palermo

FOCUS: L’ANALISI DI PALERMO-REGGINA

FOCUS: L’ANALISI DI PALERMO-REGGINA

di Leandro Ficarra.

Mediagol8

di Leandro Ficarra

Ad un passo dalla gloria. Sedicesimo risultato utile consecutivo, ottava vittoria nelle ultime nove gare, miglior attacco e difesa meno battuta del torneo, sedici punti di vantaggio sulla terza in classifica, l’Empoli, a sette giornate dalla fine. Numeri straordinari ed eloquenti che certificano un dominio assoluto.

Il Palermo si impone di misura sulla Reggina e si regala il primo vero match point di questo meraviglioso campionato. Un eventuale successo a Latina con due gol di scarto nel prossimo turno, congiuntamente ad una mancata vittoria del Crotone ad Avellino, consegnerebbe agli uomini di Iachini la matematica certezza del ritorno in serie A. Verdetto inappellabile anche in caso di vittoria rosa contro i laziali, sconfitta interna dell' Empoli e mancato successo dei calabresi di Drago. Con ben sei giornate di anticipo sul termine della regular season. Il countdown tra i tifosi rosanero è già iniziato.

Iachini ha ancora una volta fatto centro. Modellando il suo 3-5-2 relativamente alle caratteristiche dell’avversario ed alle contingenze del match. Autorevole anche se poco sollecitato l’intero reparto difensivo. Prestazione ordinata ed attenta di Terzi ed Andelkovic, prova brillante di Vitiello. Tempismo, reattività, senso della posizione. L’ex Siena sorprende piacevolmente per la personalità e la naturalezza con cui legge le situazioni difensive. La densità della Reggina in fase di non possesso ha consigliato una struttura diversa nella composizione della zona nevralgica. Barreto schermo centrale davanti la difesa, Bolzoni, impagabile sradicatore di palloni, intermedio di destra, Vazquez mezzala sinistra. Rinuncia al regista classico, in assenza di Maresca, per sfruttare la qualità dell’argentino bravo ad inserirsi e creare superiorità numerica nell’uno contro uno. El Mudo ha flirtato con la sfera per quasi novanta minuti, sciorinando un collage di perle balistiche di alta scuola. Dribbling, pennellate, finte di corpo e magie sullo stretto. Stralci di classe e talento purissimo che meritano la ribalta della massima serie.

Lazaar ha spinto molto. Intenso ed intraprendente, ha piede e qualità. Non sempre lucido, a tratti tradito dalla voglia di strafare. Stevanovic ha pagato lo scarso utilizzo del binario di destra in fase propositiva, ma ha confermato i segni di maturazione tattica con grande applicazione in fase di non possesso. Pisano, subentrato al serbo, ha dato il consueto contributo di corsa e disciplina, sfiorando anche il raddoppio con un perentorio stacco di testa. Iachini ha optato per le due punte di ruolo per avere presenza e risolutezza nei sedici metri. Urgeva maggiore profondità contro una Reggina che si raccoglieva in una sorta di 5-4-1 in fase di non possesso e difendeva molto bassa. Lafferty ha lottato, creato spazi, e difeso palloni. Svariando molto e cercando di stanare i centrali calabresi. Lo stesso ha fatto Dybala, incrociando spesso, abbinando alla sua tecnica crescente personalità ed un inedito vigore atletico. Rapido e furbo, il principito, nel segnare sotto misura un gol da rapace dell’area di rigore. Belotti e Milanovic, entrati in luogo di Dybala e Vazquez nel finale, hanno fatto in tempo a partecipare alle prove di festa. Un pizzico di pazienza. Quella vera, deve ancora cominciare.

tutte le notizie di