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Iachini: “Io per il ritorno del Palermo in A? Vedremo. Zamparini, Baccaglini e la squadra…”

Beppe Iachini (53 anni)

Beppe Iachini apre a un suo ritorno a Palermo: "Prima il closing, poi vedremo. Sono felice di avere riportato i rosa in Serie A e di averli lasciati lì. Baccaglini e Zamparini..."

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Il responso aritmetico è atteso per domenica 30 aprile. Poche ore ancora di Serie A per il Palermo che si appresta a diventare la seconda squadra a retrocedere in B, dopo il Pescara di Zdenek Zeman.

Se contro la Fiorentina sarà sconfitta (si giocherà allo stadio Renzo Barbera a partire dalle ore 15,00), i rosa metteranno fine a un'agonia che dura da inizio stagione, quando in pochi avrebbero scommesso anche un euro sulla salvezza di questa squadra.

Adesso la parola d'ordine, in seno al club di viale del Fante, è ripartire. Ripartire dalla B con un nuovo allenatore, con nuovi giocatori e una nuova area tecnica. E se nelle intenzioni di Baccaglini e dei nuovi proprietari ci fosse ricreare la guida tecnica che ha portato all'ultima promozione dalla B alla A dei rosa? A rispondere a questo quesito, il diretto interessato: Beppe Iachini. "Vedremo - dice il mister marchigiano a 'La Gazzetta dello Sport' - Prima aspettiamo il closing e poi vediamo quali sono i programmi, sarà il tempo a decidere. Io sono molto felice di avere riportato il Palermo in Serie A e di averlo lasciato lì. È qualcosa che mi ha riempito di orgoglio per la stima e l’affetto reciproco che c’è con la gente fin da quando ero giocatore".

Un Beppe Iachini che non vuole mettere alla gogna gli attuali giocatori rosanero: "Li ho visti in faccia domenica, alcuni di loro li conosco. Sono professionisti seri - premette -. Baccaglini ha detto che molti non faranno parte del progetto dell’anno prossimo? Io non credo che questa rosa sia da 16 punti, il più grande rammarico è che, visto l’andamento delle ultime quattro, con un po’ di serenità e uno scontro diretto all’ultima di campionato, la stagione si poteva salvare".

L'allenatore di Ascoli Piceno va a ritroso e rintraccia il momento chiave della storia recente del club rosanero, l'origine dei mali. "Con Zamparini per due anni abbiamo fatto un gran lavoro, poi sappiamo tutti com’è andata. Sono state fatte alcune valutazioni, anche generate da fattori esterni, che hanno creato alcune incomprensioni - ha sottolineato -. Quando venni esonerato dopo la vittoria col Chievo la squadra era a metà classifica, c’era uno zoccolo duro di giocatori che poteva dare continuità al progetto e avrebbe permesso ai giovani di inserirsi al meglio e per gradi. Troppo mercato dell’Est? La politica era questa, però, ripeto, si poteva anche attuare, ma se perdi sei-sette giocatori strutturati in un sol colpo..."