serie b

Focus: dentro la crisi del Palermo, cause e possibili soluzioni. Modulo ed interpreti, Tedino studia la svolta…

Mediagol2

L'imbastitura farraginosa, lenta e scolastica, della manovra è di fatto piatta e monotematica.

E finisce per sfociare costantemente nel medesimo, improduttivo, sbocco: la ricerca dell'ampiezza a premiare spinta e sovrapposizione dei due esterni.

Tratto caratterizzante e paradigma base del 3-5-2 se non fosse che, regolarmente, la quantità industriale di cross sfornati da Rispoli ed Aleesami vengono murati o divorati dai centrali avversari. I due stantuffi non sono certamente al meglio: Rispoli rientra da un infortunio fastidioso, mentre il norvegese non riesce a dare sprint e qualità alle sue sortite in una categoria in cui dovrebbe imperversare.

I vizi di dosaggio e di misura nell'esecuzione dei cross costituiscono una mesta costante che rende inoffensiva quella che doveva essere una freccia importante all'arco del dispositivo tattico di Tedino. Una volta blindate le corsie, abbassato il baricentro e mantenuta la densità in sede centrale, per le squadre avversarie diviene un gioco da ragazzi leggere e infrangere le trame offensive rosa.

Non c'è traccia di una giocata che esuli da questo ordinario canovaccio, un'imbucata in verticale che premi il movimento della punta, un guizzo o un dribbling tra le linee che crei superiorità numerica e spacchi la coesione avversaria, l'inserimento col tempo giusto di un centrocampista che riempa l'area, attacchi uno spazio, sopraggiunga a rimorchio.

Poco ritmo, estro e qualità in rifinitura che rende quasi un'impresa arrivare alla conclusione.

Al "Curi" il tutto è stato accentuato dall'assenza di Igor Coronado, sul cui ruolo si può discutere all'infinito, ma che resta per doti tecniche, genio calcistico, ricercatezza d'esecuzione e di pensiero, l'unico in grado di regalare lampi nel grigiore. Trajkovski ha nelle corde qualche acuto in grado di rompere la monotonia ma si dissolve, purtroppo, sull'altare di una cronica discontinuità.

Come provare ad implementare qualità e varietà delle tracce offensive?

L'unico viatico, a questo punto della stagione, è il cambio di assetto tattico, nella consapevolezza che può comportare qualche rischio in termini di metabolizzazione ed equilibri difensivi, ma nella ferma convinzione che potrebbe essere giunto il momento di azzardare una svolta decisa.

Per vincere le partite bisogna calciare in porta, creare occasioni e possibilmente commutarle in gol.

Lo schieramento che starebbe vagliando sottotraccia Tedino come ipotesi futuribile per conferire brio, incisività ed opzioni alla fase offensiva del Palermo è una sorta di 4-3-2-1, facilmente modulabile in un 4-3-1-2 o ,addirittura, in un 4-3-3 in relazione all'intercambiabilità degli attaccanti.

Rinunciare ad un centrale difensivo comporta certamente qualche scompenso che può essere assorbito dall'applicazione massima degli intermedi in fase di non possesso, piuttosto che da un'alternanza in sede propulsiva degli esterni bassi, o ancora dalla scelta di un interprete più votato alla copertura sulle corsie (Szyminski o Fiore) in luogo di uno tra i titolari Rispoli e Aleesami.

La coppia di centrali potrebbe essere composta da Struna e Bellusci, con Rajkovic che ha dimostrato al "Curi" di costituire un'alternativa di primo livello in questa categoria a dispetto della lunga inattività. Una volta recuperata piena autonomia e perfezionata la condizione sul piano atletico, il centrale serbo ha tutti i requisiti per ambire ad una maglia da titolare.

Jajalo, in virtù di sagacia tattica, esuberanza atletica e personalità, sarebbe imprescindibile nel ruolo di schermo (finto play) davanti la difesa. Murawski e Gnahoré, per ritmo, freschezza e vocazione offensiva, dovrebbero costituire gli intermedi di un centrocampo decisamente più dinamico e meno piatto. Chochev denota un chiaro scadimento di forma e Dawidowicz ( che in mezzo al campo ha sempre fatto bene) ha chiaramente altre caratteristiche.

Coronado tornerebbe libero di scatenare il suo estro e la sua tecnica in prossimità dell'area di rigore, elastico tra le linee o addirittura sull'esterno, per puntare e convergere, al fine di rifinire o concludere, comunque allargare le maglie della difesa di turno.

Stesso lavoro potrebbe svolgere sul fronte opposto Trajkovski o in alternativa Moreo, in stile Mandzukic, pronto a scambiarsi mansioni e posizione con il terminale offensivo centrale Nestorovski.  La Gumina e Balogh costituirebbero le alternative nel reparto ai titolari, insieme a chi tra Trajkovski e l'ex Venezia dovesse restare fuori dall'undici iniziale.

Questo implementerebbe il movimento e numero di soluzioni per i portatori di palla che  disporrebbero di opzioni diverse dal consueto scarico immediato sulla sovrapposizione dell'esterno. Tagli ed incroci delle punte aprirebbero, inoltre, varchi interessanti da attaccare anche per i centrocampisti che potrebbero così accompagnare, e riempire maggiormente l'area di rigore, su imbucate o eventuali traversoni dal fondo. Teoricamente, con uno schieramento di questo tipo, le trame offensive del Palermo potrebbero acquisire verticalità, profondità e ritmo.

Tutto dipende, ovviamente, dalla capacità dei singoli interpreti di eseguire con armonia, qualità ed efficacia, i movimenti collettivi, conferendo al contempo concretezza alle singole giocate.

Riuscendo con applicazione, corsa e sacrificio a mantenere densità ed equilibri credibili anche quando la sfera è in possesso degli avversari. Obiettivo tutt'altro che semplice e scontato.

L'idea stuzzica Tedino. Potrebbe non esserci una rivoluzione immediata e radicale in questo senso, ma una metabolizzazione graduale (pur mantenendo i tre centrali a comporre la linea difensiva) che crei i presupposti per un cambiamento. (3-4-1-2 o 3-4-2-1)

A prescindere dal modulo alcuni accorgimenti, sia in termini di scelte che di collocazione tattica dei singoli, avranno decorrenza immediata: Pomini titolare tra i pali, Coronado tornerà sul fronte offensivo mentre in zona nevralgica salgono vertiginosamente le quotazioni di Gnahoré e Murawski.

L'eventuale passaggio alla difesa a quattro richiede l'assimilazione di sincronismi collettivi, specie  senza palla, che devono essere recepiti ed automatizzati con cautela ed attenzione.

Il tecnico ex Pordenone ci sta comunque pensando in vista della sfida contro la Pro Vercelli.

La settimana di ritiro in quel di Coccaglio sarà caratterizzata da numerose prove didattiche in questo senso.

Fornire nuovi input tattici ed inerenti alla metodologia di lavoro potrebbe elevare il livello di attenzione e competitività, fornendo orizzonti di impiego e nuovi stimoli anche a chi si sentiva fisiologicamente ai margini nelle gerarchie dell'allenatore.

Potrebbe essere questa la soluzione ideale per trovare la svolta?