressing. Una squadra più arrembante e gladiatoria che lineare e lucida, che è riuscita comunque a generare pericolosità e peso specifico ai confini dello'area proprio grazie all'ex Venezia. Prima Moreo ha sprecato un cross invitante di Rispoli incornando a lato.

Quindi, dopo aver incassato l'ennesimo infortunio muscolare, vittima Struna rilevato da Dawidowicz, Stellone è balzato dalla sua panchina per celebrare la zampata vincente di LaGumina. Decisivo ancora Moreo, con una torre perfetta su lancio di Rajkovic. Il gol del bomber autoctono, controllo a seguire di coscia ad eludere due difensori e rapace conclusione sotto misura, è una perla da attaccante di razza. Il tecnico cambia in corsa il cambio: Fiordilino rileva Murawski. Trajkovski, in rampa di lancio prima del gol, torna a sedersi in panchina.

Proprio Fiordilino sfiora l'incrocio con una conclusione in spaccata dopo una caparbia percussione centrale palla al piede.

Purtroppo, nonostante la superiorità numerica materializzatasi poco dopo, espulso Marrone per doppio giallo, l'ennesimo sigillo del numero 20 rosa non è bastato a portare a casa l'intera posta in palio.

L'indecisione del reparto arretrato, su una palla vagante è piuttosto leggibile, in seguito ad una deviazione aerea di Dawidowicz è stata ferocemente sfruttata dalla premiata ditta Floro Flores- Nenè.

Tra le note negative, l'incapacità di commutare in conclusioni effettive verso la porta barese l'intensità e la pressione corale perpetrata per tutto il primo tempo e nella fase finale della ripresa.

Atteggiamento lodevole ma al contempo dispendioso. Possibilmente da capitalizzare nel frangente di massimo sforzo e supremazia, tattica ed atletica, sull'avversario. Viceversa rischi di pagare fisiologicamente dazio nel corso del match e di ritrovarti privo di energia e lucidità necessarie nella fase decisiva. Quando contingenze e risultato potrebbero richiedere uno sforzo decisivo per imprimere l'ultimo strappo.

Nonostante la netta inversione di tendenza sotto il profilo del ritmo, dell'intensità e dell'assetto tattico, il volume di gioco prodotto dalla squadra implode tendenzialmente in sede di rifinitura e finalizzazione. Denotando una preoccupante e ricorrente sterilità.

Purtroppo il pari contro la compagine pugliese va ad implementare la fiera dei rimpianti per i punti inopinatamente persi per strada. Adesso, il cammino verso la promozione diretta, oggettivamente, si complica non poco.

Spirito, determinazione ed interessanti soluzioni tattiche proposte possono comunque costituire una confortante base di partenza anche nell'eventualità, adesso più che plausibile, che il Palermo sia costretto a giocarsi ai playoff  le sue chances di ritorno in massima serie.

L'alba dell'era Stellone ci consegna un Palermo comunque vivo e voglioso di provarci. Rimodulato nello spirito e nell'atteggiamento, tattico e mentale. Se torniamo per un attimo con la mente alla desolante performance di Venezia, è già una buona notizia.