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Focus: I tormenti del presente e la speranza di un futuro

Il successo sfumato contro una Sampdoria opaca ed arrendevole accresce frustrazioni e rimpianti. Sallai e Balogh prospetti acerbi e futuribili. La trattativa tra Zamparini ed il fondo statunitense pare essere in dirittura d' arrivo. Il futuro del...

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di Leandro Ficarra

La speranza scalda, il rimpianto lacera. Confine labile e sottile, quasi impercettibile. Marcato dalla rasoiata chirurgica di Quagliarella, a filo d’erba e di cronometro. Sorte sadica e puntuale che quasi sbeffeggia un Palermo già povero e sgangherato. Non è bastata una prova intensa e volitiva, a tratti gagliarda. La banda Lopez si è dimenata con ordine e furore nel vano tentativo di affrancarsi dai suoi evidenti limiti strutturali. L’ha fatto a buon ritmo, con accettabile linearità, apprezzabili sprazzi di qualità in relazione ai suoi scadenti standard consueti. Il Palermo ha fatto la gara complice una Sampdoria in preda a chiara sindrome da bassa tensione. Opaca, svagata e totalmente priva di mordente la compagine di Giampaolo. Mentalmente scarica, trascinata da un’inerzia accademica da minimo sindacale.

Il Palermo ha circuito e graffiato la sua preda ma non è stato in grado di finirla. Pur non trovando dall’altra parte particolari temi agonistici e motivazionali. Aspetto che accresce il rammarico in modo esponenziale. I tre punti, virtualmente in cascina allo scoccare dell’ultimo giro d’orologio, avrebbero alimentato sensibilmente le chance di continuare a credere nell’impresa. Dando un minimo di corpo e credibilità a quelle esigue possibilità, allo stato soltanto teoriche e numeriche, di conseguire l’obiettivo.  Sette punti di distacco dal balbettante Empoli attuale non scrivono ancora la parola fine a dodici gare dal termine. Battere i doriani avrebbe conferito un impulso psicologico ben diverso e dato ulteriore pepe alla corsa salvezza con vista sui toscani.

Il 4-2-3-1 proposto ieri dal tecnico uruguaiano ha fornito risposte confortanti. Lopez si è assunto la responsabilità di alcune scelte il cui riverbero sugli equilibri collettivi è stato certamente positivo. Pur con i noti limiti tecnici, Cionek ed Andelkovic ci sembrano mentalmente più affidabili e sul pezzo del duo Gonzalez-Goldaniga. Fuori per squalifica l’ex Perugia, l’esclusione del Pipo  è parsa scelta forte ma legittima. Altra mossa azzeccata il reintegro di Gazzi nell’undici titolare. Sagacia tattica, senso della posizione, saggezza. L’ex Toro è  schermo instancabile e prezioso a protezione della barcollante linea difensiva. Chochev ha fatto il suo, che non è tantissimo, si è battuto con generosità.

Bruno Henrique, schierato da guastatore centrale nel tridente offensivo, ha pressato come un ossesso, cucito il gioco, attaccato lo spazio con vigore e poca fortuna. Sallai e Balogh hanno confermato di essere prospetti futuribili ed acerbi, al momento inadeguati per questa categoria. Le potenzialità si intravedono parallelamente a quei vizi, tattici, concettuali e di postura, insiti nella loro dimensione calcistica embrionale. Che i due ungheresi siano due prototipi grezzi da laboratorio sui quali lavorare in prospettiva è pacifico, svezzarli in un campionato di massima serie in cui ci si gioca la salvezza è scelta scellerata nei tempi e nei modi. In perfetta linea con la gestione societaria, e di riflesso tecnica, miope e schizofrenica dell’ultimo Zamparini.

L’eroico Nestorovski ha fatto reparto da solo e firmato il penalty del vantaggio. Sciagurato Balogh nel centrare Viviano da due passi,  poco prima di procurarsi il rigore. A dispetto della mole, il classe 96 ha discreta tecnica individuale e notevoli margini di miglioramento sul piano fisico e tattico. Ieri ha mostrato qualche giocata di qualità, passi in avanti in tema di gestione della sfera ed integrazione nei meccanismi collettivi. Non è ancora giocatore di questa categoria ma ha i numeri per diventarlo.  Il Palermo, prima trema con Quagliarella che lo grazia a porta vuota,  poi detta tempi e trame del gioco. Lo fa con un calcio rudimentale ma intenso. Fatto di pressing ritmo e circolazione scolastica alla ricerca dell’ampiezza. Ara le corsie con Rispoli ed il ritrovato Aleesami. Avvolge la Samp ma non la stende.  Stesso tema nella ripresa con una gestione coesa e disciplinata della fase di non possesso. Tante ripartenze ficcanti evaporate sull’altare dell’evanescenza e della poca cattiveria in fase conclusiva. Due volte Sallai, quindi un cross radente di Rispoli con tre rosa che mancano il tap-in per un’inezia. Ancora Nestorovski che mastica il sinistro del raddoppio graziando Viviano. Funesti presagi dell’inesorabile legge del gol. Spettri che si materializzano tra le pieghe di una banale gestione della sfera sulla trequarti offensiva : la fatica tradisce in palleggio Gazzi e Bruno Henrique, fin lì impeccabili e gladiatori. Schick innesca, Muriel converge e suggerisce, Quagliarella sentenzia. L’ultimo guizzo è di Diamanti che prova a ribaltare la gara e la sua stagione. Viviano si oppone da par suo. Il risultato non cambierà fino al triplice fischio.