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Gilardino (integrale): “I miracoli e i goal, voglio segnarne 210. Mi sento giovane, a Palermo per lottare”

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"Nella mia carriera, la mia forza è stata il lavoro quotidiano. Credo che la svolta sia stata a Parma, dove ho conosciuto un allenatore come Prandelli, che mi ha veramente cambiato: mi ha fatto lavorare tantissimo sul piano fisico, mi ha dato nozioni di gioco fondamentali a livello tecnico. Dopo tre anni importanti a Parma sono andato al Milan. Quelli che nascono campioni, si contano sulle dita di una mano. Gli altri si devono formare con il lavoro, il sacrificio. Non solo fisico, intendo, ma anche mentale. Il calcio è molto testa. Molto - ha proseguito -. I miei idoli? Batistuta, Vialli. E poi diventavo matto per il grandissimo Dario Hübner, collezionavo le figurine, tutte quelle cose là. Quale giovane calciatore italiano mi ricorda un po’ Gilardino? Un po' Paloschi. Lui ha fatto molto bene, tanti gol. Credo abbia avuto molta fiducia in sé stesso nel provare un campionato diverso come la Premier. Con lui ho giocato al Milan, si vedeva già che aveva la tenacia e la forza per diventare giocatore".