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Lisuzzo-Mediagol: “Stellone-Rossi? Dico la mia. Brescia quasi in A, tra Lecce e Palermo…”

Lisuzzo-Mediagol: “Stellone-Rossi? Dico la mia. Brescia quasi in A, tra Lecce e Palermo…”

L'intervista realizzata dalla redazione di Mediagol.it ad Andrea Lisuzzo, ex calciatore nato a Palermo e cresciuto nelle giovanili del club rosanero, e attuale tecnico della under 15 del Pisa

Mediagol34

di Andrea Geraci

Per potenzialità, il Palermo è da collocare tra le squadre che saranno promosse. Che ci vada direttamente resta da vedere. Il Brescia ha un piede in A, il Lecce qualcosina in più. Ma, in casi come questi, basta un episodio per capovolgere le situazioni. Se tutto va secondo logica, il Palermo si ritrova favorito ai play off che, comunque, sono un terno al lotto. Come sempre, vince la squadra che arriva meglio fisicamente e mentalmente. E questa dovrebbe essere il Palermo, con il vantaggio di avere il profeta del calcio alla guida”.

A parlare è Andrea Lisuzzo, una carriera che parte da Palermo per finire a Pisa. Dalle giovanili dei rosanero alla serie A, “il mio sogno da bambino”, con il Novara e con Ujkani, Morganella, Rinaudo, Caracciolo e altri ex palermitani. Tante tappe, partite e ricordi per il ragazzo cresciuto al Don Orione e poi transitato dal Palermo, attuale allenatore della under 15 del Pisa, che ha portato ai play off, dopo avere chiuso otto mesi fa la sua carriera da calciatore proprio con i nerazzurri. Andrea, si sente dentro ancora un giocatore anche se è passato dall’altra parte della barricata. Un po’ come Stellone, il cui esonero lo ha lasciato perplesso. “Sono per gli allenatori, l’esonero è pur sempre un fallimento. Fossi Delio Rossi sarei contento perché torno a lavorare. Ma si trova in una condizione delicata. Come venirne fuori? Che tasti dovrebbe toccare? Chi può dire cosa sarebbe successo a Livorno con Stellone in panchina?”.

Nella sua storia, anche l'esperienza di Spezia, avversario del Palermo.

Tappa importante perché lasciavo Novara dopo cinque anni. E’ stata la stagione in cui ho fatto più partite, 38 su 42, segnato tre gol e navigato con allenatori come Stroppa e Mangia. Di quella squadra non è rimasto nessuno. Lo Spezia, in questo campionato, ha raggiunto il suo traguardo facendo crescere anche dei giovani e ha un grande allenatore come Marino. Un avversario che non ha vie di mezzo, perde e vince quando meno te l’aspetti e bisogna stare molto attenti. Il gioco di Marino è prettamente offensivo. La sfida andrà avanti con incertezza fino all’ultimo minuto e il Palermo ha Nestorosvki, attaccante imprevedibile per le sue giocate, caratteristiche a metà tra Quagliarella e Caputo. Ma a risolverla potrebbe essere anche un difensore o uno come Jajalo”.

Lisuzzo ha una sua filosofia per il proprio futuro. “Ho sempre investito sulle mie possibilità, nessuno mi ha regalato niente, la stessa serie A l’ho acciuffata con i denti, lottando anche contro incidenti e difficoltà. Ora sono a Pisa, da quattro anni, città che somiglia a Palermo, anche nelle disavventure, e vive di calcio con tifosi che amano la maglia, cosa che in altre piazze non esiste. Per un giocatore non è facile rimanere qui perché i sostenitori sono molto esigenti.Però, quando entri nel loro cuore, difficilmente ti abbandonano. Come a Palermo. Sono legato ancora per due anni con il Pisa. E farò la domanda per il patentino di allenatore Uefa a maggio. Il mio ritiro dal calcio giocato? Mi sento ancora in attività perché in ottima forma. Ma dovevo farlo, lo sentivo. Come ho deciso per gli altri passi della mia carriera. Ho lasciato Novara con tre anni di contratto in tasca e Spezia con due. Non sono legato ai soldi, le vere ricchezze sono la famiglia e quando capisco che il mio tempo è finito, sono il primo a prendere la responsabilità. Il Pisa mi ha proposto la possibilità di allenare a 38 anni, l’ho colta al volo e ai miei ragazzi insegno che nella vita o si vince o s’impara. La parola sconfitta non esiste nel mio vocabolario”.