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Fontana a Mediagol: “Zamparini, Corini scelta ok. Le emozioni del Barbera, Sorrentino mi innervosisce”

Fontana a Mediagol: “Zamparini, Corini scelta ok. Le emozioni del Barbera, Sorrentino mi innervosisce”

Tutte le dichiarazioni dell'ex portiere rosanero Alberto "Jimmy" Fontana, intervistato da Mediagol.it

Mediagol23

di Luca Bucceri

Serviva una scossa all'ambiente rosanero dopo la sconfitta in Coppa Italia contro lo Spezia, ultimo insuccesso del Palermo dopo il record negativo di sconfitte consecutive in Serie A.

Il patron rosa Maurizio Zamparini ha così sollevato dall'incarico Roberto De Zerbi per affidare la panchina all'ex capitano rosa Eugenio Corini. Tanti gli attestati di stima per il "Genio" che esordirà domenica sera, in posticipo, al "Franchi" di Firenze contro la viola, tra questi anche quelli dell'ex compagno Alberto "Jimmy" Fontana. Intervistato da Mediagol.it nel corso della trasmissione in onda su Radio Action, Fontana, in rosanero dal 2006 al 2009, ha analizzato la stagione rosa, dai problemi alla soluzione Corini, passando anche per ricordi e pareri personali.

"Se mi aspettavo una scelta del genere da parte di Zamparini? Il presidente è un focoso... mettiamola così. Può succedere di litigare in maniera anche abbastanza importante, ma poi col tempo passa tutto. Mi viene da pensare che nella sua storia di presidente, non è nemmeno la prima. Quindi, in fondo in fondo, non sono nemmeno stupito. A Corini ho inviato un messaggio nella giornata di ieri. Gli ho fatto un 'in bocca al lupo', l'ho salutato con affetto. Io nutro grande stima nei confronti di Eugenio, l'ho sempre detto. Premettendo che sono dispiaciuto per come si è conclusa l'esperienza di De Zerbi, mi viene da pensare che questa volta forse Zamparini ha messo a posto tante cose: ha fatto un passo indietro chiamando Eugenio. La stessa piazza non può avere alibi: per 95' si applaude, al 96' si può anche fischiare. Mi viene da pensare che tutti sono sul pezzo. Eugenio è uno sul pezzo: da giocatore era meticoloso al massimo, da allenatore, scherzandoci su, potrebbe solamente essere peggiorato, perché da calciatore era perfetto".

L'ex portiere rosanero poi non ha voluto colpevolizzare il patron Zamparini per la scelta fatta di affidare la panchina a De Zerbi, errore che ci poteva anche stare: "Zamparini aveva fatto una scelta. E' tipico, nella gestione di Zamparini, avere dei momenti in cui decide tutto lui. Ha fatto una scelta, non è andata bene: io sono molto più contento di questo tipo di scelta, cioè il ritorno di Corini da allenatore. Credo che per ricucire gli strappi che ci sono tra società e tifoseria, puntare su Eugenio è fondamentale. Lasciando stare che i problemi ci sono, non è che adesso si pensa che arriva Eugenio ed è tutto a posto. Bisogna guardare in faccia la realtà. Il Palermo ha dei giovani interessanti, ma che al primo anno di A stanno trovando delle difficoltà: il campionato di Serie A non è il più bello, ma il più difficile".

"Che tipo di Palermo sarà con Corini? Lavorare da luglio col ritiro ti permette di provare molte più cose: quando, invece, si deve subentrare, occorre essere più pragmatici. I moduli sono tutti giusti e tutti sbagliati, dipende dai calciatori e da come si esprimono all'interno di un modulo. Lui vorrà essere concreto, ha le spalle larghe: conoscendolo, si sarà messo a studiare sin dal primo giorno in cui ha saputo che sarebbe diventato l'allenatore del Palermo. Dall'esterno vedo un po' poco entusiasmo- ha ammesso Jimmy Fontana-, vedo che la squadra crede poco in se stessa. I risultati, da questo punto di vista, ti uccidono. Quando una squadra è molto giovane ed è stata assemblata da poco tempo, questo è tipico. L'allenatore deve lavorare sulla testa dei giocatori, resettare e non pretendere da subito di pensare che la gente allo stadio non sarà determinante. Eugenio sa bene di dover ricucire il rapporto con la tifoseria. Lavorerà molto su quest'ottica. Vi faccio un esempio: se hai il pubblico dalla tua parte e un giovane sbaglia un passaggio, non piovono fischi, il giovane è sereno, vivrà il tutto con meno pressione e le volte successive non sbaglierà".

