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Livorno, Pinsoglio: “I miei tifosi mi hanno aggredito, ho denunciato uno di loro. Hanno fatto piangere mia madre”

Il portiere degli amaranto dopo l'aggressione: "Non mi lamento per le botte prese, ma per le ferite che ho dentro che mi fanno stare male, troppo male".

Mediagol40

Una papera che ha mandato su tutte le furie i tifosi del Livorno.

Nella retrocessione degli amaranto pesa anche l'errore di Carlo Pinsoglio, portiere dei toscani nel match di venerdì scorso contro la Virtus Lanciano.

Al termine della gara aspra contestazione da parte di un gruppo di ultrà. Ad avere la peggio, proprio l'estremo difensore classe '90. "Mi hanno accerchiato e insultato mentre salivo in auto. Poi, mentre io mi sono fatto avanti per prendermi tutte le offese e coprire mamma e papà, qualcuno mi ha preso alle spalle e mi ha sferrato un pugno in faccia. Mia madre si è messa a piangere, terrorizzata, e io non ho potuto neppure difendermi", ha raccontato Pinsoglio.

Metterci la faccia -"A casa mi hanno insegnato sempre a fare il mio dovere. E quando sbaglio me ne assumo sempre tutte le responsabilità. Non mi lamento per le botte prese, ma per le ferite che ho dentro che mi fanno stare male, troppo male. Non so se riesco a spiegare cosa significhi commettere un errore e avere il peso addosso della retrocessione della mia squadra, di quella dei miei compagni e della delusione e della rabbia di migliaia di tifosi. Le violenze, poi, hanno complicato tutto. L'uomo che mi ha colpito l'ho denunciato e ho fatto bene. Rivedo ancora mia madre in lacrime, spaventata. È stato terribile. La papera? Chiedo scusa ai tifosi, quelli veri. Capisco anche gli insulti, ci ho sempre messo la faccia", ha concluso il portiere del Livorno.