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Tedino: “Quando arbitro le partitelle faccio figuracce! Capisco la gente, al Palermo la B sta stretta. Quando Zamparini ha deciso…”

Tedino: “Quando arbitro le partitelle faccio figuracce! Capisco la gente, al Palermo la B sta stretta. Quando Zamparini ha deciso…”

Gli errori arbitrali, il primo impatto col patron Zamparini ed il rapporto con la gente di Palermo. Bruno Tedino si racconta ai microfoni del format televisivo "Casa Minutella"

Mediagol77

Il mestiere dell'arbitro, probabilmente anche più complesso rispetto a quello dell'allenatore.

La chiamata di Zamparini accolta con stupore ed incredulità. Il senso di responsabilità derivante dal compito di guidare un club come il Palermo in una categoria che va stretta alla piazza in relazione alla passione del pubblico. Questi i temi approfonditi nell'estratto dell'intervista rilasciata dal tecnico del Palermo, Bruno Tedino, ai microfoni del format televisivo "Casa Minutella" in onda su Trm 13.

"Abbiamo subito qualche difficoltà arbitrale nel recente passato ma devo essere onesto e dire che non penso alla malafede, anche gli arbitri come noi a volte possono sbagliare. Io provo ad arbitrare le partite durante la settimana e spesso faccio delle figure davvero pessime, capisco cosa voglia dire arbitrare. Palermo come squadra, la conoscevi? I messaggi che arrivavano dappertutto erano quelli di una società ricca di talenti con dei ragazzi che sono poi stati plasmati e diventi grandi campioni. Sembrava poi anche una società proiettata verso il futuro, con Guidolin ricordo che giocava un calcio divertente. Era una squadra molto attrezzata che riusciva anche a fare delle importanti plusvalenze, da qui sono passati grandi allenatori e ammetto che essere allenatore di questa squadra mi ha anche messo in difficoltà. Ricordo la chiamata di Zamparini che mi contattò dopo aver visto la partita tra Pordenone e Parma chiedendomi di fare una chiacchierata con lui, inizialmente pensai a uno scherzo di un mio amico poi invece mi ritrovai a casa del patron dove per due ore parlammo di calcio e di Palermo. Dopo mi ha detto che gli avevo fatto una bella impressione e che sarei stato l'uomo giusto per guidare il Palermo, io gli dissi che avrei dovuto parlare con il Pordenone e dopo qualche giorno sbarcai in Sicilia. Palermo non è una piazza blasonata per la B, perché i tifosi giustamente la vedono come una sorta di castigo".

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