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TAIBI: “Zamparini vs Foti? Uno è impulsivo, l’altro è riflessivo. Sorrentino-Ujkani? Due talenti. Il Palermo di Belotti somiglia al Piacenza di Inzaghi”

Di Calogero Fazio.

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Di Calogero Fazio

A poche ore dal fischio d’inizio di Palermo-Reggina, Palermonews.it ha intervistato in esclusiva Massimo Taibi, ex portiere nativo di Palermo che ha attraversato molte lande nel mondo del calcio e le cui imprese sono rimaste scolpite nei ricordi di un gran numerosi di tifosi. La straordinaria carriera di Taibi lo ha portato a vestire molte maglie e a divenire beniamino di diverse tifoserie italiane. Ma il suo momento d’apogeo fu nella stagione 1999/2000, quando il portiere palermitano si trasferì al Manchester United alla corte di Sir Alex Ferguson, dato che la sua fama aveva raggiunto l’Inghilterra. Fu il grandissimo allenatore scozzese, epigono della storia dei “red devils” e di tutto il calcio inglese a volerlo fra i pali del suo blasonatissimo club. Pur palermitano e fiero delle sue origini, Taibi non ha mai vestito la maglia del club della sua città e, in questo, l’ex portierone ha ripercorso le tappe di molti dei talenti del calcio nostrano, costretti il più delle volte a lasciare la terra natia per sfondare nel mondo del calcio. Taibi ha però dei trascorsi nella squadra amaranto e in questa veste di ex della Reggina, ci offre le sue impressioni in merito al match del Barbera di domani che vedrà impegnati i rosa contro la squadra calabrese.

Vista la situazione diametralmente opposta di queste due squadre, che partita sarà quella di stasera?

“Palermo-Reggina sarà una partita aperta a qualsiasi tipo di risultato: la Reggina deve vincere a tutti i costi per tirarsi su in classifica, mentre il Palermo deve chiudere i conti con la Serie B. Quindi entrambe le compagini faranno pochi calcoli”.

Palermo e Reggina sono guidati da due presidenti ben noti per il loro carattere forte. Qual è la tua opinione su Maurizio Zamparini e Lillo Foti?

“Ho lavorato sia con Zamparini (a Venezia) che con Foti (a Reggio Calabria). Come li descrivo? Zamparini è sicuramente più impulsivo, mentre Foti è un tipo più riflessivo. Il presidente del Palermo, sia durante che dopo la partita, può dire di tutto e di più. Mentre Foti è una persona molto più riflessiva”.

Sei palermitano ma non hai mai vestito la maglia rosa nel corso della tua lunga carriera. E’ mai esistita la possibilità di vederti legato al Palermo come portiere o in qualche altra veste, dopo il ritiro dall’attività agonistica? Ti piacerebbe occupare un posto nella società rosanero nel tuo futuro?

“Zamparini non mi ha mai contattato per portarmi a Palermo. Né da giocatore, né da dirigente. Nemmeno quando ho fatto il direttore sportivo in Prima Squadra a Modena. Chissà se un giorno lo farà? È chiaro che per un palermitano lavorare nel Palermo è sempre un sogno. Però, se devo dire la verità, non è un mio cruccio”.

Come ex portiere dal passato glorioso, qual è la tua opinione su Sorrentino e Ujkani che quest’anno si sono avvicendati nella difesa dei pali del Palermo? Fra i due “numeri uno”, a tratti, è sembrato che fosse in corso una sorta di ballottaggio?

“A Palermo quest’anno non c’è stato un vero e proprio ballottaggio tra Sorrentino e Ujkani perché il titolare è Stefano e il secondo è Samir. Però quando Sorrentino ha avuto qualche problema fisico, Ujkani lo ha sostituito in maniera straordinaria. Il Palermo si è trovato in casa due portieri formidabili. Uno lo conoscevamo già. Invece nell’altro io ho sempre creduto. Anche se a Palermo l’anno scorso ha avuto dei problemi di prestazione, adesso anche lui è riuscito a dimostrare il suo valore ed è senza dubbio un gran portiere. In Serie A avere portieri di questo spessore può essere decisivo, l’importante è essere chiari e stabilire sempre le dovute gerarchie”.

Facciamo un po’ di amarcord. Non hai mai vestito la maglia del Palermo, ma hai spesso giocato alla Favorita come avversario dei rosa. C’è qualche aneddoto che ricordi in particolare, in merito a queste esperienze?

“Ho parato due rigori durante Palermo-Piacenza del ’95: il primo a Maiellaro, il secondo a Rizzolo. Dopo il primo rigore parato, un calciatore del Palermo mi è venuto dietro e mi ha insultato in palermitano. Io gli ho risposto e gli ho anche detto: ‘conosco benissimo il nostro dialetto’. Dopo il secondo rigore questo stesso calciatore mi ha abbracciato, la partita era già sullo 0-2, si è scusato e a fine partita mi ha pure regalato la maglia del Palermo. Però non è stata una bella sensazione parare due rigori a casa tua da avversario”.

Il Palermo di quest’anno, fin qui dominatore del campionato cadetto in corso, ti ricorda qualche squadra in particolare, fra quelle dove hai militato nel corso della tua lunga ed esaltante carriera da portiere?

“Come tasso tecnico dei giocatori in organico, ma soprattutto come andamento in campionato, questo Palermo ricorda il mio Piacenza che vinse il campionato di Serie B nella stagione ‘94/’95. Noi quell’anno siamo riusciti ad ammazzare il campionato esattamente come sta facendo il Palermo adesso”.