L'ex portiere non ha potuto tirarsi indietro nel rispondere alle domande che riguardano l'attuale estremo difensore rosanero Josip Posavec, sempre al centro di critiche e contestazioni: "Josip Posavec? A me piace questo ragazzo. Poi se ti trovi in una squadra più solida, che ha cambiato meno, riesci ad esaltarti di più. Se la squadra attorno a lui fosse stata più solida, probabilmente ad ora si parlerebbe di un portiere top. Molte partite le ha tenute in piedi lui, nonostante qualche errore. Mi piace il suo atteggiamento. Io ho sempre detto: Sorrentino è un grande portiere, ma il suo modo di stare in porta mi innervosisce... perché ad ogni parata, sbraitare così fragorosamente contro il mondo e l'umanità non mi piace, non lo apprezzo. Mi viene da pensare che lo faccia solamente perché vuole mezzo voto in più in pagella e basta. Per carità, è un portiere dalle grandi doti, ma il suo atteggiamento non mi piace. A differenza di Posavec, il cui atteggiamento mi piace tantissimo: è un ragazzo molto concentrato. E' logico, in una squadra con molte difficoltà si guarda sempre indietro: il portiere è l'ultimo e dietro di lui non c'è nessuno. Però Josip lo trovo molto interessante. Nel Palermo di un anno fa si parlerebbe di un portiere che ha attirato molto le attenzioni".

"Perché Diamanti fa fatica? E' un talento incredibile, col sinistro fa quello che vuole. Le ragioni della flessione, chi osserva da fuori non riesce a comprenderle. Magari quando cresci con l'età, non hai più i 90 minuti sulle gambe, bensì 60... anche se gli basta una palla inattiva per decidere una partita. Spetterà a Corini gestirlo al meglio. Quando la nave imbarca acqua, è anche normale che si punti il dito contro i più adulti. E' il gioco del calcio. Dei nuovi, mi ha stupito Nestorovski, son sincero non lo conoscevo- ha proseguito-. E' uno di quei giocatori di cui tu non ti accorgi che siano in campo, ma poi sbucano dal nulla e decidono le partite. Questa è una grande dote dell'attaccante che deve migliorare ed essere più partecipe. L'attaccante che ha questo fiuto del gol in una piccola squadra, dove le palle giocabili sono due-tre e non cinquanta, è una cosa importante per questo Palermo".

Nonostante sia passato tanto tempo il ricordo di Fontana è sempre vivo nei cuori dei tifosi rosanero: "Mi fa piacere che i tifosi si ricordano di me. Io, vestendo la maglia del Palermo, ho dato tutto me stesso. Io tra i due migliori portieri della storia recente del Palermo? Se io dovessi votare, voterei Salvatore Sirigu. E' andato via da Palermo quando era giovane, ma credetemi quando vi dico che era un talento con la 'T' maiuscola. Era schivo? Il fatto è che era giovane ed era sempre concentrato. Una volta contro la Fiorentina il pubblico del Barbera mi omaggiò con un'accoglienza fantastica. L'ho sempre detto: è stata l'unica volta in cui ho fatto fatica a finire la partita. Io sono sempre stato uno freddo, è un mio aspetto caratteriale. Mi avevano allenato sin da piccolo ad essere il meno emozionato possibile. Quella volta ho fatto fatica a giocare. Non mi rimangio la parola".

Infine Fontana ha augurato il meglio per il prosieguo della stagione del club siciliano: "Il Palermo deve giocarsela in ottica salvezza, siamo a dicembre: è obbligato a giocarsela, senza fare ragionamenti a lunga gittata. A me non piacciono i ragionamenti di due-tre mesi, bisogna procedere partita dopo partita. Alla fine ci si salva per un punto o due, non per dieci. Quindi il Palermo è obbligato a crederci, senza fare troppi ragionamenti. Poi, magari, a marzo riguardi la classifica e vedi che sono cambiate le carte in tavola. Adesso guardare lontano ti fa solo male secondo me".

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