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Focus: I tormenti del presente e la speranza di un futuro

Mediagol2

Per l’impegno ed abnegazione questo gruppo di calciatori  meriterebbe certamente qualche punticino in più. Al netto delle ineluttabili responsabilità della dirigenza del club, con il presidente Maurizio Zamparini in testa, che ha perseverato non traendo beneficio dagli errori commessi, allestendo un organico lacunoso, acerbo ed incompleto. Palesemente inadeguato al livello della categoria ed al perseguimento dell’obiettivo minimo.

Adottando come criteri di scelta logiche di scuderia di matrice più economica e finanziaria che non tecnica, controverse e non sempre comprensibili. Orientate alla ricerca di presunte e future plusvalenze più che di punti in classifica. Nell’illusione che fosse plausibile, in assenza di progettualità, struttura organica, profili dirigenziali di comprovato rilievo specifico, conciliare i due aspetti.

Il rapporto fiduciario tra il patron e la maggioranza della tifoseria pare ormai irrimediabilmente compromesso. Scollamento progressivo dopo gli straordinari fasti manageriali dal 2004 al 2011. Programmazione, investimenti, spettacolo e risultati. La serie A, l’Europa, il gotha, tra tecnici, dirigenti e calciatori, griffati rosanero. Finale di Tim Cup paradossale inizio della fine. La retrocessione ed il ritorno in A, l’elogio della follia strategica, il tourbillon di tecnici e dirigenti,  meteore ed oggetti misteriosi, iperbole dialettiche al limite della provocazione, la corte nutrita ed influente di consulenti non sempre ispiratissima. Patron preda del suo ego impulsivo e tracimante, nell'ultimo biennio foriero di rare intuizioni e numerose scelte rovinose. I mini cicli vincenti della sua era hanno sempre coinciso con la presenza di binomi tecnico-dirigenziale dotati di centralità, autonomia e spessore: Foschi-Guidolin, Sabatini-Delio Rossi, Perinetti-Iachini. Il livello di investimenti ed organici era chiaramente diverso ma il sillogismo non è di certo casuale.

Una diversa strategia comunicativa, improntata sulla trasparenza e la chiarezza, avrebbe sortito effetto ben diverso anche in presenza di un ridimensionamento drastico. Il Patron paga principalmente, oltre ad un’incauta gestione delle risorse, causa dell'attuale scarsa liquidità,  l’incapacità di interpretare desideri, umori e punti di vista della piazza. Una piazza a cui non ha più saputo rivolgersi con toni e modi ideali, di cui non ha percepito l'entità del disappunto e la legittima insofferenza, che non ha più saputo ascoltare. Offuscando il pur dolce ricordo degli oggettivi meriti e successi  collezionati negli anni d'oro della sua presidenza.

Una densa cortina di proclami fumosi e roboanti,  spesso improbabili, puntualmente dissoltasi alla luce dei fatti. Trend che ha eroso il suo bonus di consenso e credibilità agli occhi di chi chiedeva schiettezza e normalità. Ancor più delle topiche programmatiche e gestionali e dei conseguenti risultati sportivi.  Potrebbero essere gli ultimi giorni di Maurizio Zamparini da proprietario del club rosanero. Un fondo d’investimento americano è pronto a rilevare la maggioranza di tutte le aziende del suo gruppo, Palermo compreso. Gli occhi di chi ama il rosanero sono puntati lontano dal terreno di gioco. In ballo c’è il futuro del club, qualunque sia la categoria di militanza nella prossima stagione.