serie b

Palermo-Ascoli 4-1: I rosa si ritrovano e calano il poker. Mago Coronado e super Rispoli firmano la rimonta

Arriva finalmente la tanto attesa reazione: la compagine di Tedino sfodera una reazione impetuosa nella ripresa dopo lo svantaggio nella prima frazione. Un sontuoso Coronado si prende la scena, Rispoli versione bomber e il Palermo ritrova il sorriso.

Mediagol77

di Leandro Ficarra

Il calcio è materia astrusa, spesso imprevedibile, talvolta indecifrabile.

Tanto semplice nei suoi paradigmi di base quanto complessa per la moltitudine di sfumature, emotive, nervose e psicologiche, che ne determinano dinamiche e labili equilibri.

La componente mentale ha un'incidenza pari, spesso addirittura superiore, rispetto ai pur fondamentali fattori di matrice tecnico-tattica. In questo misterioso e inebriante cocktail di ingredienti, di cui non si comprende mai appieno il reale sapore, risiede indubbiamente l'impagabile fascino di questo sport.

Così accade, che un Palermo dilaniato da una profonda crisi tecnica e di risultati, in preda all'ennesima rivoluzione societaria in corso d'opera,  sotto di un gol all'intervallo nella gara spartiacque per il futuro del suo allenatore, si trasformi incredibilmente nella ripresa, ritrovando spirito, gol e vittoria.

In un primo tempo in cui la compagine di Tedino aveva dato qualche confortante segnale, in termini di intensità e ritmo, creando anche un paio di interessanti occasioni da gol con Coronado e Nestorovski, la doccia fredda del vantaggio marchigiano, firmato Bianchi, sembrava l'ennesimo preludio di una serata amara.

Fallire anche questo appuntamento avrebbe acuito, in modo difficilmente rimediabile, i contorni dell'involuzione, palese e disarmante, che ha notevolmente complicato la marcia della Palermo nell' infausto avvio del girone di ritorno.

Mentre nell'intervallo si sfogliava la margherita per individuare il successore di Tedino, lo stesso tecnico rosanero, nel chiuso dello spogliatoio, raschiava il fondo del barile per ritrovare orgoglio, amor proprio ed alchimie di quella squadra, la sua, capace di mettere in fila tutte le contendenti prima della sosta invernale.

Non è dato sapere come ma, evidentemente, con l'ausilio e la giusta predisposizione dei suoi calciatori, l'ex Pordenone è riuscito a toccare le corde giuste riuscendo brillantemente nell'intento.

Il 3-5-2 o 3-4-1-2 , in subordine al moto perpetuo dell'ispiratissimo Coronado, coniato da Tedino, non era dispiaciuto neanche nella prima frazione.

La partenza del Palermo è stata propositiva ed intensa.

Nulla di trascendentale, ma l'interpretazione del match in avvio è stata subito caratterizzata da ritmo e dinamismo visibilmente diversi rispetto alle ultime, abuliche, uscite.

La squadra ha cercato di restare corta e di pressare alta la formazione di Cosmi.

Dawidowicz in zona nevralgica, a fianco di Jajalo, ha conferito nerbo in sede di interdizione e buona linearità nella distribuzione della manovra.

Tagli e movimento senza palla di LaGumina hanno sgravato un po' Nestorovski dalla morsa dei centrali avversari, attenuando la desolante sensazione di torpore e staticità nel reparto avanzato.

Rispoli ha spinto con un pizzico più di gamba e lucidità, Coronado ha spaccato in percussione la densità bianconera, farcendo di risolutezza e cattiveria calcistica il suo talento, denotando maggiore intensità e partecipazione nella tessitura delle trame offensive.

Lanni è stato bravo due volte, ad opponendosi prima ad una rasoiata del brasiliano, quindi ad uno stacco di testa di Nestorovski.

La squadra faticava, come di consueto, a trovare la profondità ma si intravedeva il tentativo di dare  diversa elettricità, unitamente ad un embrione di verticalità,  al proprio calcio.

Il piglio mostrato dagli uomini di Tedino pareva essere quello giusto.

I problemi permanevano in fase di non possesso specie sulle corsie: Szyminski soffriva oltremodo lo sgusciante Mogos e Rispoli, bramoso di incidere in sede di spinta, tardava spesso nel recuperare la posizione in copertura.

Proprio da una bruciante percussione del numero 14 di Cosmi, che saltava il polacco e crossava sul secondo palo, nasceva il gol del vantaggio ascolano firmato Bianchi: Rispoli chiudeva la diagonale in ritardo su Clemenza e il numero sei marchigiano ribadiva in rete il tiro-cross del compagno.

Come morso dalla tarantola, il Palermo è tornato in campo feroce e vorace, con quella famosa bava alla bocca tanto cara al suo tecnico.

Parallelamente al primo giro di cronometro è partito il Coronado-show: prima l'imbucata per la sovrapposizione di Szyminski da cui è nato il pari di Rispoli. Quindi il pregiato assolo in salsa brasiliana, puro e cristallino affresco di talento permeato da forza e caparbietà: slalom speciale tra le maglie della difesa bianconera e splendido destro a giro a scacciare critiche, tensioni e paure.

