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Zenga: “Per il dopo Buffon c’è Donnarumma. Scudetto? Juve indebolita, credo che il Napoli…”

Zenga: “Per il dopo Buffon c’è Donnarumma. Scudetto? Juve indebolita, credo che il Napoli…”

Le parole dell'Uomo Ragno in merito al futuro tra i pali della Nazionale, la favorita per lo scudetto, la sua Inter, Ferrero e non solo...

Mediagol97

Torna a parlare Walter Zenga.

L'ex tecnico del Palermo, ha discusso largamente, senza troppi giri di parole, sul futuro portiere della Nazionale Italiana e non solo. Durante la lunga intervista rilasciata a Gazzetta.it, infatti, sono stati diversi gli argomenti toccati dall'ex portiere dell'Inter, tra cui la favorita per lo scudetto tra Juventus e Napoli, la sua Sampdoria, il rapporto con il vulcanico presidente Ferrero e proprio il club nerazzurro allenato da Spalletti. Ecco le parole dell'irreprensibile Uomo Ragno.

Che Buffon ha visto ultimamente?

"Non c'è equilibrio quando si giudica. Prima della Spagna era osannato da tutti, dopo il 'Bernabeu' stop: Gigi deve smettere. Questo fa sorridere... Anzi, aggiungo che ha tutto per giocare il sesto Mondiale: con le giuste motivazioni solo lui potrebbe raggiungere un traguardo del genere".

Donnarumma favorito per raccoglierne l'eredità in azzurro?

"In Italia abbiamo tantissimi giovani di valore già titolari: oltre a Donnarumma, impossibile non citare Cragno, Meret, Scuffet, Sportiello e Gollini, oltre lo stesso Perin. Dopo Buffon, Ventura avrà grande abbondanza. Ma Gigio partirà in vantaggio rispetto agli altri per esperienza, qualità tecnico-caratteriali e margini di crescita".

Sulla questione Raiola ha spiegato che Ventura non ha abbastanza coraggio per lanciarlo al posto di Buffon.

"In parte Mino ha ragione, ma dobbiamo metterci nei panni del ct: per nessuno sarebbe facile escludere un pilastro come Gigi".

Chi l'ha colpita maggiormente, in Serie A, durante questo inizio di stagione? 

"Direi l'Inter, nonostante la prova non brillante di Crotone. E lo dico con estrema sincerità, la fede non conta. Vedo un gruppo solido, unito e organizzato. Senza dimenticare che la rosa è in pratica la stessa rispetto a quella della scorsa stagione, eccezion fatta per 4-5 volti nuovi".

Spalletti è il valore aggiunto per i nerazzurri?

"Ha dei grandi meriti. Luciano merita fiducia, si è calato perfettamente nella parte e ha un grande vantaggio rispetto alle altre: non gioca in Europa. Da interista, però, preferisco andarci a piano. Meglio rimanere 'schisci' come diremmo a Milano".

Juventus ancora favorita per il titolo?

"No, dico Napoli. Il terzo anno di Sarri può essere quello giusto. Mi piace molto come allenatore, nulla da dire sul suo lavoro. La Juve ha perso Bonucci e Dani Alves, uomini fondamentali che non sono stati sostituiti a dovere".

Lei, invece, come sta? Cosa immagina per il proprio futuro?

"Il mio contratto con il Wolverhampton è terminato a giugno e ora sono pronto per ripartire. Le offerte non sono mancate, ma aspetto l'occasione migliore. Le ultime esperienze hanno lasciato parecchio amaro in bocca".

Soprattutto in orbita Sampdoria, con quel 4-0 subito contro il Vojvodina entrato, purtroppo per voi, nella storia.

"Infatti ancora oggi penso 'Maledetta Europa League'. Sbagliai a schierare alcuni giocatori che iniziarono a lavorare 15 giorni dopo rispetto agli altri. Non sto trovando delle giustificazioni, perché perdere 4-0 in casa contro un avversario di quel livello non esiste, ma questa era la situazione. Quella sconfitta segnò la mia stagione".

Cosa direbbe oggi a Ferrero? 

"Nulla di negativo, il rapporto tra di noi è ottimo. All'epoca lui era 'giovane' dal punto di vista calcistico. Infatti mi disse successivamente che, avendo la possibilità di tornare indietro, non mi manderebbe via evitando di farsi abbindolare da certe voci che giravano".

E su Cassano? Qual è la verità? 

"Antonio capisce molto di calcio. Con lui il rapporto era normale, ma si presentò un problema: spiegai chiaramente che non sarebbe servito solo perché eravamo coperti nel ruolo. Poi arrivò con la fissa 'Zenga non mi vuole', senza capire che la mia idea iniziale era dettata solamente dall'abbondanza nel reparto. Peccato, avrebbe potuto essere importante per la squadra".

E infine, cosa farà da grande Walter Zenga? 

"Non ho preferenze e non antepongo l'estero rispetto all'Italia. Anzi, tutt'altro. Con la famiglia vivo a Dubai ed è normale aver costruito tutto qui, ma sono carico e pronto per tornare: ho un paio di rivincite da prendermi...".