In due minuti il Palermo ha prodotto e capitalizzato più che nelle ultime cinque partite di campionato. "Barbera" rianimato e gara ribaltata.

Sull'onda di una notevole botta di adrenalina, la compagine rosa ha divorato l'avversario e chiuso in fretta la pratica. La premiata ditta Coronado- Rispoli ha concesso il bis: corner del brasiliano e pronta girata, in stile centravanti, dell'esterno campano.

L'Ascoli, dopo tre sberle in dieci minuti, è rimasto di fatto tramortito.

I marchigiani hanno provato a balbettare una reazione ma, di fatto, il Palermo ha gestito con disinvoltura e serenità partita e risultato.

Come d'incanto, la squadra di Tedino ha ritrovato autorevolezza, coesione, finanche brillantezza. In una sorta di virtuosa trance agonistica, i calciatori rosa hanno recuperato vigore, intensità, gamba.

A conferma che, al netto del calo di condizione atletica e delle criticità squisitamente tecniche, è subentrata in questo mese una chiara impasse di natura mentale ad attanagliare la formazione rosanero, ledendone gli equilibri ed inibendone le potenzialità.

Coronado ha continuato ad imperversare con saggi di tecnica e free-style in dribbling a velocità supersoniche, infierendo su voragini e crepe di un Ascoli ormai in disarmo, sfilacciato e sfiduciato.

Una punizione procurata proprio dal brasiliano veniva magistralmente eseguita da capitanNestorovski che siglava il poker e dava sfogo ad un'esultanza rabbiosa e liberatoria.

Pur sancendo la rimonta con una prestazione brillante sfoderata sul campo nella ripresa, è fin troppo evidente che il Palermo ha costruito basi e presupposti di questo successo nell'intervallo.

Se il miracoloso training motivazionale maturato negli spogliatoi del "Barbera" sia figlio di una pronta ricettività del gruppo agli stimoli instillati dal proprio tecnico, o magari, di un semplice presa di coscienza al culmine di un confronto autonomo tra calciatori, sarà più chiaro tra qualche settimana.

La rabbia ed i messaggi poco criptati nel linguaggio del corpo, proprio al culmine delle singole esultanze, legittimano il quesito e raccontano certamente di giorni difficili, caratterizzati da divergenze di vedute e comprensibile alta tensione tra tutte le parti in causa.

Quanto pesa e cosa realmente rappresenterà questa vittoria nella stagione del Palermo non è possibile stabilirlo adesso. Certamente è arrivata, tanto attesa e salvifica, quella benedetta scintilla.

Raggio di luce nel tetro ed intricato labirinto della crisi.

Le dinamiche con cui la compagine rosanero è riemersa in dieci minuti dall'abisso, in cui si era cacciata con le sue stesse mani, sono particolarmente illuminanti ed esplicative.

Testimoniano l'esistenza di un patrimonio di risorse, caratteriali, tecniche e motivazionali, ancora in essere in seno a questa squadra, che è stato rispolverato, forse in extremis, e deve tornare a costituire la prerogativa preponderante da qui al termine della stagione.

Ribadiscono come i calciatori di maggiore personalità, esperienza e caratura tecnica, da Pomini a Struna, da Rispoli ad Aleesami, da Bellusci a Jajalo, da Coronado a Nestorovski, debbano caricarsi questa squadra sulle spalle e trascinarla fuori dal momento negativo. Questi sono i giocatori in organico che hanno in dote una statura complessiva di livello per gli standard di questa categoria.

Tocca in primis a loro assumersi oneri, onori e responsabilità, facendo quadrato e smaltendo eventuali scorie ed incomprensioni col tecnico di turno, legittimando il ruolo di leader e senatori con atteggiamento e qualità di rendimento. Innescare un circolo virtuoso che forgi ed esalti spirito e attitudini dei compagni più giovani e  meno avvezzi alla gestione di certe pressioni legate alla conquista di un obiettivo importante.

Quando sono adeguatamente centrati, in termini di forma mentis e condizione generale, sono in grado, ognuno a suo modo e con le proprie caratteristiche, di cambiare volto e marcia a questa squadra. Questa sera l'hanno dimostrato a se stessi e a chi iniziava a dubitarne.

Chiuso questo tormentato mese di febbraio, può ripartire per il Palermo davvero un nuovo campionato. Empoli e Frosinone concedono comunque qualcosina, la formazione rosanero ha rosicchiato in questo turno un paio di preziosi punti ad entrambe le temibili contendenti. 

Lo step di questa sera costituisce principalmente un calcio alla paura.

Rappresenta un confortante cenno di reazione. Un primo passo che non può certamente bastare.

La reazione nervosa era fisiologica ed auspicabile ma non risolve conclamate criticità strutturali e strettamente tecniche su cui Tedino dovrà ancora lavorare molto.

La strada è lunga e bisogna ancora ricominciare a correre forte.

Prossima tappa il "Tardini" di Parma.  Nell'auspicio di riscoprirsi squadra all'altezza delle proprie ambizioni, nell'accezione più virtuosa del termine. Nella speranza di essersi ritrovati e con la voglia di non smarrirsi più.